Centri sociali sì, centri sociali no. La polemica non si ferma. Anzi è diventato il tema dello scontro tra la sinistra (Pd compreso) e Vincenzo De Luca, con Gaetano Manfredi in mezzo. La sinistra più radicale chiede al candidato di essere più duro con il governatore per ragionare sull'ingresso in coalizione. Vogliono chiarezza, rispetto alla discontinuità con chi ha fatto parte dell'amministrazione uscente. E su questo terreno le parti provano anche a misurarsi per capire chi conta di più nella coalizione. Così in questi giorni si è discusso moltissimo dell'eventuale ingresso a sostegno di Manfredi degli ex arancioni di Insurgencia utilizzando il treno di Sergio D'Angelo, candidato con cui l'ex rettore vorrebbe trovare l'accordo. Dopo l'apertura al dialogo di Marco Sarracino e la dura risposta di Fulvio Bonavitacola che ha definito «squadristi» gli esponenti dei centri sociali, prende posizione anche il movimento Stop biocidio.
Negli ultimi giorni si è tornati a parlare e non poco delle dure proteste del 2019 in cui il governatore fu vittima di un lancio di sacchetti di immondizia pieni di carta. Una contestazione dura che ieri ha rivendicato, nuovamente, il movimento Stop biocidio. Vincenzo Tosti ribadisce «che le contestazioni furono organizzate dai cittadini della terra dei fuochi e che Insurgencia è solo una delle realtà che compone la galassia dei comitati riuniti attorno a Stop biocidio. Non si può definire squadrismo una mobilitazione che portò migliaia di persone sotto la regione». Insomma, il tentativo è quello di portare il tema della terra dei fuochi in campagna elettorale: «Chiediamo - dicono gli attivisti di Stop Biocidio - al candidato sindaco Manfredi cosa pensa di fare per la terra dei fuochi». Ed ecco l'appello all'ex rettore: «Prenderà la strada dell'ex ministro Sergio Costa, riconoscendo che il problema esiste? Queste domande chiaramente le porremo non solo a lui, ma a tutti gli altri candidati».
Intanto, però, i deluchiani insistono sul no all'ingresso in coalizione di Insurgencia e non solo. «È un qualcosa che ci preoccupa molto e non riguarda solo i centri sociali - dice il consigliere regionale deluchiano Diego Venanzoni -.