Comunali a Napoli, Clemente ci prova ma niente poker: «Tre liste, ex dema»

Comunali a Napoli, Clemente ci prova ma niente poker: «Tre liste, ex dema»
di Adolfo Pappalardo
Domenica 5 Settembre 2021, 09:42 - Ultimo agg. 6 Settembre, 07:06
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Alla fine s'infrange il sogno della quarta lista e la coalizione della Clemente si ferma a tre. Compreso Potere al Popolo. Insomma, inutile girarci attorno, la sfida per colei che doveva perpetuare il decennio della rivoluzione arancione diventa molto più dura. Oltre le aspettative. Ma l'assessore di de Magistris (nel frattempo candidato governatore in Calabria con sei liste) non demorde e ieri, a pratiche elettorali appena ultimate rilancia: «Il mio è un progetto politico vero, lontano dagli apparati di partito». Anche se manca proprio Dema, il partito dell'ex pm, che doveva essere il perno di questa coalizione ma si è, via via, liquefatto. Tra ex assessori, ex consiglieri e dirigenti arancioni, infatti, quasi tutto il mondo Dema insomma, alla fine si è sparpagliato tra le varie coalizioni abbandonando la Clemente.


E alla fine questo avvocato di 34 anni, per 8 anni assessore della giunta di Luigi de Magistris, si inerpica in una sfida con poche truppe.

Perché con lei ci saranno appena tre liste: Alessandra Clemente sindaco, Napoli 20/30 e Potere al Popolo. E con lei i rimanenti pezzi dell'amministrazione ormai uscente: appena qualche consigliere, come Claudio Cecere e Luigi Zimbaldi, l'assessore al Bilancio Rosaria Galiero e l'avvocata Elena Coccia, consigliere in entrambe le consiliature e capolista in quota Rifondazione. Mentre il fratello Francesco Clemente la segue e si candida alla municipalità del Vomero. «Il trasformismo è una pratica cara in questi tempi per conservare una posizione a discapito della coerenza. Con me ci sono i migliori che credono nell'idea di Napoli mentre con Manfredi c'è il più alto numero di persone coinvolte nell'amministrazione de Magistris - dice Clemente - come Raffaele Del Giudice o Roberta Gaeta. Per me è difficile vedere con loro anche Cesaro e altri esponenti di Forza Italia o personaggi come Mastella: un mappazzone», ha attaccato non caso l'altro giorno prendendosela anche con Maresca con cui, si era ipotizzato settimane fa, sembrava potesse chiudersi un accordo: «Maresca che ha ingannato l'offerta politica. Doveva essere civico e invece ha portato la Lega insieme alla Meloni».

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Insomma ora una cosa è certa: difficile continui, o almeno a certi livelli, la rivoluzione arancione che, inaspettatamente, si materializzò su Napoli nel 2011 spazzando via i partiti tradizionali. Mettendoli praticamente nell'angolo.

«Finalmente abbiamo presentato le liste elettorali che sosterranno la mia candidatura a Sindaco di Napoli. Sono state giornate ricchissime e intense, nelle quali siamo riusciti a costruire una squadra di candidati fortissima: il miglior capitale umano che la nostra città mette a disposizione, donne e uomini che credono e partecipano con entusiasmo a un progetto forte di città coerente e trasparente», spiega la Clemente che a dieci anni, era l'11 giugno del 97, vide la mamma Silvia Ruotolo morire per un proiettile vagante in un agguato di camorra. E non a caso ha scelto Antonio Piccirillo, 25 anni, figlio obiettore di un boss della Torretta, l'enclave criminale di Mergellina, che dopo aver disonorato il padre disconoscendone l'etica criminale, combatte con l'associazione Antigone contro il destino che vorrebbe pregiudicati i figli di pregiudicati.

«A darmi supporto ci saranno tre liste che sono espressione delle tante anime che siamo riusciti ad aggregare, mondi differenti, che attraversano trasversalmente tutti i diversi strati sociali che compongono il tessuto della nostra città, ma uniti attorno a un programma. Un progetto politico - attacca - lontano dagli apparati di partito, dagli accordi di palazzo, ma che parla alle persone: alle donne, ai giovani, al terzo settore, ai cittadini più fragili e a quelli che fragili lo sono diventati a causa della pandemia. Nel nostro schieramento non vedrete mai personalità che parlando di Napoli contrappongono quartieri di pregio a territori di margine, come si legge nei programmi elettorali di altri aspiranti sindaci e men che meno assisterete a scene tribali, come quelle di due candidati che si picchiano fuori agli uffici di presentazione per un posto in lista. Siamo la faccia pulita di questa città, quella da poter esporre con orgoglio».

Infine l'ultimo affondo in vista dell'ultimo mese di campagna elettorale prima del voto: «Ora arriva la parte più bella e difficile del percorso. Saremo testa bassa a lavorare, fino alle fatidiche date del 3 e 4 ottobre, per poter portare la nostra idea di Napoli e del programma da cose da fare a tutti i cittadini della nostra meravigliosa città».

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