Comunali a Napoli. L'ex sindaco Bassolino ci riprova: «Come in Napoli-Juve»

Comunali a Napoli. L'ex sindaco Bassolino ci riprova: «Come in Napoli-Juve»
di Adolfo Pappalardo
Sabato 21 Agosto 2021, 09:50
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«Sindaco», «Sindaco». E chi vuole offrire un caffè, chi una sfogliatella o un bicchiere d'acqua: insomma in ogni strada sembra di casa. È inutile girarci attorno: per molti napoletani, specie nelle periferie, la fascia tricolore la porta indosso ancora e sempre lui. Perché così salutano Antonio Bassolino quando inizia a passeggiare per le bancarelle del mercato Caramanico, tra Poggioreale e il Centro direzionale, in una mattinata che è già torrida di primo mattino. Ma è campagna elettorale e l'ex sindaco non si scompone per il solleone.


Saluti, selfie con le signore intente a fare la spesa. «Bentornato, il mio voto c'è», le dice una. «Bene, ora dobbiamo arrivare al ballottaggio», ringrazia lui, inarcando la testa a mo' di inchino. Ad accompagnarlo e fare le presentazioni, se pure ve ne fosse bisogno, è Salvatore Calcomucci che ha la licenza per uno di questi 526 box. «Ma prima - precisa - erano almeno un centinaio in più: poi il comune, con de Magistris, ha iniziato a procedere con gli aumenti o ha fatto scadere le licenze anche per chi aveva anche solo 200 euro di debiti. Ed eccoci qua, sempre di meno quando le potenzialità sarebbero enormi».

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Perché questo mercato nasce dopo il terremoto ma è con la prima giunta Bassolino che si fanno i primi veri lavori di adeguamento di quest'area enorme. E la riconoscenza c'è ancora verso Bassolino da queste parti. «Voi eravate n'ata cosa: ci volevate pure legalizzare», rimarca il venditore di bibite nella bacinella di ghiaccio che abusivo era e abusivo è rimasto. Ma tant'è. L'affetto c'è sempre anche se queste famiglie di commercianti nascono come simpatizzanti della destra ma poi si convertono al bassolinismo. E sognino ritorni. «A proposito: mi ha chiamato Rosario Concordia e mi ha detto che ti darà una mano», gli ricorda Calcomucci a Bassolino che sorride e ringrazia. Naturale se Concordia è uno storico consigliere comunale prima dell'Msi, poi di An che di battaglie contro il sindaco Bassolino ne ha fatte in quella sala dei Baroni del Maschio Angioino. Si aggiunge un napoletano che da anni vive al Nord. «Ma perché vi ricandidate?», domanda lui senza il minino accento napoletano. «Perché Napoli è scassata e serve rimetterla a posto», dice sicuro lui mentre un altro commerciante lo ferma e lo rassicura: «È come Napoli-Juve: si fatica, si suda ma alla fine vincete voi».

Da Est, dalla pianura al cuore antico di Napoli verso via Salvator Rosa. «All'infrascata», puntualizza Bassolino che tiene a mente sempre alla vecchia toponomastica partenopea e la sillaba con orgoglio.

E qui, all'incrocio con via Imbriani e sotto all'ex Opg ora occupato, la tappa è fissata vicino all'acquafrescaio. Un angolo con panchine colorate e un'ombra salvifica che quasi ti fa dimenticare della Napoli deserta di questo 20 agosto. E se poco prima incontrava semplici cittadini, qui s'imbatte anche con il vecchio centralinista di San Giacomo, Pasquale Cardoso. «Come state?», chiede con quel «voi» che a Napoli indica il rispetto che si deve. E poi giù con ricordi e ricordi su quegli anni. Quando pure il vecchio centralino post bellico faceva dannare e i pezzi di ricambio bisognava recuperarli per mezza Italia e in fretta perché non si poteva lasciare San Giacomo irraggiungibile. E come quando un cerimoniere paragonò Bassolino ad Achille Lauro «gli unici due sindaci di Napoli». «Io mi rabbuiai per quell'accostamento, poi capii che era un complimento».

«Sì, ma quando tornate? Io vi voglio vedere là», chiede un vigile urbano ora in ferie che presta servizio proprio in Comune e ne approfitta per presentare la figlia all'ex sindaco. E anche qui il quartiere si anima per lui. «Lo so che avete un comitato elettorale ma se vi serve un appoggio o un locale a Montesanto ho un negozio che è a vostra disposizione», si fa avanti Vincenzo Onorato che aggiunge: «Voi siete la storia di Napoli». Perché poi il punto è proprio questo: alla fine non è passato qualche mese ma vent'anni eppure tra la gente, per strada, sembrano di ieri le sue due sindacature. Anche se lui ci scherza sù e dice sempre, per riferirsi a quel periodo, «L'altro Antonio, che è amico mio...».

Dalla Napoli bassa a quella alta (in senso geografico, ovviamente), il prossimo appuntamento è fissato ad un bar di via Petrarca con un gruppo di vecchi amici. «Mi ricordo che molti cavalieri temevano i furti quando sentirono Napoli: li convinsi dicendogli che avevamo stipulato assicurazioni ad hoc per i cavalli. Non era vero naturalmente ma quell'evento ebbe una eco mondiale enorme», racconta, arrotando leggermente la R, Simonetta Cipriano che, da presidente del comitato equitazione, portò per 4 anni il concorso ippico internazionale a piazza del Plebiscito. Poi, quasi sconsolata, verso la figlia e la nipotina: «La sua è stata l'ultima amministrazione con un vero progetto per tutta la città».
Accanto c'è Enzo De Paola, fondatore e presidente dell'Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli, che lo ragguaglia della candidatura di Chiara Mallozzi, figlia del musicista mentre Giancarlo Madonna, altro candidato, fa gli onori di casa e dirige il traffico di sfogliatelle e caffè. Per un attimo si tocca il tema partiti ma Bassolino stoppa tutti: «Ora c'è Napoli, poi vengono i partiti». E aggiunge: «Quando dico che la città è scassata mi riferisco a tutti i quartieri. Anche qui». Ed elenca le scale del Canalone ma, soprattutto, quello che è il suo chiodo fisso: «Il taglio dei pini al Virgiliano: una cosa che grida vendetta». Poi, prima di prendere di nuovo il piglio da candidato, si fa avanti una signora elegante con degli enormi occhi chiari che vuole salutarlo. «Io mi dovevo sposare anni fa e il mio desiderio era che officiasse lei». «E non l'ho fatto?», quasi si scusa. «La storia è finita». E Bassolino di rincalzo: «Io penso a vincere e lei trovi l'anima gemella: e la sposo io». Poi riprende: «Come la sindacatura del 93 era quella del G7, questa è quella del Pnrr perché i soldi si devono spendere entro il 2026. E dobbiamo pensare ad un grande piano per la riforestazione urbana in cui c'è un capitolo ad hoc. Ma per farlo - continua - servono nuove competenze per San Giacomo. Agronomi e gente che progetti e rendiconti altrimenti si sciuperebbe una grande occasione».

E per far capire cosa si possa fare ci tiene a fare un passaggio al parco Viviani tenuto in ordine grazie alla buona volontà di alcuni ragazzi. «Era il 96 - racconta Bassolino - e qui, dove c'era solo una rupe e sterpaglie, volevano costruirci. Bloccammo tutto e ora, c'è un parco che va dal Vomero a Montesanto. Che tiene assieme la parte alta e quella bassa».

Poi si ferma un attimo e sorride di gusto quando gli fanno vedere una foto appena scattata. Un tabaccaio a Salvator Rosa, fanatico dii sistemi, scommette su di lui e con un cartellone pubblicizza nella sua rivendita il terno secco 20-41-64 con la dicitura: «Terno di Bassolino, sindaco di Napoli». «Scommettono su di me», dice. E aggiunge: «Bene, bene».
 

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