Bilancio, a Napoli il buco sospeso:
«Ecco l'eredità di de Magistris»

Bilancio, a Napoli il buco sospeso: «Ecco l'eredità di de Magistris»
di Luigi Roano
Venerdì 30 Luglio 2021, 10:58
4 Minuti di Lettura

Le finanze predissestate del Comune tengono in ansia anche in questo ultimo miglio di consiliatura il sindaco Luigi de Magistris e la sua squadra. C'è da approvare il bilancio consuntivo e soprattutto pagare il disavanzo del 2020 aggiornato alla luce della sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato lo spalma-debiti. E i soldi arrivati dal Governo nelle ultime ore non bastano al sindaco e all'assessora Rosaria Galiero per chiudere i conti. Su questi finanziamenti inoltre si è scatenato una polemica infinita. Ma procediamo con ordine.

Oggi in giunta de Magistris e la Galiero porteranno il consuntivo del 2020 che non arriverà mai in Consiglio comunale perché non ci sono i numeri politici per farlo approvare. Anzi quello svoltosi ieri - dove sono passati una serie di debiti fuori bilancio - si è tenuto in «seconda convocazione» cioè con la formula che bastano solo 14 consiglieri incluso il sindaco per mantenere il numero legale.

E la sensazione che quello di ieri sia stato l'ultima riunione del Consiglio comunale dell'era de Magistris è forte. Torniamo ai numeri. Napoli ha avuto 246 milioni dal Governo, la fetta più grande di circa 660 milioni messi a disposizione per gli enti in difficoltà finanziaria. Ne hanno beneficiato in quota parte anche altri grandi Comuni come Torino. Per chiudere il consuntivo servirebbero al Comune 285 milioni perché a tanto ammonta il ricalcolo del disavanzo sulla scorta della sentenza della Corte Costituzionale. Nella sostanza stasera la Galiero dovrà trovare una quarantina di milioni per sanare questo buco. Il bilancio sarà approvato in giunta ma non dall'assemblea cittadina, toccherà al prossimo Consiglio comunale poi approvarlo e questa è una storia che racconteremo tra qualche mese. Chiuderlo almeno in giunta consentirà a de Magistris di arrivare sostanzialmente a fine corsa senza ulteriori sussulti. Siamo a fine luglio - giusto per fare qualche ipotesi - se anche arrivasse la diffida del prefetto per l'approvazione in Aula passerebbero almeno altri venti giorni da oggi e si arriverebbe al 20 agosto quando probabilmente il sindaco si sarà dimesso o sta per farlo in conseguenza della presentazione ufficiale della sua candidatura alla Presidenza della Regione Calabria.

Video



Il duello è fra tutti i candidati sulla questione di questi 246 milioni, ma quello più incandescente è tra Gaetano Manfredi candidato del centrosinistra e Catello Maresca candidato del centrodestra. Nel centrosinistra e nel M5S si accollano il merito dell'arrivo di questi fondi e fanno trapelare che sia merito anche del «Patto per Napoli» firmato per far candidare Maresca se dal Governo sono arrivati questi soldi. Nel centrodestra la pensano in maniera diversa ed è Maresca a far sentire il suo punto di vista in maniera chiara: «I 246 milioni previsti dal decreto Sostegni bis per Napoli sono una buona notizia. Ma c'è bisogno di fare un'operazione di verità: quei soldi nulla hanno a che vedere con il famigerato Patto per Napoli. Si tratta, infatti, di fondi che arrivano a ristoro degli effetti della sentenza della Corte Costituzionale che boccia la normativa sulle anticipazioni di liquidità agli enti locali. I cittadini meritano di sapere come stanno le cose».

A Maresca non replica direttamente Manfredi ma lo fa, per esempio, il parlamentare e coordinatore della cabina di regia della campagna elettorale del M5S Alessandro Amitrano: «Invece di polemizzare con chiunque gli capiti a tiro, per i 246 milioni per Napoli Maresca dovrebbe solo gioire. L'unica operazione verità che si dovrebbe promuovere è quella di accertarsi di come sia possibile che un candidato a sindaco di Napoli tolleri che il principale partito a suo sostegno sia, per ragioni fondative, orientato a favorire il nord, a mal tollerare i napoletani, a promuovere in Parlamento un'autonomia territoriale che avrebbe messo in ginocchio l'intero Meridione. Spieghi, Maresca, dove sono gli emendamenti di Lega, Fi e Fdi per Napoli». Laura Castelli viceministro alle Finanze entra nel merito della vicenda: «Dal Parlamento è arrivata la prima risposta concreta alle nostre sollecitazioni in tema di bilanci comunali. Dalla ripartizione del fondo da 660 milioni previsto dal Decreto Sostegni-bis per Napoli 246 milioni. Un passo decisivo nell'ottica di quel Patto per Napoli che ho promosso trovando l'immediata disponibilità delle forze di centrosinistra».

© RIPRODUZIONE RISERVATA