Comunali a Napoli, il ritorno di Brambilla:
«Deluso da M5S mi candido a sindaco»

Comunali a Napoli, il ritorno di Brambilla: «Deluso da M5S mi candido a sindaco»
di Dario De Martino
Domenica 22 Agosto 2021, 10:20 - Ultimo agg. 23 Agosto, 07:20
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Napoli in movimento. È questo il nome della lista con cui i dissidenti del Movimento 5 Stelle scenderanno in campo alle prossime elezioni comunali. Su uno sfondo bianco ci sarà il nome della lista e la dicitura no alleanze. Sulla scheda elettorale, accanto al logo, ecco il nome di Matteo Brambilla. Il capogruppo uscente dei grillini, candidato sindaco cinque anni fa per il M5S, riprova la corsa alla poltrona più ambita di Palazzo San Giacomo. «Stiamo raccogliendo le 170 firme necessarie alla presentazione della lista e i casellari giudiziali dei nostri candidati. Ci candideremo al consiglio comunale e in due Municipalità, la sesta e la decima», annuncia ufficialmente Brambilla.

Perché il nome Napoli in movimento?
«Perché pensiamo ad una città, appunto, in movimento, che sappia cambiare direzione dopo dieci anni di amministrazione che hanno peggiorato di gran lunga la qualità della vita dei napoletani».

Ma c'è anche un richiamo al Movimento 5 stelle.
«Certo, il Movimento è la nostra storia che lasciamo con dispiacere.

Il nostro è un richiamo alle radici, alle origini del Movimento. Non quello che è diventato oggi».

Perché, cosa è diventato oggi?
«L'ho ribattezzato Movimento 5 poltrone. Non ci sono più i concetti di programma al centro e di cittadini nelle istituzioni. Anzi. Ci sono trattative per avere un posto in giunta, liste composte da personaggi lontanissimi dai valori del Movimento e una coalizione fatta da esponenti politici che il M5S ha sempre combattuto».

Ma un tentativo di mediazione per evitare la spaccatura c'è stato?
«Io da capogruppo uscente non sono stato neanche avvertito dell'accordo con il Pd per le prossime comunali. Per questo abbiamo scritto una lettera al nostro garante, Beppe Grillo, chiedendogli di dare a noi il simbolo per correre da soli».
 

E Grillo ha risposto?
«Sì, mi ha telefonato. Abbiamo chiacchierato per più di mezz'ora. Mi ha detto che sulle scelte territoriali non sarebbe intervenuto per non delegittimare l'accordo appena chiuso con Conte. Io gli ho espresso la mia delusione e gli ho annunciato che noi avremmo preso una strada diversa».

Quindi è una candidatura di ripicca contro il Movimento?
«Non è affatto una ripicca. Siamo stati costretti a fare un altro percorso. In questi cinque anni in consiglio comunale abbiamo dimostrato che una politica diversa, quella del Movimento 5 Stelle delle origini, è possibile. Vogliamo riportarla nell'assise cittadina».

Insomma, l'obiettivo è riuscire a superare la soglia di sbarramento ed entrare in Consiglio?
«Sì, ma non è un obiettivo di poco conto. La candidatura napoletana sarà la prima esperienza di un progetto che potrebbe diventare nazionale. La rete degli attivisti unita sotto la sigla no alleanze è sempre più diffusa. E comunque tenga conto che il Movimento teme molto la nostra candidatura».

Come fa a dirlo?
«Alcuni attivisti che si erano detti disponibili a candidarsi con noi sono stati chiamati direttamente da Luigi Di Maio e Roberto Fico per riportarli alla casa madre. Il fatto che il ministro degli Esteri o il presidente della Camera chiamino esponenti municipali per convincerli a non scendere in campo con una lista civica la dice lunga su quanto abbiano paura della nostra candidatura».
All'eventuale secondo turno darete un'indicazione di voto ai vostri elettori?
«Come abbiamo sempre fatto non faremo apparentamenti e lasceremo libertà di scelta ai nostri elettori».

Il programma è già pronto?
«Sì, l'abbiamo realizzato attraverso incontri con i nostri attivisti. Abbiamo individuato dodici punti per creare una città più vivibile. Tra le priorità c'è la necessità di incidere davvero sulla macchina organizzativa del Comune».

Chiudiamo con una battuta: almeno stavolta non è l'unico juventino tra i candidati a sindaco.
«Sì, ma il trattamento che mi è stato riservato cinque anni fa è molto diverso da quello che sta ricevendo questa volta Manfredi. Contro di me ci fu un massacro mediatico, su di lui solo qualche battuta. E poi io sono un vero juventino, ho anche la tessera del tifoso. Manfredi non ha nemmeno il coraggio di rivelare chiaramente la sua fede calcistica».

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