Comunali a Napoli, Carfagna: «Centrodestra, basta liti; ora tutti con Maresca»

Comunali a Napoli, Carfagna: «Centrodestra, basta liti; ora tutti con Maresca»
di Gerardo Ausiello
Martedì 14 Settembre 2021, 08:34 - Ultimo agg. 15 Settembre, 07:08
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Mara Carfagna, ministro per il Sud e dirigente nazionale di Forza Italia, la presentazione delle liste ha messo a dura prova la tenuta del centrodestra. L'esclusione della Lega e di altre tre civiche a sostegno di Maresca, la spaccatura sulle Municipalità con Forza Italia e Maresca da un lato e Fdi-Lega dall'altro, addirittura la rissa tra dirigenti di FdI. Che cosa sta succedendo?
«C'è un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato, e spero che in quella sede si riconoscano le ragioni di Catello Maresca: sarebbe davvero paradossale che un candidato civico perdesse l'apporto delle liste che ha direttamente promosso, tra l'altro con molte personalità di qualità. Per il resto, la coalizione sconta errori e forse anche rancori di vecchia data. Ma in campagna elettorale non si parla del passato: si affronta il presente e il futuro. Spero - anzi faccio un appello in questa direzione - che a tre settimane dal voto si produca uno sforzo comune di generosità: abbiamo un ottimo candidato sindaco, forse il migliore tra i civici selezionati per questa tornata elettorale, con l'opportunità di riconquistare larghe fasce deluse dal populismo e dalla catastrofica esperienza del sindaco uscente. Tutto il resto è dettaglio, compresa la contesa sulle Municipalità che risponde più al conflitto tra ambizioni personali che a scelte politiche dei partiti della coalizione».

Ma l'impressione è che Maresca sia in questa fase solo il candidato di Forza Italia, anzi di una parte di Forza Italia, e non dell'intero centrodestra. Meloni è arrabbiata con il pm, Salvini è venuto in Campania ma non a Napoli...
«Se c'è questa impressione, è sbagliata.

Maresca è stato voluto, chiamato e scelto da tutti e tre i partiti e dai loro leader, che lo hanno incontrato e valutato con estrema attenzione prima dell'estate. La confusione che si è creata negli ultimi tre giorni dipende da altro: è l'ovvio esito della conflittualità sulle liste e sui nomi. Bisogna voltare in fretta questa pagina, e prima lo facciamo meglio è. Tra l'altro non paga nessuno, né FdI né la Lega, come ben dimostra il vostro ultimo sondaggio che vede una retrocessione di entrambi rispetto alle intenzioni di voto di giugno».

Dal sondaggio del Mattino emerge anche il netto vantaggio di Manfredi e del centrosinistra con Maresca costretto a inseguire. Al di là dei sondaggi, comunque, la sensazione che si ha in città è che il centrodestra non sfondi.
«I sondaggi di questi giorni fotografano la posizione dei concorrenti alla partenza della gara: Maresca parte indietro, non ci sono dubbi. Ma la gara dura venti giorni, e lui come ogni outsider può solo migliorare mentre gli altri candidati hanno già assorbito tutte le energie disponibili. Il bacino elettorale di Gaetano Manfredi, Antonio Bassolino e Alessandra Clemente è quello: difficile estenderlo, al massimo si potranno rubare voti uno con l'altro».

Il caso Cesaro. Mentre sul senatore Luigi Cesaro pende una richiesta di arresto in Senato, a Napoli, secondo Maresca, Armando Cesaro sta sostenendo la lista dei transfughi di Fi passati con il centrosinistra.
«Solo a raccontarlo sembra uno scioglilingua. Non mi appassiona il genere, anche perché è davvero surreale che Cesaro figlio sostenga, sottobanco, la sinistra giustizialista che manderebbe volentieri Cesaro padre agli arresti».

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Tuttavia in Forza Italia in Campania, nonostante la tregua apparente, restano le divisioni tra le varie anime, in un clima da resa dei conti perenne. Si riuscirà prima o poi a sotterrare l'ascia di guerra? Qual è il futuro del partito?
«Personalmente credo che le potenzialità di ripresa dell'area moderata, soprattutto nel Sud, siano enormi e anche facili da sviluppare. Il declino del populismo, la tragica esperienza del Covid e i successi del governo Draghi stanno generando nell'opinione pubblica richieste nuove: stabilità, competenza, meno esibizionismo e più risultati concreti. Chi meglio di noi può interpretarle? Le classi dirigenti locali del partito devono decidere se vogliono far politica o continuare a intralciarsi uno con l'altro».

Lei è stata praticamente per l'intera legislatura anche consigliere comunale a Napoli. Cosa dovrà fare il prossimo sindaco appena insediato?
«Le emergenze cittadine sono talmente tante che mi è difficile indicare una priorità, dal decoro urbano ai trasporti, dalla situazione delle periferie all'assistenza dei disabili, per non parlare dello stato di fallimento dei bilanci comunali o della crisi dei rifiuti in corso, che potrebbe persino peggiorare visto che a inizio ottobre cominceranno ad arrivare da Roma 150 tonnellate di spazzatura al giorno. È un folle accordo stipulato da de Magistris con la Capitale, per motivi tutti politici, e sarà il prossimo sindaco a doverne disinnescare gli effetti potenzialmente disastrosi».

Da ministro del Sud lei ha, tra le altre cose, la responsabilità sul nodo Bagnoli. Tra qualche settimana termina il mandato del commissario e contemporaneamente arriva il nuovo sindaco. Può essere, realmente, la volta buona?
«La vicenda di Bagnoli si colloca assai oltre le capacità e buone volontà dei singoli. Non è pensabile che un'operazione di bonifica e recupero, per quanto complessa, possa prolungarsi per trent'anni nella costante oscillazione tra speranza e disillusione, tra promesse e docce fredde. Potrei fare anche io la mia promessa, ma sono consapevole che in realtà serve una riflessione, al massimo livello, per individuare soluzioni di governance che disinneschino sterili contrapposizioni ed indichino con chiarezza una filiera di comando con procedure semplificate e sanzioni per i ritardi».
 

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