«La data del voto è lontana e anche nelle altre grandi città non è stato ufficializzato ancora il nome del candidato sindaco di centrodestra ma...».
Ma?
«Occorre muoversi per lanciare la campagna elettorale e le basi programmatiche. Perché stavolta, per la prima volta dopo trent'anni, con il suo nome la partita del Comune di Napoli è aperta», ragiona Paolo Russo, parlamentare di Forza Italia e da ieri vicepresidente dei deputati azzurri, riferendosi alla candidatura del giudice Catello Maresca per il centrodestra.
Onorevole il centrodestra appare confuso sul nome di Maresca: lei?
«Stiamo parlando di una personalità civica che registra un grande entusiasmo da parte di una serie di mondi di questa città. Dall'associazionismo, da quello cattolico passando per gli ambientalisti sino ai gruppi di contrasto alla violenza e alla camorra. Tutto un mondo che alimenta la suggestione di una candidatura di Maresca al Comune di Napoli».
Perché parla di suggestione?
«Perché immagino non abbia ancora deciso di ipotizzare concretamente la sua discesa in campo anche se la spinta che parte dal basso è pervasiva e si moltiplica.
Non sarebbe il caso che il giudice Maresca sciolga finalmente il nodo?
«La data delle elezioni è ancora lontana e anche a Milano o Roma ancora non c'è il candidato: siamo quindi nei tempi anche se poi toccherà alla sensibilità di Maresca decidere al più presto. Certo prima si fa, meglio è».
Converrà però che più passa il tempo, più il magistrato si troverà nel fuoco delle polemiche perché nel frattempo continua a lavorare negli uffici giudiziari di Napoli.
«Il Csm si è espresso in maniera chiara in suo favore: al momento non ha raccolto ancora il guanto di sfida per palazzo San Giacomo. Ma poi aggiungerei un altro elemento: a Napoli e in Italia abbiamo assistito a una magistratura militante, altro che candidatura di Maresca....».
Intanto c'è anche un altro rischio: il centrodestra si sfalda se Fdi ha indicato un altro nome come Sergio Rastrelli.
«Sarei cauto perché il centrodestra si presenterà unito anche nelle grandi città, trovando una sintesi: nessuna polemica con i partiti del centrodestra, siamo in una fase tattica».
Rimane la questione della rinuncia ai vostri simboli di partito: Maresca è per una coalizione civica.
«La storia dei simboli si vedrà a livello nazionale: non è una partita che dividerà il centrodestra. Vorrei però che si ragionasse su una cosa».
Prego.
«Certi discorsi mi sembrano anche velleitari visto che parliamo di percentuali bassissime per il centrodestra e i simboli non sono più un valore aggiunto: se prendiamo tutti i nostri voti a Napoli siamo finiti dietro anche ai grillini alle ultime elezioni. Non è pù il tempo di Forza Italia al 19 per cento e An al 15 per cento a Napoli. Io mi concentrerei invece su questa opportunità vincente che si può mettere in campo. Perché stavolta siamo avanti grazie al mondo civico che senza i nostri vessilli ha voglia di essere governato dal centrodestra».
A proposito di partito: da mesi si parla di un ricambio degli organi dirigenti di Forza Italia ma alla fine non accade mai nulla.
«A gennaio della scorso anno chiesi a tutti di farci da parte per lasciare il campo per una nuova generazione. Sto ancora aspettando che si faccia questo ricambio che deve rappresentare un elemento di novità e non una pacificazione di facciata. E il voto delle comunali può essere l'occasione per far sì che molti si avvicinino o riavvicinino a noi dopo aver visto, negli ultimi anni, troppi cambi di casacca. Il ricambio, comunque, doveva essere fatto almeno un anno fa, a maggior ragione ora che si va al voto».