Comunali a Napoli, Cozzolino: «Pd-Cinquestelle, subito l'intesa; il nome può essere scelto dopo»

Comunali a Napoli, Cozzolino: «Pd-Cinquestelle, subito l'intesa; il nome può essere scelto dopo»
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 13 Maggio 2021, 10:17 - Ultimo agg. 14 Maggio, 08:48
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«Considero decisiva l'alleanza tra Pd e M5s» ragiona l'europarlamentare democrat Andrea Cozzolino riferendosi non solo a Napoli ma a tutte le grandi città al voto. E aggiunge: «Sbagliato pensare che si va assieme solo al secondo turno». E su Napoli non ne fa una questione di nomi: «Tutti autorevoli ma serve prima la coalizione. E occorre fare presto perché questa città è senza un interlocutore da mesi. Ed è un ruolo che non possono coprire né i partiti singolarmente, né il governatore e né tanto meno de Magistris, ormai in uscita».


I vertici nazionali del Pd continuano a definire l'M5s un naturale alleato per le amministrative. Ma la strada rimane in salita. «Considero quest'alleanza decisiva per prossimi anni e non solo per le comunali.

Perciò vivo queste giornate con preoccupazione e disagio».


Eppure non vanno in porto. Tanto che l'ex premier Conte ne parla solo per il secondo turno. «Credo sia un errore interpretare la legge a doppio turno come un meccanismo che consenta di andare ognuno per proprio conto. Vale esattamente il contrario. In ogni caso questa alleanza va insediata tra gli elettori più che tra i gruppi dirigenti attraverso risposte di merito ai tanti drammi che lascerà la pandemia in particolare nelle grandi città luoghi cruciali per il Paese. E chi lavora per sabotare questa alleanza favorirà il successo delle destre».


A Torino o Roma è tutto saltato, rimane una speranza solo a Napoli. «Sono ore decisive in cui serve il massimo contributo per offrire sin dal primo turno una proposta convincente ovunque perché occorre rimettere in moto le città, riattivare le strutture economiche fondamentali a partire dai servizi e costruire i luoghi della socialità. Le eccezioni possono esserci dove ci sono sindaci uscenti ricandidati che, francamente non sempre per motivi comprensibili, non ritrovino la concordia delle principali forze politiche. Qui ci si alleerà dopo. Ma non è il caso di Napoli».


Eppure anche a Napoli sono giorni in cui si vive uno stallo. «Credo che lo sforzo da fare è cercare in ogni modo le soluzioni migliori per restare uniti sin dal primo turno. Qui non c'è alcun diritto territoriale da affermare perché ci sono sfide importanti che ci attendono».


I vertici nazionali, Letta da un lato e Conte dall'altro, sembrano ormai arresi all'idea che ci si unirà al secondo turno. Proprio l'ex premier l'ha ribadito. «Ma senza l'alleanza cosa facciamo? Le solitudini delle due forze sarebbero un via libera per le destre. Io comunque rimango fiducioso perché ora c'è una grande novità...».


Quale?
«I gruppi dirigenti dei due principali partiti si sono dati nuove leadership che devono poter svolgere il loro lavoro in un clima di grande collaborazione. Interna e tra le forze politiche. L'intensità dei problemi posti dal Covid richiede un ulteriore atto di maturità. A Roma come nei territori. I territori devono aiutare i gruppi dirigenti nazionali e viceversa. Un discorso che vale a Milano o a Napoli o in Calabria dove si vota per la Regione».


Non è che il problema sono proprio i vertici nazionali che decidono a Roma senza tener conto degli equilibri locali?
«I gruppi dirigenti devono sapere dialogare con i territori e lo devono fare discutendo e convocando gli organismi locali. Non si può pensare che da Roma si possa dirigere tutto senza discuterne con tutte le personalità in campo. Guardi che a Napoli siamo in una situazione particolare: è una città che ribolle di tensioni sociali. Per questo non servono uomini o donne sole al comando ma un impegno di tutti. Anche trasversale. E ogni ora persa non è una cosa positiva per la città. E di questo, appunto, devono rendersi conto Pd, M5s e le forze che hanno un peso».


Sembra ottimista.
«Bisogna esserlo perché questo è il salto di qualità che si deve fare nei prossimi giorni. E questa alleanza, aggiungo, non si nutre solo di gruppi politici ma di risposte alle domande vive della società».


Il dilemma rimane tra un nome grillino come Fico o uno democrat come Manfredi o Amendola. «Tutti nomi autorevoli. Ma serve uno sforzo collettivo perché Napoli non regge da sola: ha bisogno sopratutto di Roma e di una legge che l'aiuti altrimenti con la mole di debiti che abbiamo arriveremo a non pagare gli stipendi. E cosa governeremo in queste condizioni? Napoli in questo momento è senza interlocutore da mesi e il vuoto non può essere coperto dai partiti singolarmente, né dal governatore e né tanto meno da de Magistris. Il voto per le amministrative sarà decisivo per i successivi appuntamenti a partire dalla elezione del presidente della Repubblica».

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