Comunali a Napoli, per Fratelli d’Italia, è gelo con Salvini:
«Dovevamo puntare su Rastrelli»

Comunali a Napoli, per Fratelli d’Italia, è gelo con Salvini: «Dovevamo puntare su Rastrelli»
di Valentino Di Giacomo
Giovedì 9 Settembre 2021, 06:45 - Ultimo agg. 10 Settembre, 07:31
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«Non doveva impuntarsi su Maresca, avevamo un buon candidato con Sergio Rastrelli e invece ha fatto di tutto per imporre l’ex pm nella corsa a Palazzo San Giacomo». Se nella Lega c’è aria di maretta per il caos sulla liste e l’incertezza sull’ammissione di “Prima Napoli”, non si respira un clima sereno neppure in Fratelli d’Italia dove seppur non è iniziato un vero e proprio processo nei confronti di Salvini, si è quantomeno alle rimostranze proferite a mezza bocca. Non siamo ancora al regolamento di conti con l’alleato, ma a Salvini viene rinfacciato da parte di Fdi di non aver saputo gestire la situazione al momento di scegliere il candidato sindaco per Napoli. C’è il rimpianto per ciò che poteva essere e non è stato: fino a tre giorni prima dell’ufficializzazione di Maresca, il partito di Giorgia Meloni era persino pronto a correre da solo per difendere il proprio uomo di bandiera. Avvocato, figlio dell’ex governatore campano, Sergio Rastrelli è ora più di un rimpianto per lo stato maggiore di Fratelli d’Italia in Campania. «Anche lui - spiegano ora da Fdi - sarebbe stato un candidato civico così come aveva deciso il vertice di coalizione tra Meloni, Salvini e Tajani». 

Tutta la gestione di Maresca sulla vicenda liste non è piaciuta ai partiti del centrodestra. «Mai pensavamo - viene spiegato dai leghisti - che avrebbe non solo messo bocca sulle nostre liste, ma che avocasse per i suoi anche le presidenze delle municipalità come se noi non esistessimo, non sapendo che pure noi dobbiamo badare ai nostri equilibri interni per formare una squadra vincente».

Una gestione che se ha fatto infuriare la Lega - che a questo punto non sa ancora neppure se avrà una lista da poter proporre ai napoletani dopo la bocciatura della commissione prefettizia - tanto meno è piaciuta ai cugini di Fdi. C’è però da parte dei dirigenti di Meloni anche un’implicita accusa al leader del Carroccio, che da king maker della coalizione non è riuscito a fare sintesi.

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«C’erano tutte le avvisaglie - dicono - che sarebbe finita così». Il caso rischia così di diventare non più soltanto una questione da derubricare come un episodio locale, ma finire con l’allargare quel solco che negli ultimi mesi è stato scavato tra il capo del Carroccio Salvini e la segretaria di Fratelli d’Italia Meloni. Non ci sarà una resa dei conti solo perché la coalizione, almeno formalmente, dovrà marciare unita almeno fino al giorno delle elezioni che coinvolgono i principali capoluoghi di provincia in tutta Italia e le tensioni potrebbero pregiudicare qualche vittoria anche in quelle città dove il centrodestra può contendere lo scettro agli avversari. Anche per questo nelle ultime ore c’è chi si è messo al lavoro per ricucire non solo tra Meloni e Salvini, ma anche tra i partiti del centrodestra e il proprio candidato a Napoli, Catello Maresca.

Un’operazione-cuscinetto - come è stata ribattezzata - che vede coinvolti in prima persona i dirigenti di Forza Italia, che non a caso nei giorni scorsi hanno preferito mantenere in pubblico un basso profilo per non contribuire ad alimentare quel clima velenoso che sarà difficile riuscire a riportare sotto il livello di guardia. Antonio Tajani a Roma e Fulvio Martusciello a Napoli stanno provando a tessere la tela e cercare di salvare il salvabile. Servirà però qualche giorno.

Intanto, a dimostrazione del caos delle ultime ore, se già martedì il numero due della Lega Giorgetti non ha incontrato Maresca, si tinge di giallo anche la visita di Salvini in Campania prevista per sabato. Probabile, soprattutto se non venisse ammesso il ricorso della Lega, che il capo del Carroccio possa organizzare il proprio tour negli altri capoluoghi di provincia, ma non a Napoli. Già partito un pressing forsennato per scongiurarlo, la missione è però complessa.

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