Comunali a Napoli. Manfredi-De Luca junior, asse sui conti del Comune «Più tempo per i debiti»

Comunali a Napoli. Manfredi-De Luca junior, asse sui conti del Comune «Più tempo per i debiti»
di Luigi Roano
Lunedì 21 Giugno 2021, 09:24 - Ultimo agg. 17:39
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Il candidato sindaco del centrosinistra e M5S Gaetano Manfredi, a 5 giorni dall'incontro con Giuseppe Conte e tutto lo stato maggiore del M5S, incontra il Pd. Senza fanfare ed effetti speciali, ci saranno a partire dal mese prossimo quando il segretario Enrico Letta e altri big saranno a Napoli, il candidato ha avuto un lungo faccia a faccia con Piero De Luca, vicecapogruppo Pd alla Camera e figlio del governatore Vincenzo De Luca. Faccia a faccia che, raccontano fonti del candidato, è stato lungo e fruttifero. Vertice che in qualche modo toglie pressione al presidente della Regione dopo le baruffe con Letta sulla questione del Festival di Ravello. Ieri, in una domenica caldissima, «si è parlato di Napoli e di fatti concreti» fanno trapelarti le parti in causa. Una excusatio non petita per mettere in controluce e mimetizzare al massimo la questione delle liste. Altro argomento molto concreto, tanto che proprio i deluchiani si sono riuniti più volte negli ultimi giorni per iniziare a delineare le loro liste e non è semplice.

Gli aspiranti candidati consiglieri comunali sono tanti, ma tolti due o tre formidabili portatori di voti come Gaetano Simeone, Diego Venanzoni e David Lebro - cioè consiglieri comunali e consiglieri regionali molto identitari - su Napoli sono in pochi tra le fila dei deluchiani a poter vantare appeal da tenere in considerazione.

Senza contare che tra la lista del candidato e quella del Pd c'è poco da potere stare tranquilli sul fronte dei fedelissimi del governatore. Del resto Manfredi sulle liste è stato categorico: «Dovranno rappresentare aree politiche, non persone» il monito. Di più, Manfredi incontrerà a breve anche il capogruppo alla Regione Mario Casillo. Serve a entrambi per ricucire uno strappo prodottosi alla luce del sole.

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Vale a dire che Casillo, assieme a Lello Topo, portava come candidato sindaco il sottosegretario Enzo Amendola, e la famiglia Manfredi, incluso il fratello del candidato Massimiliano - ex senatore e ora consigliere regionale - certo non hanno fatto salti di gioia. Di questo certamente si è parlato al vertice di ieri, così come dei cosiddetti fatti concreti. La collaborazione con il vicecapogruppo del Pd alla Camera si annuncia intensa. Dalla Camera passano gli emendamenti al Sostegni bis in via di conversione per fare in modo che Manfredi e lo stesso Pd non abbiano in eredità - in caso di vittoria - un Comune in dissesto anche formalmente e per proiettarlo verso una agibilità amministrativa reale.

Al primo punto del colloquio «la battaglia per azzerare la disparità fra Nord e Sud nella distribuzione dei fondi per i servizi sociali dei Comuni, a partire da Napoli». Manfredi concorda con l'iniziativa parlamentare promossa dal Pd per il superamento della cosiddetta «spesa storica» nell'assegnazione delle risorse, che permetterà a tutti i Comuni di ricevere gli stessi fondi per le «funzioni sociali comunali», dagli asili nido ai servizi per gli anziani o i disabili. Da quello che trapela, c'è sintonia tra Manfredi e il figlio del presidente della Regione sul pacchetto di emendamenti presentati dal vicecapogruppo del Pd. Il tema più stringente è quello di avviare un percorso che consenta al Comune di spalmare i debiti su più anni. Lo stop al riguardo è arrivato dalla sentenza della Corte Costituzionale di aprile che ha messo fine alla vergogna dello spalma-debiti in 30 anni scaricando sui cittadini e sulle future generazioni il debito che per Palazzo San Giacomo è di 2,7 miliardi. Gli emendamenti dovrebbero andare nel senso di una maggiore flessibilità nel percorso di rientro dal debito senza scontrarsi con la sentenza della Corte Costituzionale. Una strada molto stretta. Quanto al tema dello sviluppo, Manfredi e De Luca concordano che il Porto e la Zes (Zona economica speciale) rappresentano due infrastrutture e strumenti fondamentali per un futuro di rilancio di un grande pezzo di città. Una partita che sta anche in mano al ministro Mara Carfagna, molto vicina alla città.

«Il porto non deve essere visto solo come un luogo legato al trasporto, è anche il luogo ideale di incontro tra università, ricerca e impresa, un vero incubatore per lo sviluppo grazie all'innovazione e alla digitalizzazione». Un tema, quello del porto, importante nell'ottica di riqualificare una intera area, quella orientale, che versa nel degrado e l'abbandono. «L'obiettivo - sottolinea De Luca - è quello di attrarre sempre maggiori risorse e capitali, sostenere le imprese esistenti e incentivare l'insediamento di nuove aziende ed attività economiche. Per questo, dobbiamo rimuovere i principali fattori di criticità che limitano e frenano gli investimenti e la crescita infrastrutturale. È un'esigenza avvertita dagli imprenditori, dai sindaci e da tutto il sistema Paese».

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