«Napoli vista dall'alto», Manfredi: «Nelle aree industriali nuove case ai giovani»

«Napoli vista dall'alto», Manfredi: «Nelle aree industriali nuove case ai giovani»
di Luigi Roano
Sabato 19 Giugno 2021, 08:25 - Ultimo agg. 14:59
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Gaetano Manfredi - candidato a sindaco del centrosinistra e del M5S - che effetto le fa Napoli a 124 metri di altezza?
«È una grande città e anche una grande città metropolitana, distinguere i confini è difficile. Uno spettacolo naturale straordinario con un bellissimo fondale però anche una città abbastanza immobile. Se guardiamo il panorama degli ultimi 20 anni lo skyline non è cambiato tanto, a differenza di Milano».

Confini labili tra Napoli e l'area metropolitana i cui abitanti a milioni si riversano nel capoluogo. Non mancano i problemi.
«C'è quello dei trasporti, e il traffico non possiamo dimenticarci che viene dalle persone che vengono in città a lavorare. Problemi che vanno oltre la dimensione cittadina. Serve un accesso a Napoli maggiormente sul ferro come è stato fatto a Roma e Milano. Quando parliamo di turismo a Napoli, che è un grande attrattore, dobbiamo pensare che anche l'area metropolitana lo è: abbiamo Ischia, Capri, Procida, Pompei, il Vesuvio, Sorrento. E la politica per il turismo va fatta su questa scala, così si moltiplicano le presenze e si riduce l'impatto ambientale e aumenta quello economico. Quello che dobbiamo fare è una programmazione con un ruolo forte di Napoli e dell'area metropolitana».

 


I castelli di Napoli sono roccaforti della cultura, i turisti sono arrivati ma in maniera un po' disordinata: quali sono i suoi progetti al riguardo?
«Se guardiamo ai numeri a Napoli sono stati 4 milioni le presenze se ci confrontiamo con Venezia, Firenze, Roma il boom a Napoli c'è stato, ma piccolo rispetto alle potenzialità della città e ha sofferto lo stesso un deficit di servizi.

Non possiamo portare tutti i turisti a fare tutti la stessa cosa nello stesso posto, il centro storico. Ci vuole programmazione e aumentare la qualità dei turisti, trovare nuovi percorsi per distribuirli nell'area metropolitana e moltiplicarli. Il turismo è una grande risorsa. Napoli è un grande brand, nel mondo tutti conoscono la nostra città, bisogna aumentare la qualità, potenziarlo, distribuirlo, significa moltiplicare il valore dell'immagine e attrarre investimenti».

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Cosa toglierebbe da questo panorama?
«Basta guardarsi intorno, c'è tanta edilizia di scarsa qualità, aree industriali dismesse e abbandonate. Oggi sono l'immagine del degrado, ma possono essere una grande opportunità con una grande politica di trasformazione e rigenerazione urbana creando nuove opportunità di investimento e sviluppo con insediamenti produttivi. Ma anche soddisfare bisogni della gente con un imponente piano di edilizia agevolata, certi edifici nella cintura della città possono essere abbattuti e ricostruiti. Bisogna trasformare la città anche dal punto di vista dell'urbanizzazione, ci piace immaginare una cartolina della città che sia viva».


In che modo si può fare?
«C'è il tema del decoro urbano perché la dignità delle persone è legata al luogo dove vivono. E abbiamo tante risorse da spendere, oltre al Recovery ci sono i fondi europei ordinari e le risorse nazionali. Abbiamo un capitale umano, i nostri giovani che sono tanti e bravi».


Come valorizzare questo capitale umano?
«L'impatto delle nuove tecnologie è fortissimo, possiamo essere protagonisti della trasformazione diventando luogo di attrazione dei talenti. Tanti ragazzi lasciano il nostro territorio spostandosi da Sud a Nord, ma anche dal Nord all'estero: questo capitale umano va ad alimentare i motori di altri Paesi. A Napoli ci sono ancora poche opportunità di lavoro qualificate rispetto alle possibili prospettive di carriera per le condizioni di salario offerte ai lavoratori. Deve quindi esserci un ambiente meritocratico altrimenti prevale la logica familistica».


Napoli capitale delle incompiute dall'area est a Bagnoli, quale è la sua risposta?
«Uno dei fattori fondamentali è il tempo: chi deve investire non può aspettare anni. Serve esperienza amministrativa e affidabilità. Non si può cambiare idea sempre e fare polemiche sterili senza concretezza».


Cosa butterebbe già dalla Torre?
«L'idea di accontentarsi, Napoli si abitua al peggio. Il nostro grande limite storico è l'assuefazione al peggio. Invece noi dobbiamo pretendere il meglio, ma dobbiamo lottare per pretenderlo, cosa che spesso non facciamo».


Tutti i candidati si definiscono civici.
«Un civismo senza l'apporto della politica non esiste, soprattutto quando si amministra una grande città la relazione politica è fondamentale per difenderne i diritti sul piano nazionale. Io sono un candidato indipendente, non ho nessuna tessera di partito. Nella mia coalizione ci sono civici ma alla luce del sole. Non dobbiamo vergognarci della buona politica che serve, anzi la dobbiamo costruire».


C'è una polemica che le ha dato o le dà particolarmente fastidio?
«Mi danno fastidio le polemiche sterili che non portano a nessun contributo a quello che è il bene della città. Possiamo distinguerci su visioni diverse della città, ma parlare del calcio o di vicende personali non è utile a nessuno men che mai ai cittadini».


La sua è una coalizione molto composita e a Napoli c'è chi teme anche che la città non sia in cima ai pensieri della Regione.
«Napoli è la città più importante della Campania e non ci può essere una Campania senza Napoli e viceversa, lavoreremo assieme. Voglio sottolineare che non ho mai condiviso il conflitto con De Luca del sindaco de Magistris, invece io baserò tutto sul dialogo: Napoli deve dialogare, con tutte le Istituzioni locali e nazionali».


Quante liste ci saranno al suo fianco?
«Partiti e movimenti stanno sviluppando una loro riflessione, poi faranno una proposta e alla fine arriveremo a un numero che sia plurale ma non pletorico».


Ci sarà una lista del candidato sindaco?
«Sì, e sarà espressione di categorie professionali, del lavoro, del volontariato, dei giovani, donne, sarà uno spaccato della Napoli che vuole rinascere».


Il suo avversario Catello Maresca ha definito un pacco per Napoli il Patto siglato con la sua coalizione per fare arrivare a Napoli finanziamenti straordinari.
«Napoli senza un aiuto esterno non risolve i problemi finanziari, è inutile raccontare favole, l'impegno politico dobbiamo pretenderlo non solo dalle forze che hanno sottoscritto il Patto».


Perché a Napoli la movida è un problema e non una opportunità?
«Dare uno spazio ai giovani e al loro divertimento è importante però questo deve essere compatibile con la civiltà dei comportamenti e i diritti dei residenti, dobbiamo spostare la movida in più punti, anche al Centro direzionale, per decongestionare le altre aree della città».

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