«La vera sfida per Napoli sta nella capacità di trasformare la città nell’ordinarietà, mobilitando le risorse pubbliche ma anche attraendo l’impresa privata che intenda muoversi nel rispetto delle regole. Napoli è una scommessa vincente: se ne diventiamo consapevoli noi per primi costruiremo la fiducia».
Lo ha detto Gaetano Manfredi, candidato sindaco di Napoli per il centrosinistra concludendo il confronto sul tema “Idee per la città nell’Italia che cambia” organizzato dal Sabato delle Idee, l’incubatore che punta a far sorgere nuovi spazi di discussione a Napoli e di risvegliare le capacità critiche e propositive della società civile.
Moderati dal direttore del Mattino Federico Monga, numerosi esperti dei temi legati all’urbanistica e al territorio si sono confrontati sulle criticità della città sotto molteplici punti di vista, e varie sono state le sollecitazioni e le denunce in vista di una necessaria progettualità che caratterizzi l’imminente campagna elettorale per il Comune.
«Speriamo che Napoli abbia un cambio decisivo con questa consultazione elettorale.
Preoccupazioni condivise da Antonio Buonajuto della Fondazione Castel Capuano, secondo cui «Siamo ancora prigionieri della politica. Serve una svolta che consenta di riappropriarsi del controllo sociale”. E dal rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa Lucio D’Alessandro, per il quale i candidati sindaco devono “porsi degli obiettivi elevati, parlando di un dialogo che faccia nascere le idee».
«Perché - ha osservato Antonio Di Gennaro - non c’è maggiore e degradante povertà di chi ha la ricchezza e non ne sa usufruire, come oggi accade per Napoli».
Per l’assessore regionale al Territorio Bruno Discepolo «Il limite dell’attuale amministrazione sta nel non aver pensato in chiave di area metropolitana». Ottica invece, alla quale guarda Manfredi:
«Napoli oggi è ferma, ha bisogno di quel dinamismo che altre città italiane hanno avuto. Dobbiamo immaginare una nuova visione della città che abbia una dimensione che vada al di là del perimetro comunale, con una prospettiva programmatoria sull’area metropolitana, e con una dimensione policentrica che punti al decongestionamento dei luoghi. Lavorare, quindi, sul turismo, che ha presenze minori rispetto a Venezia e Firenze, distribuendo i visitatori su tutta l’area metropolitana. E dobbiamo avere una visione che metta insieme il bisogno, la dignità delle persone ed il decoro urbano con una nuova visione di sviluppo che guardi alla città come luogo di nuove opportunità, di attrazione di investimenti. Se vogliamo veramente cambiare dobbiamo mettere in campo tutte le energie possibili», ha concluso Manfredi.