Elezioni comunali a Napoli, Pd e M5S in alto mare: l’idea del nome civico per salvare l’alleanza

Elezioni comunali a Napoli, Pd e M5S in alto mare: l’idea del nome civico per salvare l’alleanza
di Luigi Roano
Mercoledì 24 Marzo 2021, 23:30 - Ultimo agg. 25 Marzo, 18:39
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È sull’asse Roma-Napoli che si misurerà la reale consistenza e la vita stessa dell’alleanza politica e strategica tra Pd e M5S. E quello che accadrà nella Capitale sulla scelta del candidato sindaco influenzerà la scelta a Napoli e viceversa. L’ex segretario del Pd e presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti in questa partita è un fattore non trascurabile. Dovesse essere lui il candidato sindaco a Roma cambierebbe la geografia dei candidati in nomination nelle grandi città e non solo. Questa la cifra politica che esce dal vertice tra il segretario dem Enrico Letta e il nuovo capo dei grillini l’ex premier Giuseppe Conte.

«Chi va da solo è meno efficace e, a partire dalle prossime amministrative, c’è la volontà di confrontarci per trovare soluzioni più efficaci» racconta Conte.

Dal Nazareno sono meno cauti e arriva lo slogan di giornata: «Incontro andato davvero bene, parte il cantiere delle comunali». La sostanza è che se non si sblocca Roma, pur mancando almeno sette mesi al voto, è difficile organizzare alleanze e programma e individuare i candidati. E ieri a Roma - subito dopo il vertice dei segretari - l’ex segretario Zingaretti ha licenziato la sindaca Stefania Raggi: «Si ricandida? Una minaccia per Roma». Non una carezza come quelle che si fanno agli amici. Ne è venuta fuori una bagarre con Pd e grillini che se le sono suonate di santa ragione e si sono contati nel consiglio comunale capitolino, dove la Raggi si è salvata per un voto come de Magistris a Napoli. «Qui da noi invece c’è molta serenità e tranquillità» fanno sapere dal quartier generale sia del Pd che di M5S. Stanno davvero così le cose?

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Letta, poche ore dopo l’insediamento al Nazareno, ha dovuto bloccare Roberto Gualtieri, ex ministro Pd del Governo Conte 2 che si era già lanciato come candidato sindaco di Roma. Uno stop che ha fatto pensare come Zingaretti possa essere effettivamente il candidato per la Capitale, anche se non mancano le controindicazioni che bloccano di fatto anche Napoli. L’ex segretario dovrebbe lasciare la presidenza della Regione Lazio - storicamente territorio della destra - e tuffarsi in una avventura complessa. Senza sapere nemmeno se i grillini davvero siano disposti a mollare la Raggi. Dovesse essere Zingaretti il successore della sindaca Raggi a Napoli lo scenario di Roberto Fico - il presidente della Camera - quale candidato sindaco assumerebbe concretezza vera con o senza il via libera del governatore Vincenzo De Luca.

Come finirà? Roma è un vulcano più acceso del Vesuvio e se non si placa il fuoco e la bagarre sarà difficile capire come andranno le cose. Perché impossibile sedersi intorno al classico tavolo e aprire la discussione. Di sicuro il Pd vuole Roma e i pentastellati in buona parte vorrebbero che la Raggi facesse il passo indietro. Per poi puntare su Napoli dove hanno uno zoccolo duro di sostenitori legati al «Reddito di cittadinanza» e Fico gode di una popolarità importante. Per ora nessuna delle due condizioni ha sostanza. Si tratta solo di pensieri e parole. Fatta eccezione per quelle di Zingaretti che hanno il sapore della sfida non alla Raggi ma ai due partiti. 

In queste ore convulse mediatori e pontieri dei cosiddetti “territori” stanno lavorando a una opzione che salverebbe l’alleanza: mettere in campo due candidati civici per la Capitale e per Napoli. Che consentirebbe di far andare avanti il dialogo tra le parti e aprire Pd e M5S alla «società civile», anche questo ormai un puro slogan logoro e abbastanza vuoto di contenuti. Tuttavia, mentre a Napoli i dem oggettivamente hanno una possibilità di scelta seria, tra i civici non si può dire lo stesso per i grillini. Per esempio il Pd tiene in caldo Gaetano Manfredi, tecnico di area dem già ministro per l’Università scelto da Conte quando era premier.

Manfredi è anche ex rettore della Federico II e non provocherebbe scompensi con De Luca che sembra gradirlo abbastanza. Siamo anche qui nel regno delle opzioni e “dei si dice”. Perché la cosa vera è che Manfredi non si è mai espresso sulla candidatura a Napoli però ha fatto trapelare uno stato d’animo non esattamente gioioso. Nel mondo grillino, invece, oltre Fico si stenta a individuare personalità di spessore, che sicuramente ci saranno, ma che restano per ora ben al coperto. 

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