Elezioni a Napoli, la scelta del sindaco non scuote i napoletani: riaprono le urne, c'è tempo fino a oggi

Elezioni a Napoli, la scelta del sindaco non scuote i napoletani: riaprono le urne, c'è tempo fino a oggi
di Luigi Roano
Domenica 3 Ottobre 2021, 23:30 - Ultimo agg. 4 Ottobre, 18:34
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È vero, c’è ancora tempo fino alle 15 di oggi, ma il timore della diserzione dalle urne dei napoletani, stando ai numeri della prima giornata di votazioni, è un grosso campanello d’allarme: quello di coloro che non si recano alle urne resta a oggi saldamente il primo partito della città. Alle 12 di ieri a votare si era recato solo il 10,18% degli aventi diritto, nel 2016, ma si votava nella sola giornata di domenica la quota era del 15% e alla fine della tornata elettorale il dato che venne fuori è che un napoletano su due aveva deciso di restare a casa infischiandosene altamente di decidere anche con il proprio voto chi avrebbe indossato la fascia tricolore. Come finirà oggi? Napoli ieri era piena di sole e pienissima di persone, solo ai seggi invece zero file. Un dato che stride con l’immagine di alcune piazze della città piene per i comizi di chiusura. 

Oggi il meteo prevede un’altra giornata di sole ma di lunedì la gente va al lavoro, troverà la voglia di recarsi alle urne? Da cosa dipenda questo astensionismo di massa - un trend che dura ormai almeno da una decina di anni - è difficile stabilirlo.

C’entra la disaffezione per la politica, e almeno a Napoli gli schieramenti tradizionali di centrosinistra e centrodestra sono scesi in campo pesantemente e questa potrebbe essere una chiave di lettura. Tuttavia se questa fosse una chiave di lettura in campo ci sono anche candidati civici nel vero senso della parola e l’astensionismo non è un buon segnale nemmeno per loro. Vale a dire che i cittadini elettori non si fidano tanto nemmeno di loro. Ma ci sono almeno altri due fattori da tenere presente in funzione dell’astensionismo per questa tornata elettorale: si tratta della più lunga campagna della storia della città, si doveva votare a maggio invece si vota ad ottobre. Oltre 250 giorni di esposizione per tutti i candidati sono una enormità, se la campagna elettorale diventa una routine difficile poi che ci sia lo stato d’animo per andare alle urne. In secondo luogo c’è ancora la pandemia e il timore del Covid. Anche qui però vale la pena fare un distinguo: se la gente sta in strada, va ai ristoranti, si siede ai tavolini del bar e va al cinema perché avrebbe poi il timore di andare ai seggi? 

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I numeri - come sempre - sono una fotografia della situazione e allora mettere a confronto le Comunali con le Regionali del 2020 può essere utile per capire la tendenza dei napoletani ad andare al voto. A partire dal dato delle 19 di ieri che ha fatto segnare il 25,44% di partecipazione. All’epoca per le Regionali come oggi per le Comunali si votava su due giorni, domenica e lunedì. Alle 12 i votanti erano il 10,39% degli aventi diritto che diventò il 23%, alla rilevazione delle 19. Vale a dire che rispetto alle Regionali alle urne è andato il 2,5% di più di elettori. L’impennata arrivò dalle 19 alle 23 quando i votanti furono il 38,14. Il lunedì si arrivò al 46,10%. Nella sostanza nella giornata lavorativa andò ai seggi solo l’8% dei napoletani che pure in quell’epoca ebbero una grande innamoramento per Vincenzo De Luca - che vinse le elezioni - nato per la gestione della pandemia che mise in campo il governatore. Se il comportamento degli elettori fosse lo stesso, nessuno dei candidati vincerebbe al primo turno e ci sarebbe il ballottaggio deciso dal 46-48 per cento dei napoletani. Cioè meno di un napoletano su due si sarebbe recato alle urne. Una mezza bocciatura per tutti gli aspiranti sindaci che in questo caso non sarebbero stati capaci di convincere la maggioranza dei cittadini a votarli.

Non solo Napoli tra le grandi città italiane soffre del male dell’astensionismo. A Milano alle 12 aveva votato solo l’11%, più o meno lo stesso dato di Napoli come a Roma fermo all’11,8. Con Firenze al 13,9 e Torino al 10,66. Insomma, nelle grandi città alle urne sono andati in pochi ovunque con un netto crollo dei votanti. Nella area metropolitana di Napoli la percentuale di votanti rispetto al capoluogo è appena più alta, al 27,63. A testimonianza che in questi anni la politica dalle nostre parti tira davvero poco. 

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