Sicuramente è la prima volta che si ritrovano assieme nella stessa sala. E tutti, parliamo dei maggiori competitor di queste comunali, firmano il patto per Napoli proposto dai giovani imprenditori e professionisti: sono i dieci punti della next generation Napoli. A far incontrare candidati ed esponenti delle categorie produttive è stata Rossella Paliotto, presidente della fondazione BancoNapoli, che cura tutta la regia con la firma finale al documento di Alessandra Clemente, Antonio Bassolino, Gaetano Manfredi, Catello Maresca e Rossella Solombrino. Con l'impegno di quest'ultimi, in caso di vittoria, a convocare un tavolo di confronto trimestrale per monitorare lo stato di avanzamento delle proposte con i giovani professionisti. Ma il patto prevede anche l'istituzione di un assessorato dedicato al monitoraggio dei fondi del Recovery Fund e l'approvazione di un nuovo Piano urbanistico (Puc) che risale ormai ad oltre trent'anni fa. Tra le proposte anche l'attuazione delle norme in materia di semplificazione amministrativa e un programma di riqualificazione delle risorse umane, alla luce di un'evoluzione digitale improcrastinabile per i servizi al cittadino.
IL DOCUMENTO
«I toni delle campagne elettorali sono spesso aspri e non permettono di ragionare sulle proposte. Ecco perché i giovani imprenditori e professionisti hanno voluto dare un contributo concreto e noi abbiamo chiesto ai candidati di venire ad ascoltare i giovani, lasciando da parte, per un'ora, lo scontro elettorale. E la fondazione vigilerà che si rispetti il patto firmato in questa sala», spiega la Paliotto prima del confronto in cui i candidati sindaco erano tenuti solo ad ascoltare proposte ed interventi.
Tutto condensato nei dieci punti del patto in cui i professionisti non chiedono altro che una città più smart in cui la burocrazia funzioni e, naturalmente, che si riapra la galleria Vittoria.
GLI INTERVENTI
«Partiamo dalla consapevolezza che è necessario avere una visione per la nostra città e dobbiamo quindi immaginare e vedere cosa sarà Napoli da qui a 30 anni», spiega Alessandro Di Ruocco, presidente dei giovani imprenditori dell'Unione industriali che lamenta il peso enorme della burocrazia. «Napoli nella classifica delle città smart è al punto più basso», spiega ad esempio Claudio Arcuri, numero uno dei giovani commercialisti che aggiunge: «Siamo consapevoli della difficoltà di amministrare una città come Napoli e in questo momento più che mai occorrono il coraggio e la forza di intraprendere un percorso virtuoso che porti la nostra città ad avere il posto che merita nel panorama internazionale.
«Dopo dieci anni in cui la parola d'ordine è stata rivoluzione, serve il ritorno alla sana normalità. L'antipolitica, che pure tanto successo ha avuto a Napoli con esperimenti che si sono allargati a livello nazionale, non è utile anzi è dannosa per governare una lenta e articolata macchina amministrativa come il Comune. A cui mancano, ricordiamolo sempre, non solo risorse economiche ma anche e soprattutto uomini», è il grido d'aiuto, invece, che lancia Massimo Di Santis, presidente del gruppo giovani Confapi.
«È stato molto utile ascoltare queste proposte», commenta Manfredi che sottolinea come «il tema della collaborazione istituzionale che per noi rappresenta una condizione imprescindibile per risollevare le sorti della città». «Sono contributi su diversi temi molto interessanti e mi fa piacere che si sia sottolineato la necessità del dialogo», dice invece Bassolino. «Nella città che vogliamo costruire immaginiamo di dare rappresentanza in giunta agli under 40, così che lavorino in sinergia con il primo cittadino», assicura invece Maresca.