Comune di Napoli, de Magistris resta in bilico: due voti per sventare il ko

Comune di Napoli, de Magistris resta in bilico: due voti per sventare il ko
di Luigi Roano
Domenica 6 Dicembre 2020, 13:00
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Non è alla canna del gas, ma ne sente l'odore la maggioranza small che regge il sindaco Luigi de Magistris. Una puzza che sa di rancido - che resterà nelle narici per tanto tempo soprattutto a sinistra dove benediranno i voti o il non voto di Fi e qualche altro aiutino che si sta profilando - che non basterà tuttavia a tramortire l'ex pm e i suoi. Perché la sensazione è che anche questa volta se la caverà, pur non arrivando a 21 voti che è il minimo sindacale per avere una maggioranza politica e anche una dignità politica. Tant'è, nonostante tutto, c'è un pezzo di città, rappresentato da creditori, commercianti, piccole imprese e appunto dei moderati di Fi che ritiene di non far saltare l'ex pm sia utile a Napoli proprio per salvaguardare gli interessi dei creditori. I primi a pagare un eventuale default. In questo contesto de Magistris sta preparando una exit strategy per restare in sella fino al termine del mandato che scadrà a maggio. E chissà, tenersi una porticina aperta al tavolo di centrosinistra. Perché l'idea di ritirare Alessandra Clemente dalla candidatura a sindaco per sedersi al tavolo - se dovesse scamparla - resta buona. Procediamo con ordine. 

Quando si tornerà in Aula per discutere ed eventualmente approvare il bilancio di previsione 2020-22? La conferenza dei capigruppo si riunirà domani, è la doppia data individuata va da giovedì 10 a sabato 12 non fosse altro perchè il 13 scade la diffida del prefetto, non ci sarebbe più agibilità per la scadenza dei termini.

Anche questa volta si gioca sulla ormai famosa doppia convocazione. Cioè, non ci fossero i numeri alla prima seduta, vale a dire intoppi nell'accordo con Fi, ci sarebbe un'altra seduta per tentare il tutto e per tutto. Per capire quanta tensione c'è tra gli arancioni sulla vicenda anche per la conferenza dei capigruppo, per essere sicuri delle date, ne sono nati all'improvviso due di gruppi: quello «Misto di maggioranza» con dentro Vincenzo Solombrino, Luigi Zimbaldi e Ciro Langella. E «Davvero» con Stefano Buono, Marco Gaudini e Sergio Colella che addirittura proviene da demA. Con questa manovra de Magistris si è assicurato altri due capigruppo alla conferenza dove si decidono le date. 

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Gli arancioni del sindaco sono arrivati a quota 19, hanno ormai inglobato Anna Ulleto che stava nel misto, eletta con il Pd, ma uscita dai dem praticamente subito. La Ulleto voterà sì al bilancio. Le opposizioni sono ferme a quota 16, gli indecisi sono ben 6: Maria Caniglia, Salvatore Guandi, Mimmo Palmieri Armando Coppola, Stanislao Lanzotti e Gaetano Troncone. De Magistris punta a conquistare altri due sì ma l'impresa è ai limiti dell'impossibile. Le attenzioni sono puntate soprattutto su Guangi (Fi) e Palmieri (Napoli popolare) entrambi vicini a Stefano Caldoro che in una intervista a Il Mattino ha dichiarato che non bisogna far saltare il sindaco. Una linea maggioritaria tra gli azzurri, almeno a oggi. Poi il futuro è nelle mani di Dio perché in Forza Italia comunque ci sono anche tanti dubbi. Se Palmieri dovesse votare favorevolmente al bilancio de Magistris arriverebbe a quota 20, non ancora in sicurezza perché dall'altra parte se tutto il resto degli indecisi dovessero votare no arriverebbero a 21. Per stare al Coperto al sindaco servono altri 2 voti perchè pure con il pareggio non ci sarebbe la maggioranza sul bilancio. E qui il regolamento viene in soccorso. Sul tabellone luminoso delle votazioni ci sono 4 voci: «Favorevole, contrario, astenuto e non voto». Quest'ultima opzione consentirebbe ai consiglieri comunali di non votare il bilancio, ma di farlo passare sottraendo numeri alla parte avversa. Insomma, la salvezza dell'ex pm non passa per una rivoluzione politica, ma per un bizzarro e bizantino regolamento che permette di non esprimere una preferenza pur votando.

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