Si entra nel vivo del Patto per Napoli. Il Consiglio comunale è chiamato nella seduta di oggi a votare gli aumenti dell'Irpef e della tassa di imbarco, oltre al bilancio consolidato, previsti dall'accordo tra Palazzo San Giacomo e il Governo che porterà nelle casse dell'Ente 1,3 miliardi di euro nei prossimi 20 anni. L'obiettivo è quello di abbattere il disavanzo del Comune, che ammonta a 2,2 miliardi di euro sui 5 miliardi di debito complessivi. Le misure fiscali sono due: balzello per l'addizionale Irpef dello 0,1 per cento e l'aumento di due euro della tassa di imbarco. Se n'è discusso ieri durante una commissione speciale Bilancio alla quale ha preso parte anche l'assessore Pier Paolo Baretta.
Quello più doloroso per i napoletani è l'aumento dell'addizionale comunale, a partire dal 2023, con la soglia di esenzione elevata a 12mila euro. All'aumento Irpef per il prossimo anno è previsto un ulteriore più 0,1% nel 2024. Su quest'ultimo, la maggioranza del sindaco Manfredi, proporrà un emendamento - già presentato dal presidente della commissione Bilancio Walter Savarese - che porterà la firma di tutti i capigruppo, per rinviare alla fine del 2023 il balzello aggiuntivo. Aperturista Baretta: «Si può rinviare il successivo aumento Irpef - del 2024 - al termine dell'esercizio 2023. Serve però la condivisione di tutta la maggioranza trattandosi di un argomento che riguarda i rapporti del Comune con il Governo, legati al Patto per Napoli».
Nel Patto è prevista tra l'altro una clausola di salvaguardia che prevede il diritto per il Consiglio comunale di poter scegliere di modificare il piano in ogni sua parte. Nel 2023 l'incremento derivante dall'Irpef sarà di 5,9 milioni di euro, che nel 2024 diventano 15,6 milioni. In due anni il Municipio punta ad incassare dunque 21,5 milioni di euro. Sugli aumenti legati alla tassa aeroportuale l'amministrazione tira dritto: «Non siamo in grado di rinunciare alla tassa di imbarco - rimarca Baretta -. Siamo contrari a sostituirla con una misura che possa portare degli aggravi maggiori per i cittadini. Se il governo riterrà di agire noi siamo pronti a discutere ma per il momento si va avanti così» mettendo a tacere le polemiche sollevate da Gesac in questi ultimi giorni. La società di gestione degli aeroporti di Napoli e Salerno ha espresso «sconcerto» per «l'incremento della tassa d'imbarco aeroportuale» considerandola «un danno per la città, i cittadini e gli operatori economici». La replica di Nino Simeone (presidente commissione Mobilità): «Se non la smettono con queste ingerenze, senza tra l'altro nessun riscontro in termini di proposte concrete, presenterò domani (oggi per chi legge, ndr) un emendamento per introdurre, oltre alla tassa di imbarco, anche la tassa di sbarco. Così abbiamo risolto il problema dell'aumento Irpef». Una provocazione? Neanche tanto. Simeone si dice pronto allo scontro con Gesac: «Invece di polemizzare facciano una proposta». Dall'aggravio della tassa di imbarco il Comune dovrebbe incassare 10 milioni all'anno. «L'atto va approvato entro il 31 dicembre - spiega Baretta - Poi andrà definito l'accordo con le compagnie aeree».
Il bilancio consolidato ha ricevuto il parere «favorevole» dei Revisori dei Conti, che però segnalano «la tardiva trasmissione della documentazione, tra l'altro insufficiente e non conforme, da parte della partecipata Terme di Agnano in liquidazione, che non ha consentito all'Ente di procedere al consolidamento dei dati». I Revisori, pertanto, invitano il Comune «a valutare se ci sono gli estremi per l'applicazione delle sanzioni previste dal regolamento sul controllo analogo con la rimozione dell'organo di governo dell'organismo partecipato». Per il senatore di Forza Italia, Francesco Silvestro, «l'ordine del giorno con il quale si chiede al sindaco di azzerare le nomine di De Magistris, può andar bene se si vincola l'amministrazione a nuove scelte legate alla professionalità, alla competenza, ai curricula. Per questo motivo - conclude - Forza Italia chiede che l'ordine del giorno venga riscritto».
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