Comune di Napoli a rischio dissesto: il bilancio bocciato dai revisori

Comune di Napoli a rischio dissesto: il bilancio bocciato dai revisori
di Pierluigi Frattasi
Mercoledì 23 Maggio 2018, 09:01 - Ultimo agg. 21:01
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Dismissioni bloccate, riscossioni di affitti, tasse e multe stradali ferme al palo. Ammanchi per decine di milioni di euro rispetto agli obiettivi. Flop sulla lotta all’evasione, nonostante gli sforzi di recupero. Zero incassi sui canoni per le luci dei morti ai cimiteri. Uso sistematico e disinvolto delle anticipazioni di tesoreria, con ben 423 milioni di euro su 432 di fondi vincolati usati per altro e non reintegrati e interessi passivi per quasi un milione di euro. Ecco i motivi che hanno portato i revisori dei conti del Comune di Napoli a dare parere negativo, con prescrizioni, al rendiconto di bilancio del 2017 che va in aula oggi. Per il Collegio è a rischio anche il salvataggio di Anm, a causa della difficoltà di avere dati attendibili nel raffronto tra i bilanci delle società partecipate e i conti del Municipio. Tra le voci sforate, secondo i revisori, anche le spese per consulenze, sponsorizzazioni e rappresentanza: nel 2017 ben 611mila euro, circa 300mila euro in più rispetto al tetto massimo.

Da qui la «bocciatura» del bilancio. «Non si esprime parere favorevole - scrivono i revisori Nicola Giuliano, Giuseppe Criscuolo e Giuseppe Riello - per l’approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2017 e si invita l’organo consiliare ad adottare i provvedimenti di competenza. Il Collegio dei revisori prescrive che l’ente provveda tempestivamente ad adottare le attività necessarie al superamento di tutte le riserve espresse, garantendo la salvaguardia degli equilibri». Ok, invece, sull’aumento del disavanzo di 12,7 milioni di euro spalmato sul 2020 nel bilancio triennale. In totale il disavanzo accertato per il 2017 ammonta a 1,7 miliardi.
 
Bucati 5 parametri su 10 di deficitarietà strutturale, al sesto per il Comune scatterebbe il crac. Ma «l’ente non è in dissesto», precisano i revisori, che sospendono il giudizio in attesa del termine dell’istruttoria della Corte dei Conti sulla riformulazione del piano di riequilibrio approvata il 19 febbraio scorso. Intanto, la relazione sul rendiconto sarà trasmessa alla Sezione di Controllo della Campania. Inviata in Procura contabile, invece, la relazione sui debiti fuori bilancio riconosciuti per il 2017 per 276,5 milioni di euro, in gran parte derivanti da sentenze esecutive. Mentre il Comune ha già ottemperato alla richiesta dei giudici contabili di riaccertare debiti e crediti incerti per il passato. Con delibera del 27 aprile sono stati eliminati ben 337,3 milioni di crediti ante 2016 e 101,5 milioni di debiti.

Smorza i toni l’assessore al Bilancio Enrico Panini, intervenuto ieri in commissione: «Il parere dei revisori sul rendiconto non è vincolante. Si tratta di una relazione che evidenzia alcune criticità e fornisce prescrizioni per la gestione alle quali ottempereremo. Nel 2017 abbiamo ridotto il disavanzo di 160 milioni, nonostante la riduzione dei trasferimenti dallo Stato. Avviato iniziative straordinarie sul versante sofferente dei tributi, con più 20 milioni incassati sulla Tari».

Ecco tutte le prescrizioni dettate dai revisori.

Dismissioni. Si parte dalla vendita flop degli immobili, piatto forte del piano di risanamento. «Su 176,4 milioni di incassi previsti per il 2017, si sono concretizzati solo 4,2 milioni». Manca un inventario dei beni, anche se il Comune proprio quest’anno ha messo in bilancio 200mila euro per redigerlo, e un regolamento di contabilità aggiornato.

Cimiteri. Dalle luci dei morti non è arrivato neanche un euro a causa del contenzioso tra Comune e vecchio Gestore Eav e a causa dei rapporti con la Selav. «Non è stata realizzata nemmeno l’entrata derivante dalla gestione dell’illuminazione lampade votive di 3,6 milioni».

Riscossioni. I revisori sottolineano «l’incapacità dell’ente a incassare le entrate proprie e i proventi degli immobili destinati al ripiano del disavanzo». Un cane che si morde la coda, perché questo allunga i tempi dei pagamenti delle fatture - nel 2017, 310,45 giorni - comportando la formazione di significativi interessi passivi.

Imu. Bene l’Imu, la tassa sulla casa. Entrate aumentate di 9,8 milioni sul 2016. Restano da recuperare 116 milioni. L’anno scorso i residui attivi riscossi sono stati 14 milioni. Altri 5,3 milioni sono stati eliminati o riaccertati.

Rifiuti. Una voragine. Entrate ridotte per Tarsu e Tia per 23,5 milioni. Resta da scalare una montagna da 480 milioni di crediti passati. Male anche la Tari, con minori entrate per 537mila euro, a fronte di crediti per 426 milioni. «Esigua limitata e preoccupante riscossione».

Permessi a costruire. Crescono le entrate da 4,6 a 7 milioni riscossi. Restano residui per 1,8 milioni.

Multe stradali. Aumentano in valore assoluto, ma diminuiscono le percentuali di incasso. Nel 2015 su un accertato di 114,8 milioni sono stati riscossi 18,8 milioni (16,37%). L’anno dopo si è scesi a 78,8 milioni di accertato, riscossi 15,8 milioni (20,11%). Nel 2017 le sanzioni al codice della strada accertate ammontano a 103 milioni, con 19,4 milioni riscossi (18,85%). Resta un residuo di 71,4 milioni, che si aggiunge alle multe degli anni passati non riscosse. Su 2,1 miliardi infatti gli incassi si sono fermati a 62 milioni (2,9%). «Si osserva una notevole e persistente difficoltà, ormai storicizzata, nel recupero delle entrate», scrivono i revisori.

Case popolari. Crollano le entrate dai fitti per 21,3 milioni. Su 114 milioni, riscossi solo 27 milioni. Altri 65 eliminati. Restano residui totali per 45 milioni.

Servizi a tariffa. Vanno meglio le entrate da servizi a domanda individuale (asili nido, case riposo, cimiteri, impianti sportivi, mercati, refezione). Con 14,2 milioni di proventi, contro 33,8 di costi, la percentuale di copertura del 36% è ampiamente superata: 42,15%, più dell’obiettivo (41,10%). Male solo i cimiteri con una percentuale ferma al 51%.

Lotta evasione. «Non sono stati conseguiti i risultati attesi», scrive il Collegio. Nel dettaglio, su un obiettivo di recupero del sommerso di 42,7 milioni per ICI-Imu ci sono 2,8 milioni riscossi (6,54%), restano 39,9 milioni; Tarsu-Tia-Tasi, incassati zero euro su 21,9 milioni, così come su Cosap-Tosap su 3 milioni. In totale sono stati riscossi solo 2,8 milioni (4,13%) su 67,6 milioni. Restano altri 64,8 milioni. «Si osserva una evidente, limitata e preoccupante capacità di riscossione». D’altra parte, però, i revisori sottolineano anche risultati positivi, come 177 milioni di entrate straordinarie, che includono oltre alle multe stradali, anche 67,4 dalla lotta evasione e 7,4 da permessi a costruire.

Crediti vecchi. Per quanto riguarda i residui attivi, su un totale di 4,2 miliardi, le riscossioni sono state 531,4 milioni: il 12,63%. I revisori scrivono che «è necessario migliorare decisamente le procedure interne per il riaccertamento dei residui attivi e passivi».

Partecipate. Le società controllate sono un vero buco nero. I revisori ne analizzano 12, verso cui il Comune vanta un credito di 77 milioni a fronte di 80,4 milioni di debiti delle società verso il Comune. Con una differenza di 3,3 milioni. Il Municipio poi sconta debiti per 366,7 milioni arretrati. Le società vantano crediti per 349,5 milioni verso il Comune, con una differenza di 17,2 milioni. I contratti di servizio sono costati 373,2 milioni. «Si riscontrano notevoli discordanze tra i dati esposti nella contabilità dell’ente e quelli delle contabilità delle singole partecipate. Tale circostanza induce il Collegio ad esprimere forti perplessità sulla attendibilità dei predetti dati, soprattutto per Anm».
 

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