Spesa congelata, il Comune di Napoli si adegua alla Corte dei Conti

Spesa congelata, il Comune di Napoli si adegua alla Corte dei Conti
di Valerio Esca
Lunedì 17 Settembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 16:29
3 Minuti di Lettura
Il Comune di Napoli spesa congelata. Il blocco della spesa, imposto dalla Corte di Conti, che mette in discussione la «veridicità» dell'ultimo bilancio di previsione 2018-2020 e del rendiconto 2017 (approvato a maggio), rischia di produrre effetti devastanti per Palazzo San Giacomo. Tutti gli atti relativi alle manutenzioni, le spese ai fornitori, le gare in atto e quelle già affidate restano congelate. Dopo la tegola che si è abbattuta sull'ente dalla magistratura contabile, il ragioniere generale del Comune, Grimaldi, ha fatto partire una circolare diretta ad assessori e dirigenti, con la quale dispone «il blocco della spesa» e sottolinea che per il prossimo futuro potranno essere impegnate solo le risorse che rientrano «nelle obbligazioni derivanti dai provvedimenti giurisdizionali esecutivi», ovvero eventuali contenziosi o pignoramenti ai quali il Comune dovrà comunque far fronte; «gli oneri tassativamente regolati per legge», come il pagamento di acqua, luce, spazzatura, oltre ai mutui e agli stipendi dei dipendenti; «le spese necessarie ad evitare che siano arrecati danni patrimoniali gravi all'ente». Le uniche risorse che potranno essere impegnate sono quelle che rientrano nelle «prestazioni sociali», ma soltanto nei limiti di quanto finanziato dallo Stato.
 
Quali spese sono a rischio? In pratica tutte, o quasi. Basti pensare alle manutenzioni non necessarie (laddove non ci sia un pericolo imminente per la pubblica e privata incolumità), ai creditori dell'ente che non sono in possesso di ordine esecutivo della magistratura e che vedranno così slittare i pagamenti (già oggi fermi a due anni e mezzo) e lo straordinario dei dipendenti comunali. Alto il rischio di uno stop per i ticket mensa, che pesano sulle casse del Municipio dieci milioni di euro l'anno. Una scia lunga che colpirà anche le 129 assunzioni, previste entro dicembre, che costerebbero all'ente 3milioni 200 mila euro solo nel 2019. Queste non rientrano infatti in nessuna delle spese considerate «necessarie» dal ragioniere generale. Stesso discorso vale per le decine di gare pubbliche, diverse delle quali già affidate, che sono state prontamente revocate, come i lavori di messa in sicurezza in vico Trone a Materdei, in attesa da quattro anni delle opere di messa in sicurezza di uno stabile a rischio. Il risultato è che i 191mila euro destinati ai lavori non ci sono più e che la strada resterà chiusa chissà ancora per quanto tempo. Senza considerare che la scuola «Fava» di vico Trone, seppur funzionante, resterà agibile solo parzialmente, con una parte dell'edificio non accessibile a causa del pericolo di crollo. Così come i lavori già programmati dal servizio tecnico dell'ottava Municipalità (Scampia), con i quali si sarebbe dovuto far fronte alle criticità relative al patrimonio edilizio. E questi sono soltanto due esempi.

La magistratura contabile boccia in sostanza su tutta la linea le politiche economiche dell'ente evidenziando come le misure correttive messe in atto dal Comune risultino «inidonee a cautelare gli equilibri di bilancio». Perché? «Per effetto dell'errata ri-quantificazione del disavanzo nel riaccertamento straordinario» con effetti non soltanto sul rendiconto 2017, ma anche sulla manovra 2018-2020, approvata dal Consiglio comunale ad aprile. «La dimensione del disavanzo non ancora correttamente rilevata si legge nella delibera della Corte dei Conti - così come la mancata predisposizione di adeguate misure per far fronte allo squilibrio sull'esercizio 2019, rendono privi di copertura tutti i programmi di spesa autorizzati nel presupposto del minore disavanzo accertato con il rendiconto 2017». In buona sostanza il Comune non appare ad oggi fuori pericolo default. Finisce sul banco degli imputati anche l'ultimo piano di alienazione, che per i magistrati contabili risulterebbe «inadeguato a rendere finanziariamente sostenibile ed effettivamente coperti squilibri finanziari attuali e futuri». In quanto si tratta di un piano che, in parte, non è supportato da stime e valutazioni complete (mancano le perizie degli immobili), oltre «all'incapacità» dell'ente di generare un effettivo flusso di cassa con la vendita degli immobili. La misure correttive da applicare rimarca infine la magistratura contabile devono coinvolgere l'ampia platea dei soggetti interessati: giunta, Consiglio, responsabile del servizio finanziario, responsabili dei settori e Revisori dei Conti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA