Chiariamolo subito: il sindaco Gaetano Manfredi è affaccendato su ben altre cose, nella sua testa non c'è nessun pensiero particolare sulla giunta. Tuttavia, a livello politico una serie di eventi potrebbero abbattersi su Palazzo San Giacomo e in prospettiva incidere sull'assetto della giunta e dell'intera maggioranza. E qui i pensieri nel Municipio e tra i consiglieri comunali viaggiano alla velocità del suono. Di cosa si tratta? In primis il terremoto nei 5 Stelle dove la parola scissione è la più utilizzata in queste ore. Il duello all'ultimo sangue tra l'ex premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sul limite dei due mandati in Parlamento non fa dormire sonni tranquilli. Che effetto avrebbe la scissione su Palazzo San Giacomo e in Aula se il ministro in vista delle Politiche facesse un suo partito atteso che il sindaco è invece molto legato a Conte? Le elezioni non sono poi così lontane, finita l'estate sarà piena campagna elettorale e nella giunta Manfredi alcuni - non solo tra i 5 Stelle - ambiscono al salto in Parlamento. E ancora: c'è il problema della vicesindaca Maria Filippone afflitta da gravi problemi di salute e ricoverata in ospedale, una casella che non può restare scoperta per molto tempo. Infine, ma non ultimo, il tagliando alla giunta dopo un anno è sostanzialmente di routine, è capitato a tutti i predecessori di Manfredi. Dopo un anno o poco più un paio di caselle generalmente sono soggette al turnover. Ma procediamo con ordine.
Con l'arrivo di Claudio Cecere il gruppo degli ex grillini sale a 6 esattamente come quello del Pd: crescono i pentastellati in Aula in maniera inversamente proporzionale a quanto accade nelle urne come hanno evidenziato le ultime elezioni amministrative. Il gruppo è diviso sostanzialmente a metà: Con Conte e dunque con Roberto Fico ci sono il capogruppo Ciro Borriello, Salvatore Flocco e appunto Cecere, operazione pilotata da Borriello e approvata dal presidente della Camera. Con Di Maio Fiorella Saggese e Gennaro Demetrio Paipais. La sesta casella è quella di Flavia Sorrentino che al momento è equidistante. I due assessori pentastellati sono entrambi in quota Fico, si tratta di Emanuela Ferrante e Luca Trapanese. Se Di Maio facesse il suo partito potrebbe il sindaco non dare un assessore al ministro mettendo a rischio la tenuta della maggioranza stessa? Le posizioni divergenti tra i 5 Stelle hanno già prodotto uno strappo con il Pd dove nella Municipalità San Giovanni il presidente Alessandro Fucito ha infilato un ex grillino vicino a Di Maio. I contiani hanno chiesto di ritirare il loro esponente ai dem che hanno risposto picche. Il gioco dei posizionamenti in vista della scissione e delle Politiche è già iniziato, anche per questo Manfredi ha lasciato definitivamente campo libero ai presidenti sulla scelte degli assessorini.
Capitolo Pd, tre sono gli assessori in quota dem: Paolo Mancuso, che è il presidente provinciale del partito, Teresa Armato in quota Franceschini e Chiara Marciani, vicina al governatore Vincenzo De Luca. Tra i tre almeno uno è in forte odore di candidatura. Come si ricomporrebbe l'equilibrio in giunta tra le fila Pd se uno dei 3 si candidasse alle politiche? La tenuta stessa della maggioranza, se anche molto larga, è a rischio. I fuoriusciti da Fi che in consiglio comunale hanno due consiglieri e governano la prima Municipalità con Giovanna Mazzone, se dovesse vincere il centrodestra alle politiche starebbero ancora dalla parte del sindaco? Manfredi non pensa a questo che è solo un possibile scenario, ma certo l'autunno a livello politico si profila più caldo che mai.