Comune di Napoli al collasso, un «esercito» di 60enni

Comune di Napoli al collasso, un «esercito» di 60enni
di Valerio Esca
Martedì 21 Agosto 2018, 10:30
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Vigili urbani, istruttori amministrativi, addetti all'anagrafe e stato civile delle Municipalità, area tecnica contabile, ingegneristica e informatica. Ma non solo, tra le categorie sotto organico all'interno del Comune di Napoli ci sono anche giardinieri, sorveglianti parco e necrofori. Questi ultimi servizi risultano svuotati quasi completamente. Per non parlare dei dirigenti. Un servizio su due va gestito ad interim e il 55 per cento dei posti previsti in pianta organica per le posizioni dirigenziali è rimasto scoperto, nonostante il Comune abbia assunto 37 dirigenti a tempo determinato nel dicembre di due anni fa. Ma anche l'età conta, su 6638 dipendenti oltre il 50% ha oltre 60 anni. I numeri lasciano poco spazio all'immaginazione e il grido d'allarme del direttore generale Attilio Auricchio dimostra quanto l'ente consideri il depauperamento delle risorse umane una vera e propria «emergenza».

Negli ultimi sette anni, dal 2011 (anno di insediamento della prima giunta de Magistris) ad oggi, sono andati in pensione più di cinquemila comunali. Lo stop al turn over, l'adesione al pre-dissesto nel 2012 e i vincoli stringenti sul risparmio della spesa del personale per i comuni in rosso hanno creato un mix micidiale, che restituisce oggi un municipio con interi settori semi deserti.
 
Le difficoltà maggiori sono senz'altro quelle legate al comparto sicurezza, dove opera la polizia municipale. In servizio oggi ci sono 1776 agenti, tra idonei, inidonei ed inidonei parziali, dati destinati ad assottigliarsi con il passare degli anni: dal 1 ottobre 2018 al 1 gennaio 2023 sono previsti 386 pensionamenti tra i caschi bianchi.

Facendo un parallelo con Torino, città che ha pressoché lo stesso numero di abitanti di Napoli (centomila in meno), si può notare il gap tra le due realtà. Nonostante Torino non abbia le difficoltà di Napoli per criminalità ed emergenza sicurezza può contare su circa 3200 vigili. In pratica la metà dei poliziotti urbani in circolazione per le strade di Napoli. La stessa carenza di personale si conta su settori strategici come gli istruttori amministrativi e gli addetti ai servizi anagrafe. Basti pesare a quante volte i cittadini napoletani si siano imbattuti in quei cartelli affissi presso gli uffici delle Municipalità: «Chiusi per mancanza di personale». Stesso vale per i giardinieri comunali e per i sorveglianti parchi. Servizi ridotti all'osso. Nel giro di tre anni più della metà dei 1400 addetti al verde andrà in pensione. Il Comune sta già pensando di esternalizzare l'intero settore affidandolo ad Asìa. Di necrofori presso i cimiteri cittadini ce ne sono soltanto cinque. Tanto che qualche mese fa si è resa necessaria la pubblicazione di un interpello aperto ai dipendenti comunali, categoria A e B, per ricevere disponibilità al trasferimento presso il servizio cimiteri. Su 6638 dipendenti di Palazzo San Giacomo ha risposto soltanto uno.

«Con cinquemila dipendenti in meno, nonostante le difficoltà, comunque reggiamo bene sottolinea il direttore generale del Comune Attilio Auricchio Sicuramente siamo più capaci di prima e stiamo tentando di razionalizzare al massimo le risorse che abbiamo. Va proprio in questa direzione la riforma approvata in giunta il 9 agosto. Le perdite sono da considerare trasversali, ma sicuramente ci sono alcuni settori nevralgici che ne hanno risentito di più. Cosa che per esempio non ci permette in alcune Municipalità di far funzionare come vorremmo alcuni uffici. I numeri parlano da soli: il personale del Comune di Napoli è composto dal 75 per cento da lavoratori che vanno dai 50 ai 66 anni. Stesso motivo per il quale non si riescono più a fare distacchi presso i gruppi consiliari».
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