Condono, la beffa dopo 35 anni di attesa: case escluse dall'ecobonus

Condono, la beffa dopo 35 anni di attesa: case escluse dall'ecobonus
di Carmen Fusco
Domenica 13 Settembre 2020, 11:00 - Ultimo agg. 17:42
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Per lo Stato restano abusivi. Anche se attendono da anni che qualcuno si pronunci. Che dica sì o no alla richiesta di condono. E che dia uno status a quelle case in cui continuano a vivere. Ad oggi sono più o meno 70mila le richieste di condono edilizio in tutta la zona vesuviana. Istanze delle quali molte restano parcheggiate da anni negli uffici tecnici dei Comuni della zona rossa che conta 25 centri tra le province di Napoli e Salerno.

I cittadini pagano per presentare la domanda, il Comune istruisce la pratica e poi, come raccontano da più parti, tutto si blocca in Sovrintendenza: è per questo che, a cominciare dai Comuni del Parco del Vesuvio ci sono decine di migliaia di domande di condono in attesa di una sacrosanta risposta che non arriva. Per loro, per gli abusivi pentiti, oltre al danno potrebbe arrivare anche la beffa: potrebbero non ricevere dal Governo i soldi per l'eco-bonus o per il sisma-bonus: un eventuale intervento di manutenzione straordinaria, finanziata con la maxi agevolazione fiscale, potrebbe determinare una modifica degli immobili, ovviamente vietata dalla legge che disciplina i condoni.

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Un problema nel problema che non è sfuggito al sindaco di Ottaviano, Luca Capasso, che ha scritto ai ministri Stefano Patuanelli, titolare del dicastero allo Sviluppo Economico, ed a Sergio Costa ministro dell'Ambiente, oltre che al presidente della Regione Vincenzo De Luca per chiedere «una immediata conferenza di servizi tra tutti gli enti coinvolti per modificare la legge e rendere sisma-bonus ed eco-bonus accessibili anche a chi ha fatto istanza di condono». Le strade, sostiene il sindaco di Ottaviano, sono due: o si affronta il problema dei condoni o si modifica la legge sulle agevolazioni fiscali: «Ci vuole il coraggio - dice - di affrontare il problema dei condoni e dare, finalmente, risposte».
 


Sono due le leggi sulle sanatorie edilizie che riguardano l'area del Parco Vesuvio, una del 1985 e l'altra del 1994. Ma la risposta alle istanze di condono è lentissima. A Ottaviano, per esempio sono circa 4100, le richieste di condono ferme senza una risposta all'ufficio tecnico. In più di 30 anni sono stati rilasciati solo otto condoni. Un iter lento e farraginoso, che trova il suo ostacolo principale soprattutto nel via libera dalla Sovrintendenza ai beni architettonici, ma a volte anche negli stessi Comuni, che pure ritardano a rilasciare o negare la sanatoria. Il sindaco di Ottaviano chiarisce: «Eco-bonus e sisma-bonus sono due ottime iniziative, consentono di rimettere in modo l'edilizia, ma escludere le case della zona rossa sarebbe da criminali. Mi aspetto che le istituzioni rispondano, diano un segnale». Capasso protesta: «Decine di migliaia di famiglie in queste case vivono, per queste case hanno pagato e tuttora pagano tasse e se vi abitano è perché nessuno ha dato loro una risposta. Qui non si tratta di favorire il cemento, qui è una questione di buon senso: si tratta di rendere le abitazioni sostenibili e anti-sismiche, perché dentro ci vive una larga fetta della popolazione vesuviana e, fino a prova contraria, italiana. O il Vesuvio, la Campania e il Sud non sono Italia? Altre parti della Nazione usano eco-bonus e sismabonus per riqualificare le loro case e noi dobbiamo essere condannati, ancora una volta, a un destino di arretratezza per la miopia della politica».

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A scuotere la testa, rispetto al bisticcio tra richiesta di condono ed accesso alle agevolazioni, sono anche i tecnici. Dice, infatti, l'architetto Patrizio Prisco: «Dove ci sono le domande di condono non c'è il principio della regolarità urbanistica e questo costituisce un ostacolo serio per l'accesso all'eco-bonus o al sisma-bonus. È difficile che entro il mese di dicembre del 2021, data in cui scadono i termini per accedere alle maxi agevolazioni, si possano dare le risposte che i cittadini aspettano ormai da trenta anni.
Per questo trovo giusta la sollecitazione a voler risolvere questa situazione». 

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