Confcommercio Campania scrive a De Luca: «Feste blindate penalizzano attività»

confcommercio campania
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Giovedì 16 Dicembre 2021, 14:58
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«Condividiamo la necessità di prevenire assembramenti ed ogni forma di comportamento che potrebbe facilitare la diffusione del contagio, chiediamo però di valutare l'opportunità di modificare alcune disposizioni, che risultano estremamente penalizzanti per le attività turistiche ed al tempo stesso appaiono assai poco significative dal punto di vista del contenimento del contagio».

Così Massimo Di Porzio, presidente Fipe-Confcommercio Campania, in una lettera indirizzata al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e all'assessore Antonio Marchiello. «Ci riferiamo in particolare - spiega Di Porzio - al divieto generalizzato di consumo di cibi e bevande per l'intera giornata dal 23 dicembre al 1° gennaio, che di fatto impedisce anche il consumo immediato di gelati e prodotti di pasticceria e rosticceria, penalizzando le migliaia di attività che si basano su questo genere di consumi d'impulso e che non possono essere certamente classificate tra quelle a rischio di provocare assembramenti.

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Un tale divieto crea difficoltà anche ai tanti turisti che attraverseranno la nostra regione durante le feste, per i quali l'assaggio delle nostre specialità di pasticceria, gelateria e street food tradizionale è una tappa imprescindibile».

Secondo Fipe-Confcommercio Campania «appare inutilmente penalizzante anche il divieto, per bar ed esercizi di ristorazione, di vendita per asporto di bevande in determinati giorni ed orari, specie alla luce del fatto che tale divieto non vale per gli esercizi commerciali di vendita al dettaglio, per cui, come del resto già accade, chi vorrà rifornirsi di alcolici da consumare in gruppo potrà farlo tranquillamente presso questi esercizi.

Chiediamo pertanto di rivedere tali misure, superando il divieto generalizzato ed  individuando nell'ordinanza gli orari ed i giorni maggiormente a rischio di assembramenti in modo da non penalizzare inutilmente migliaia di imprese già provate dagli effetti della pandemia e la nostra stessa immagine turistica», conclude Di Porzio.

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