Congresso Pd, caos a Salerno: «Si annulli il voto»

«Abbiamo presentato formale ricorso e ci auguriamo che venga esaminato quanto prima»

I candidati alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini e Elly Schlein
I candidati alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini e Elly Schlein
di Adolfo Pappalardo
Lunedì 6 Febbraio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 12:44
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Dopo i veleni, ecco i ricorsi. Uno, presentato dalla mozione Schlein, su Salerno dove da due giorni sono iniziati i congressi senza che, attaccano, siano stati avviati formalmente dalla commissione regionale e non si proceda ancora nel resto della regione. Infatti, ecco il paradosso, non si vota in tutta la Campania tranne che a Salerno dove, anche ieri, sono andate avanti le procedure nei circoli.

Come se nulla fosse. Eppure dopo Caserta è proprio a Salerno dove si addensano le maggiori ombre sul tesseramento. Qui ne hanno dichiarate 4489 e non ne risulta nessuna anomala o cancellata. Sembrerebbe un tesseramento svizzero anche se c'è un giallo che ha messo in allarme i vertici nazionali del partito che si occupano delle procedurte del voto congressuale: un maxi bonifico della federazione che ha pagato oltre 42mila euro per 1574 tessere in blocco. Altro che limite di tre. Caso unico non solo in Italia ma anche in Campania dove non si registrano casi del genere. A cominciare da Napoli dove, tanto per fare un paragone, non è partito alcun bonifico dalla Federazione di via Santa Brigida. E, anzi, si è deciso di tagliare 987 tessere perché non si è rispettato il limite di tre.

E dentro non ci è finito solo qualche militante in buona fede ma ignaro delle regole ma anche qualche furbetto che è arrivato a farne 80. Tutto tagliato. E pure a Caserta dove c'è sì una polemica feroce per un tesseramento che ha visto la lievitazione da 1968 tessere a oltre seimila in tre giorni ma non si registrano casi di maxi bonifici.

Tornando al voto di Salerno, già finito sotto ai riflettori, bisognerà attendere però che la commissione regionale per il congresso (presieduta dal parlamentare Ue Franco Roberti) si riunisca domani pomeriggio per esaminare il ricorso che chiede il blocco del voto già iniziato.

Mentre nelle altre province si rischia uno slittamento, o peggio, che non si tenga proprio il voto degli iscritti. «Il voto è dal 3 al 12 febbraio e abbiamo 120 circoli quindi abbiamo iniziato. Ho inviato il calendario alla segreteria regionale campana, mi avevano anche detto di attendere ma lo avrei fatto se mi avessero mandato una nota scritta», si è giustificato Giovanni Coscia, presidente della commissione salernitana del Pd.

Ma nella roccaforte del governatore De Luca tutto va avanti come se nulla fosse. In attesa di capire solo se Stefano Bonaccini (appoggiato proprio dall'ex sindaco di Salerno) eguaglierà le percentuali raggiunte qui dai suoi predecessori. Nel 2013, tanto per carpirci, Matteo Renzi proprio a Salerno, appoggiato da De Luca, prese il 95 per cento. Percentuale più alta d'Italia e non raggiunta nemmeno nella sua Rignano sull'Arno.

«Abbiamo presentato formale ricorso e ci auguriamo che venga esaminato quanto prima - spiega Sandro Ruotolo ex senatore dem e portavoce del coordinamento regionale campano della mozione Schlein - perché a Salerno, per ammissione della stessa commissione provinciale, non si è adempiuto alla correzione dell'anagrafe con le indicazioni nazionali. Non si sono pubblicizzati i congressi di circolo con le 48 ore d'anticipo previste dal regolamento. Non è stato inviato il calendario alla commissione nazionale e quello inviato al regionale è stato mandato quando i congressi si erano già tenuti».

Poi attacca: «Ma cosa c'è da nascondere? Perché non è possibile rispettare le regole come nel resto d'Italia? Sono giorni che inoltre denunciamo adesioni sospette come a Sessa Aurunca dove ci sarebbero state 1050 adesioni online in una cittadina dove il 25 settembre il Pd ha ottenuto solo 1200 voti. Lanciamo perciò un accorato appello alle militanti e ai militanti del Pd campano di esprimersi sui programmi dei candidati e di rifiutare le indicazioni dei signori delle tessere e dei pacchetti di voto». «Dobbiamo sconfiggere - conclude Ruotolo - il vecchio modo di concepire il potere e di usare le leve istituzionali per condizionare la vita democratica del partito». 

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Più duro Nicola Corrado, coordinatore provinciale di Napoli della mozione Schlein, che se la prende con il tesseramento in mano a ras e capicorrente. Come è sempre accaduto, d'altronde, in Campania dove i congressi Pd sono finiti nell'occhio del ciclone. «Dobbiamo sconfiggere il partito degli eletti e delle tessere senz'anima e senza cuore. Lo spettacolo indecente del tesseramento gonfiato in Campania è la dimostrazione evidente della degenerazione politica, culturale e morale del Pd, concepito e praticato, come il partito degli eletti e degli amministratori. Un partito - aggiunge - sempre meno presente nella società reale che organizza pacchetti di tessere ai quali non corrisponde militanza e passione politica: sono tessere senz'anima e senza cuore». 

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