Consiglio comunale di Napoli, de Magistris aggrappato a Forza Italia: «Apprezzo Caldoro»

Consiglio comunale di Napoli, de Magistris aggrappato a Forza Italia: «Apprezzo Caldoro»
di Valerio Esca
Giovedì 10 Dicembre 2020, 08:00 - Ultimo agg. 12:35
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Ultima chiamata per le opposizioni. Il sindaco de Magistris a poche ore dalla seduta del Consiglio comunale sul bilancio lancia l'ultimo appello alle forze di minoranza in aula. Sarà un'assise cittadina, quella di oggi convocata alle 10 alla Sala dei Baroni, da vivere con il fiato sospeso fino alla fine, ma l'ex pm si dice «ottimista». La maggioranza può contare su 19 voti favorevoli, compreso il primo cittadino, l'opposizione su 16 contrari. Restano fuori gli indecisi, uno dei quali, Troncone del gruppo misto, non sarà presente. Mimmo Palmieri (Napoli popolare), in odore di passare in Fi, potrebbe uscire dall'aula, favorendo gli arancioni, mentre Anna Ulleto potrebbe votare a favore. Nel caso in cui fosse necessario un altro voto per scampare la debacle non è da escludere che lo stesso Palmieri voti sì. In caso di parità invece, il documento economico verrà bocciato, con l'effetto immediato dello scioglimento di giunta e Consiglio e l'arrivo di un commissario di governo. 

Saranno decisivi, in un senso o nell'altro, i tre consiglieri di Forza Italia: Stanislao Lanzotti, Salvatore Guangi e Armando Coppola, che subentrerà questa mattina alla dimissionaria Mara Carfagna.

Girano anche voci rispetto all'ipotesi di una possibile non apertura del Consiglio per mancanza di numero legale, nel caso in cui l'opposizione dovesse decidere in maniera compatta di non entrare in aula. Così da costringere gli arancioni ad un corpo a corpo nella seduta di sabato (in seconda convocazione). Ieri pomeriggio, durante una riunione di maggioranza, il sindaco ha fatto intendere ai suoi, che la volontà degli arancioni è quella di aprire la seduta e giocarsi la partita voto su voto. Ad ogni modo, il pallino della sopravvivenza dell'amministrazione è saldamente nella mani del gruppo dei forzisti, che arriva in aula dilaniato. «Stigmatizzo quanto ho sentito dire in queste ore sottolinea il capogruppo degli azzurri Lanzotti -, ovvero che si aspetterà la partita del Napoli di oggi per votare, sperando in una mia assenza in quanto tifoso sfegatato. Non sarà così, fosse stato anche il compleanno di mia figlia. Resterò e voterò no, sarebbe contronatura il contrario». Lanzotti inizialmente aveva deciso con tutto il gruppo, dopo aver incontrato giorni fa l'eurodeputato Fulvio Martusciello e il suo fidato Franco Silvestro, di uscire dall'aula al momento del voto per far sì che la manovra passasse. Nei giorni successivi si è tentato di trovare una quadra, una posizione unitaria del partito, e invece dal coordinamento regionale De Siano ha posto un veto invalicabile, chiedendo ai suoi di votare no. L'ultimo tentativo per convincere il capogruppo forzista lo ha fatto due giorni fa telefonicamente Stefano Caldoro, ma con scarsi risultati. Mentre Lanzotti resta fermo sulla sua posizione, l'altro azzurro Guangi, non ci sta e replica al suo capogruppo: «O si esce con una posizione unitaria oppure i ragionamenti saranno diversi. Il gruppo Fi deve uscire compatto, Lanzotti non si può tirare indietro. A questo punto i giochi si faranno in aula», non escludendo che messo alle strette potrebbe anche votare no. 

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Ed è proprio all'ex governatore della Campania che si è rivolto ieri de Magistris: «Ho molto apprezzato le parole di Caldoro - ha rimarcato il primo cittadino in un'intervista a Canale 21 -. Credo che siano parole responsabili che vanno nella direzione di chi non vuole far commissariare la città e provocare spallate dirette politicamente dall'esterno». Riferendosi a Palazzo Santa Lucia. «Credo che alla fine in Consiglio prevarranno il senso di responsabilità, il buon senso, l'interesse pubblico e l'amore per Napoli» ha aggiunto de Magistris che, una volta incassato il sì al documento contabile, non ha escluso che si possa aprire «una fase nuova perché - ha incalzato - non sarà un voto neutro: ci sarà chi voterà per dare la spallata e chi invece per difendere la città. Non sarà solo una questione di numeri ma politica». 

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