Consiglio Comunale di Napoli: sì all'impianto di compostaggio e solidarietà ai lavoratori dell'Ippodromo

Consiglio Comunale di Napoli: sì all'impianto di compostaggio e solidarietà ai lavoratori dell'Ippodromo
di Emiliano Caliendo
Venerdì 3 Dicembre 2021, 23:12 - Ultimo agg. 23:37
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Consiglieri comunali e membri della Giunta si sono riuniti oggi nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino mentre all’esterno manifestavano i lavoratori delle sigle sindacali SLC CGIL e Uilcom UIL della società Ippodromi Partenopei, concessionaria dell’ippodromo di Agnano. Il motivo del sit-in è l’ennesima vertenza che colpisce il territorio di Napoli per cui il Comune è chiamato a dare risposte in tempi brevi, essendo proprietario dell’impianto ippico. Sono 77 i lavoratori della struttura che si sono visti recapitare le prime lettere di licenziamento.

Gli imprenditori e i professionisti che compongono il cda della società hanno deciso di chiudere i battenti a causa dei tagli, per l’importante cifra di 6 milioni di euro, alle sovvenzioni alle società di corse nell'ambito dello Stato di previsione del ministero delle Politiche agricole. Una scure che si riverbererà sull’azienda che gestisce l’impianto napoletano per ben 600mila euro. A ciò si aggiunge il mancato rinnovo del contratto di affidamento tra Comune e Ippodromi Partenopei. Sul dossier Palazzo San Giacomo ha aperto un tavolo tecnico composto dalle rappresentanze sindacali, i soci di Ippodromi partenopei e l’assessore Emanuela Ferrante, con delega allo Sport, e l’assessore Chiara Marciani, con delega al lavoro.

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«Abbiamo incontrato diverse volte imprenditori e lavoratori. La proposta di proroga è già pronta per la firma. Non è stata firmata perché in sede di incontro è stata presentata l’eventualità del taglio in finanziaria», ha dichiarato in Consiglio Comunale l’assessore Ferrante.

«Credo che ci sia stato un atteggiamento ostruzionistico da parte di Ippodromi Partenopei. Nella riunione del tavolo tecnico sono emerse le nostre intenzioni come Comune di chiudere l’accordo entro il 31 dicembre. Lo stesso bando prevedeva di modificare le condizioni dell’accordo in caso di novità. A livello parlamentare sono stati presentati diversi emendamenti per intervenire sui tagli alle società di corsa. Se Ippodromi Partenopei è disposta a chiudere, la settimana prossima si trova l'accordo per la proroga biennale», ha spiegato Ferrante. A difesa dei lavoratori il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno presentato dal consigliere comunale bassoliniano, Toti Lange, che impegna la Giunta «a mettere in campo tutte le azioni necessarie affinché si eviti la cessazione dell’attività di Ippodromi partenopei e si evitino i 77 drammatici licenziamenti sui suoi lavoratori ed il dramma di tutto l’indotto dell’Ippodromo di Agnano». L’altro tema che ha impegnato il Consiglio Comunale è stato l’approvazione della delibera relativa alla variazione di 22,6 milioni di euro circa al bilancio di previsione 2021-2023 per la realizzazione dell’impianto di compostaggio di Napoli Est.

Un progetto che prevede la realizzazione di un impianto per la produzione di compost di qualità e di Biometano (40.000 t/anno). «Questa soluzione garantisce lo smaltimento per una parte della frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU), raccolta in maniera differenziata, riducendo così la dipendenza dal mercato esterno e la riduzione dei costi di recupero per l'adozione di metodologie moderne che prevedono la produzione e la vendita/utilizzo di biometano» si legge sul sito del Comune.

L'assessore all'Ambiente, Paolo Mancuso, ha illustrato il provvedimento spiegando che questo «si inserisce nell'ambito della strategia di riduzione dei rifiuti definita dalla Regione Campania, che prevede per la città di Napoli la realizzazione di tre impianti di compostaggio».

«La precedente Amministrazione- ha aggiunto il presidente metropolitano del Pd - individuò Ponticelli come area per il primo impianto, su una proprietà della Regione ceduta in comodato d'uso al Comune. La delibera è corredata di tutte le autorizzazioni necessarie. Si comprendono i timori dei cittadini rispetto a questi temi, anche alla luce della grave emergenza che ha colpito la città negli anni passati, ma questo conferma che la scelta non può che essere quella della presa in carico del rifiuto e della gestione industriale dell'azienda partecipata. Il costo del progetto, inoltre, è aumentato del 30 per cento, e per questo occorrerà approvare una successiva variazione di bilancio», ha precisato l’assessore con delega ai rifiuti.

«Si tratta - ha ricordato Mancuso - solo del primo dei tre impianti di cui la città dovrà dotarsi. Solo in questo modo si potrà evitare che la Regione continui a pagare multe milionarie all'Unione Europea per il divieto di trasportare rifiuti fuori dal territorio in cui sono prodotti.» La delibera ha avuto 28 voti favorevoli e 7 contrari tutti del centrodestra, guidato da Catello Maresca che così ha dissentito: «Non è vero che noi dobbiamo fare per forza ciò che ci arriva a un giorno della scadenza. Noi per ora stiamo prendendo un altro debito. La Soprintendenza ci ha già dato parere contrario su questo. Ed il Piano Regolatore non lo prevede», ha tuonato il magistrato leader della minoranza dell'assise. La delibera è stata integrata da un ordine del giorno del Partito Democratico che prevede la costruzione di altri due impianti e un limite di 30mila tonnellate all’anno di rifiuti, oltre che da una mozione presentata dal Movimento 5 Stelle per destinare eventuali gare e fondi per opere di compensazione ambientali e di miglioramento della vivibilità intorno all’area dell’impianto.

Sul fronte delle politiche sociali, approfittando della discussione degli articoli 37, Antonio Bassolino ha posto il problema dei senza fissa dimora: «E’ evidente la sproporzione tra i senza dimora di Garibaldi e il numero dei posti di accoglienza: un dormitorio comunali e 2 centri della Caritas. La pandemia ha aumentato il numero dei clochard. Servono servizi aggiuntivi, tutti giunta, sindaco devono porsi il problema. Le associazioni fanno tanto, anche noi dobbiamo fare di più» è stato il monito dell’ex presidente di Regione. Lo ha seguito a ruota sul tema il patron di Gesco, il consigliere di Napoli Solidale Sergio D’Angelo, secondo cui «va convocato un tavolo con le associazioni che si occupano dei clochard. Andrebbe chiesto anche l’intervento della protezione civile regionale per il soccorso a queste persone.»

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