Conte tra le macerie di Ischia: «Risorse e agevolazioni, il modello è Amatrice»

Conte tra le macerie di Ischia: «Risorse e agevolazioni, il modello è Amatrice»
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 7 Settembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 11:25
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Inviato a Casamicciola

Vuole accelerare il premier. Portare il decreto sul sisma di Ischia entro lunedì sul tavolo del Consiglio dei ministri. Senza perdere altro tempo e mettendoci lui stesso la faccia. Colpito, e molto, che a distanza di un anno lo scenario a Casamicciola, puntellature a parte, sia rimasto lo stesso. Non a caso sulla nomina del prefetto Schilardi al commissariato dell'emergenza c'è lui direttamente. Si conoscono da molti anni: «È un onore aver lavorato con lui in un vecchio progetto giuridico», ripete. E proprio il prefetto gli aveva rappresentato lo scenario ma una cosa è il racconto, un'altra è la visione diretta. Per questo ieri mattina, in poche ore, il decreto per Ischia da firmare «nei prossimi giorni» è passato al firmare «la settimana prossima». Lunedì, quasi sicuramente. Anche se i nodi sono ancora molti. «Ci sono ancora molti aspetti da studiare. Dalla rimozione delle macerie agli oneri per la ricostruzione. Dai vincoli alla struttura commissariale da potenziare assolutamente», confessa il premier prima di infilarsi in auto. Specificando anche come non sia «ancora possibile quantificare le cifre necessarie per la ricostruzione». Ma è molto probabile che se pure qualche cifra sarà inserita nel decreto di lunedì, sarà assolutamente provvisoria. Certo è che con ieri si chiude la prima fase, quella dell'emergenza post sisma che è durata già troppo. «Ringrazio il commissario Grimaldi per quanto è stato fatto in questi mesi difficili ma ora è il momento di ricostruire», è il pubblico elogio di Conte.
 
C'è il problema degli sfollati, quello degli edifici abusivi condonati e quello delle macerie da sgomberare, oltre al tema delle scuole danneggiate. Da sindaci e comitati il premier Conte si sta facendo mandare, in queste ore, una serie di suggerimenti. Un po' anche per far sentire la sua personale vicinanza al dramma ischitano anche se è chiaro che sono i suoi tecnici di palazzo Chigi ad essere al lavoro. Dal territorio le richieste sono diverse. Anzitutto poteri massimi al prefetto Schilardi, abbattimenti immediati e rimozione delle macerie, passando per le agevolazioni fiscali per chi è senza casa o con attività bloccate e sostegno per chi è rimasto senza reddito. Punti previsti già dal decreto 189 dell'ottobre 2016 per il centro Italia e poi, via via, secondo gli atti perfezionati per quel sisma. Atti già possibili a luglio se Ischia fosse stata inserita del decreto per il sisma del Centro Italia (con i comitati che rimarcano la beffa avuta dal suo governo e Conte costretto ad ammettere ieri: «Un disguido»). In pratica lo stesso canovaccio di Amatrice da replicare sui comuni di Ischia. Solo i tre comuni terremotati, è questa l'intenzione del governo, senza allargare la zona del cratere altrimenti la situazione potrebbe diventare difficilmente governabile. Tenendo presente però come nell'isola verde anche operazioni tutto sommato facili altrove, come lo sgombero e lo stoccaggio della macerie, diventino più complicate. Servono aree ad hoc e siti temporanei usati senza andare troppo per il sottile sui vincoli. E quindi servono massimi poteri al commissario.

Il governatore De Luca ha sintetizzato tre nodi da risolvere al più presto durante la riunione. Anzitutto «la certezza dei fondi» che si avranno a disposizione, e dove accumulare il materiale di risulta. Infine il problema dei problemi: le case che non possono essere ricostruite perché abusive e non sanabili perché su aree dal massimo rischio idrogeologico. «Se non si interviene su questo nodo - ha spiegato De Luca - il commissario, anche con i massimi poteri, non potrà fare quasi nulla». E su quest'ultimo punto premier e governatore concordano pienamente. Ovvero avviare, ma non sarà materia di questo primo decreto, un piano di edilizia residenziale pubblica per quegli edifici che non possono essere sanabili in alcun modo perché in aree a rischio. E, quindi, ulteriore nodo: trovare un'area, in quest'isola ad altissima densità e ricco di vincoli, dove costruire case di edilizia sociale sostitutiva. Naturale, quindi, che dovrà essere data massima celerità alle richieste di sanatoria che non sono state ancora valutate. «Un problema enorme che come Regione - spiega De Luca a Conte - abbiamo cercato di affrontare in maniera non ideologica. Ma non ci siamo riusciti. Spero che abbia più fortuna l'attuale governo».
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