Conti in rosso al Comune di Napoli: il purgatorio del predissesto e l'inferno che si è spalancato

di Massimo Lo Cicero
Venerdì 14 Luglio 2017, 09:49 - Ultimo agg. 09:50
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Si avvicina la data del 21 luglio: quella del confronto tra Comune di Napoli, con il suo bilancio, e la Corte dei Conti, che vuole capire e concludere le condizioni di un processo che si trascina dal 2016. 

L'attuale sindaco viene eletto nel 2011. Il bilancio è assegnato a un professore di economia, Riccardo Realfonzo, che entra in conflitto con il sindaco: la storia comincia male. Comincia bene, sembrerebbe, la circostanza che porta il governo Monti e la sua strada dell'austerità verso una singolare suggestione. L'austerità di Monti si collega a una legge che propone una sorta di purgatorio, tra il cielo di chi produce bilanci efficaci e l'inferno dove si cade nel dissesto, e nascono sanzioni per gli assessori e i sindaci. Nel 2013 nasce la legge del predissesto: il governo e il Parlamento vogliono aiutare, con fondi liquidi, i Comuni in difetto per evitare crisi locali e per mantenere in essere la compagine eletta dal popolo e il suo sindaco. Queste anticipazioni, che servono per tamponare le crisi, si trasformano, tuttavia, nel 2015, perché nascono nuove leggi su come descrivere e strutturare i bilanci dei Comuni. Cambiare le regole in corsa non è una buona idea. Il purgatorio rimane fermo, sospeso tra bilanci buoni e bilanci negativi, ma diventa più difficile capire come e se si debba utilizzare la tecnica del bilancio. Ci sono tre punti delicati, che nascono nel Comune di Napoli, in questo processo nel tempo e nelle spese: il confronto tra il Comune e i suoi creditori e fornitori, scambi che devono chiudersi nei giudizi dei tribunali e, dunque, si tratta di materia per ora aleatoria; una rimodulazione, trentennale, cercando nel passato, del Comune per trovare crediti o beni reali, che si possano trasformare in una liquidità, che compensi i debiti del Comune non pagati; la necessità di chiudere i debiti ed i crediti prima della fine dell'anno, che, invece, ha prodotto alcuni ulteriori debiti nel 2017. Tutte e tre queste circostanze saranno di fronte alla Corte dei Conti.

Come si concluderà questa transazione? Sembrerebbe che ci siano elementi che conducano a un disavanzo di bilancio di 1,4 miliardi, forse non tutti ma una larga parte potrebbe essere difficile da correggere. Alcuni crediti, una cinquantina di milioni, non sembrano in conto. Una parte di debiti fuori bilancio, come si è detto, sono sforati nel 2017 e potrebbero non essere utilizzabili. Infine, ed è la cosa più rilevante, i disavanzi dei primi anni (2011/2013) si aggiravano sugli 850 milioni. Oggi il disavanzo, dopo il confronto tra Comune e Corte, è molto alto. E questo è un problema rispetto al purgatorio: il predissesto e le sue regole. Infatti il predissesto accompagna, con la liquidità del governo, i fondi per chiudere il disavanzo, ma in cambio il governo, per legge, richiede nel 2048 l'insieme dei fondi utilizzati per coprire il predissesto e lasciare agire i Comuni. Ma se il disavanzo, nel tempo, aumenta ancora sarà difficile chiudere i conti nel 2048. Forse non basterà più il purgatorio del predissesto.
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