Rebus procedure e maxi debiti: perché il Comune di Napoli è ancora in bilico

Rebus procedure e maxi debiti: perché il Comune di Napoli è ancora in bilico
di Luigi Roano
Giovedì 11 Gennaio 2018, 10:20 - Ultimo agg. 14:09
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Inviato a Roma

Dunque, il Comune non ha chiuso ancora la partita con la Sezione regionale della Campania della Corte dei Conti, nonostante la norma spalma-debiti varata dallo Stato scongiuri per ora il default. E a stabilirlo sono state le Sezioni riunite della Corte dei Conti, vale a dire il livello nazionale della magistratura contabile. Più nel dettaglio cosa chiedono le Sezioni riunite? Sono tre i punti per i quali è stata chiesta una nuova istruttoria. Le Sezioni «richiedono risultanze dal Collegio dei Revisori dell'ente locale, sull'accertamento previsto in sede di parere rilasciato il 15 dicembre del 2014, del rispetto dell'articolo 35 dello statuto dell'azienda speciale Abc acqua pubblica nella formulazione vigente alla data dell'adozione dell'accertamento dei crediti per dividendi». Al secondo punto richiedono il «Regolamento di contabilità del Comune di Napoli, completo delle circolari esplicative e degli eventuali atti di indirizzo in materia di ricognizione dei debiti fuori bilancio». Terzo e più ostico punto è la richiesta di «attestazione del Collegio dei revisori dell'ente, concernente l'ammontare dei debiti fuori bilancio che, in base alle scadenze fissate dal regolamento di contabilità del Comune, delle circolari e degli eventuali atti di indirizzo in materia compatibilmente con i tempi necessari all'espletamento del prodromico iter amministrativo, andavano riconosciuti entro il 31 dicembre 2016. Con l'indicazione dell'ammontare di quelli per i quali è intervenuto l'accordo con i creditori». Si tratta di 265 milioni e i creditori a cui si fa riferimento sono soprattutto quelli del Consorzio Cr8 e della stagione del commissariamento rifiuti. Nel dettaglio debiti per 42 milioni di cui 36 «per provvedimenti giurisdizionali esecutivi» e la parte rimanente per «la prestazione di beni e servizi».
 
A tale massa passiva si aggiunge poi «un altro gravoso provvedimento giurisdizionale, segnatamente il debito nei confronti del Consorzio Cr8 quantificato da servizi in 82.735.892 milioni». Si arriva così a 125 milioni con ricognizione a maggio del 2016. La successiva ricognizione che si chiude a fine del 2016 porta a galla altri 97 milioni di cui solo 8 per «prestazioni di beni e servizi». Più il debito «nei confronti dell'Unità tecnica amministrativa per la gestione dell'emergenza rifiuti che il competente Servizio ha rilevato in occasione della ricognizione che ammonta a 66,5 milioni di cui solo 21,2 milioni aventi copertura finanziaria in residui passivi conservati nel conto del bilancio». Il tema che pongono le Sezioni riunite è perché questi debiti fuori bilancio non sono stati riconosciuti nell'anno 2016 e il meccanismo con il quale Palazzo San Giacomo ha inteso spalmarli sul triennio 2017-2019. È lecito o no? Si tratta di «elusione» vale a dire aggiramento della norma come sostiene la Sezione regionale o semplice violazione, vale a dire errore senza dolo? La differenza è fondamentale perché nel primo caso si incapperebbe in una sanzione amministrativa con la quale lo Stato decurterebbe la somma incriminata dai trasferimenti, nel secondo «basterebbe» rettificare o dimostrare che il piano funziona per non essere sanzionati.

Questo lo stato dell'arte, e se è vero che la nuova istruttoria chiesta al Comune e al Collegio dei Revisori è una grana, è anche vero che nella richiesta delle Sezioni riunite si intravede una falla nel lavoro fatto dalla Sezione regionale, perché questo lavoro andava portato al tavolo del ricorso e non è mai stato fatto. Addirittura l'avvocato Antonio Andreottola - che ha difeso il Comune - fiutando l'aria che tirava ha anticipato la richiesta delle Sezioni invocando lui questa revisione dei debiti fuori bilancio. «L'accertamento istruttorio - trapela dal Comune - è un fatto positivo perché significa che le Sezioni riunite vogliono sapere con certezza cosa come debiti abbiamo appostato sul 2016 e nel 2017 per poi tirare le somme e noi siamo sicuri di stare dalla parte giusta».

E tanto basta per giocarsi una partita che, rispetto alla montagna scalata con il varo dello spalma-debiti, sembra di minore rilievo, ma che in realtà ai fini della stesura del bilancio è fondamentale per liberare 

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