Corteo Sea Watch, tra gli indagati la consigliera De Majo e il compagno

Corteo Sea Watch, tra gli indagati la consigliera De Majo e il compagno
di Valerio Esca
Venerdì 19 Aprile 2019, 11:00 - Ultimo agg. 12:36
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Otto indagati per manifestazione non autorizzata e occupazione dell'area portuale di piazzale Razzi (sottoposta ad elevato livello di protezione), in occasione del corteo del 5 gennaio scorso per favorire l'attracco delle navi delle Ong «Sea Watch» e «Sea Eye». Tra questi la consigliera comunale di demA Eleonora de Majo, il suo compagno, del direttivo demA, Egidio Giordano, altri quattro rappresentanti del centro sociale Insurgencia (tra cui tre giovanissimi) e due attivisti del movimento di lotta per il diritto alla casa. Il pm Raffaele Tufano ha inviato mercoledì agli indagati l'avviso di conclusione delle indagini preliminari.
 
Tra i reati che vengono contestati agli otto attivisti (in concorso tra loro e con altre persone allo stato non identificate) quello di «promuovere e dare luogo ad un corteo senza il previsto avviso al questore, sfilando per le vie cittadine, raggiungendo e occupando piazzale Razzi»; e perché «in numero superiore a cinque non ottemperavano all'ordine dell'ufficiale di polizia incaricato del servizio di ordine pubblico, di non occupare l'area portuale di Napoli in quanto sottoposta ad elevato livello di protezione e di concludere il corteo occupando l'area predetta». Tra le aggravanti «l'occupazione dell'area portuale che veniva compiuta da più di dieci persone». In effetti in piazza quel giorno c'erano 10mila cittadini, tra cui diversi consiglieri comunali: Rosario Andreozzi, capogruppo di demA, Mario Coppeto, Rosaria Galiero ed Elena Coccia del gruppo della Sinistra, il presidente del Consiglio comunale Sandro Fucito. Ma non solo. I movimentisti napoletani decisero di scendere in piazza nei giorni in cui lo scontro politico tra il sindaco de Magistris e il ministro dell'Interno Matteo Salvini raggiunse i livelli di guardia. Salvini dichiarò chiusi i porti, mentre il primo cittadino napoletano mise in campo una forte mobilitazione dichiarandosi pronto ad accogliere a Napoli i 32 migranti, che per due settimane hanno vissuto l'odissea a bordo della Sea Watch.

«La solidarietà non è un reato» scrive su Facebook la pasionaria arancione de Majo, che risulta tra le persone denunciate: «Ci vengono contestati dei reati il giorno in cui in migliaia in tutta Italia scendemmo in piazza per chiedere l'interruzione della più eclatante violazione dei diritti umani della storia della nostra Repubblica, quando cioè il governo teneva da settimane in ostaggio nelle acque agitate e gelide del Mediterraneo decine di bambini, donne e uomini salvate dalla Sea Watch e dalla Sea Eye. Siamo al paradosso. Contestare ipotesi di reato a chi scende in piazza a difesa dell'umanità, mentre chi si macchia di crimini terribili può restare comodamente seduto sulla propria poltrona del potere, tutelato dal voto meschino del Parlamento, che addirittura ne impedisce il processo per sequestro di persona e abuso d'ufficio, sancendo di fatti l'impunità assoluta per chi governa. Non ci arrenderemo mai alla legge di chi gioca le proprie misere partite di consenso sulla pelle delle persone più fragili». Ieri, in occasione della seduta del Consiglio comunale sul bilancio, sono stati diversi gli attestati di solidarietà arrivati alla consigliera comunale, da parte della maggioranza.

«Ai militanti, agli attivisti e alla consigliera Eleonora de Majo - ha sottolineato de Magistris - va la mia assoluta solidarietà. Sono testimoni di giustizia e non autori di reato. Il reato di umanità non si processa. In quei giorni - ricorda l'ex pm - Napoli era in prima linea per impedire che decine di persone potessero morire in mare. Inviammo il vicesindaco a Malta e la nostra azione fu determinante per lo sblocco della situazione anche grazie alla mobilitazione di tanta gente perché a quella manifestazione parteciparono centinaia di persone».
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