Emergenza Covid, sit-in all’esterno della Regione Campania: «De Luca hai fallito»

Emergenza Covid, sit-in all’esterno della Regione Campania: «De Luca hai fallito»
di Alessio Liberini
Venerdì 14 Gennaio 2022, 20:29
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Se la Regione Campania si avvia verso la “zona gialla” l’umore di molti cittadini resta di colore nero. A dimostralo è la protesta di questo pomeriggio dove, all’esterno di Palazzo Santa Lucia, circa 60 manifestanti hanno fatto sentire la propria voce di dissenso contro le politiche sanitarie e sociali messe in atto dalla Regione Campania in questi anni di pandemia.

«La salute non è una merce», «La pandemia si combatte con la Sanità pubblica. De Luca hai fallito». Questi sono solo alcuni degli slogan comparsi sugli striscioni - portati in piazza dai manifestanti di Potere al Popolo, Usb ed altre realtà cittadine partenopee composte da lavoratori e studenti di ogni fascia d’età - all’esterno del palazzo della Regione, mentre in contemporanea il Governatore, Vincenzo De Luca, concludeva la sua consueta diretta del venerdì sull’aggiornamento della situazione pandemica in Campania.

Così, mentre si attendeva l’ufficialità del passaggio della Regione che da “bianca” diventerà “gialla” già dal prossimo lunedì (17 gennaio) - come firmato solo poco fa dal ministro della Salute, Roberto Speranza - un gruppo di antagonisti ricordava al Governatore i problemi di una pandemia che oltre ad essere sanitaria, a Napoli e in Campania, rischia di diventare anche e soprattutto un problema sociale

«Vincenzo De Luca è un impostore e la sua amministrazione è una bolla mediatica falsa» grida dal microfono, allacciato ad una cassa portatile, un rappresentante dell’Unione sindacale di base, portando quanto più vicino possibile al palazzo istituzionale le rivendicazioni dell’intera piazza che oggi chiede, come si legge su uno striscione di Pap, «vaccini, tamponi e mascherine gratis per tutti». Sullo sfondo delle polemiche, ancora vive ed accese, per la recente ordinanza di Palazzo San Giacomo che ha disposto tamponi gratuiti a consiglieri ed assessori del Comune di Napoli.

«Siamo sotto la sede della Regione – racconta Chiara Capretti, consigliera della II Municipalità ed attivista del centro sociale Ex Opg - Je so' pazzo del quartiere Materdei – perché pensiamo sia importante indicare le vere responsabilità di questa ennesima crisi sanitaria». «La sanità campana è in crisi non da ora ma da anni – denuncia Capretti - . Sono anni che chiudono ospedali, chiudono servizi e non si investe in assunzioni: si punta esclusivamente sulle privatizzazioni e su ospedali che si rivelano delle grandi operazioni di speculazione come abbiamo visto in questi anni con la chiusura dei presidi nel centro storico e l’apertura di mega ospedali che molto spesso riscontrano problemi proprio per la mancanza di personale ed un’organizzazione adeguata». «Anche oggi – sottolinea la consigliera di municipalità – di fronte alla nuova ondata pandemica ci ritroviamo una sanità che ho dovuto sospendere le visite nei reparti e migliaia di cittadini che hanno necessità di essere seguiti si ritrovano a non poter più accedere agli ambulatori dell’Asl. E’ inaccettabile che le responsabilità vengano scaricate ancora una volta sulla cittadinanza e che non si sia investito nella prevenzione».

Se per il Governatore di Regione, Vincenzo De Luca, il passaggio in zona gialla è legato all’obbligo di mascherina (che era già vigente in Campania), «cambia solo quello» ha spiegato l’ex sindaco di Salerno nel corso della sua diretta social del venerdì, per i manifestanti scesi in sit-in oggi è molto di più che un obbligo legato al dispositivo di sicurezza.

Il nuovo “cambio di colore” sulla scala pandemica per gli antagonisti si delinea come «il segnale di una sofferenza e di una pressione forte sul sistema sanitario» tuona Teo Lepore dell’Usb.

«Oggi siamo in presidio – continua Lepore – per puntare il dito contro le politiche governative e regionali di risposta a questa pandemia. Politiche che, secondo noi, hanno investito troppo poco sul potenziamento del servizio sanitario pubblico e sull’adeguamento dei trasporti e quindi hanno finito da un lato sullo scaricare solo sui cittadini le responsabilità di contenere il dilagare della pandemia e dall’altro lato si è rincorso il virus senza badare alle condizioni per uscire dall’emergenza».

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Un’emergenza che per gli studenti campani di Università, licei, medie ed elementari in questa settimana è diventata un vero e proprio caos: vista la bagarre tra il Governo regionale con quello nazionale che ha bocciato, fin da subito, l’obbligo di Dad portato avanti da palazzo Santa Lucia per gli istituti degli studenti più giovani del capoluogo di Regione. «Una posizione incomprensibile e offensiva» l’ha definita solo oggi in diretta social, De Luca, mentre in contemporanea una rappresentanza studentesca protestava proprio all’esterno della sua “roccaforte”.

«Sosteniamo che ci sia bisogno di un supporto economico – spiega Giorgio Scialdone, studente del Liceo Galileo Galilei del quartiere Soccavo, mentre definisce le classi, dove si trova a studiare, dei veri e propri “pollai” che non permettono il dovuto distanziamento sociale - . La Dad (didattica a distanza ndr) non è la soluzione in questo momento, questa non è una soluzione. Un aiuto potrebbe essere sostenere i ragazzi con le spese delle mascherine Ffp2 e tamponi gratuiti dal momento che la didattica scolastica viene sospesa – come disposizioni dell’esecutivo – solo quando si arriva a 4 contagi in una classe».

Ma se queste sono le perplessità degli studenti delle superiori tutt’altro discorso vale per quelli universitari: completamente dimenticati in questi anni di pandemia, anche quando il ministro dell’Università era l’attuale sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.

Per loro, infatti, oltre ad una piccola pausa imposta dal lockdown nazionale nessuno, del Governo, si è preso la briga di portare avanti un discorso in stile ristori: le onerose tasse da pagare, per loro, sono sempre rimaste invariate, nonostante lo scoppio di una pandemia globale che ha messo alle corde qualsiasi tipo di settore.

«Dell’università – racconta con un ghigno tra amarezza ed ironia Laura Lombardi, studentessa di Lettere della Federico II di Napoli si è parlato poco e si è parlato soprattutto malissimo. Siamo stati lasciati completamente come ultima sponda dal Governo da due anni a questa parte. L’abbiamo visto con la mancanza di fondi e la mancanza di alcun tipo di tutela per gli studenti e le studentesse che frequentano i luoghi dell’Università».  

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