Covid, pugno duro contro i medici no-vax: la linea di De Luca in Campania

Covid, pugno duro contro i medici no-vax: la linea di De Luca in Campania
Venerdì 12 Novembre 2021, 15:20 - Ultimo agg. 13 Novembre, 09:04
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Pugno duro verso tutti gli operatori sanitari che non vogliono vaccinarsi. Lo chiederà il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ai dirigenti di Asl e di aziende nel corso di una riunione che si terrà martedì prossimo per fare il punto sui posti letto disponibili in relazione ad una eventuale peggioramento dell'emergenza Covid.

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«Il grosso del personale sanitario ha fatto il richiamo tra gennaio e febbraio - spiega il governatore in diretta Fb - se non ci muoviamo rischiamo di avere personale sanitario dentro gli ospedali non immunizzati e questa sarebbe una tragedia».

Le indicazioni di De Luca saranno di «estremo rigore da parte dei direttori generali verso chi non si è vaccinato». La vigilanza deve restare alta. «So che è in preparazione a Napoli una maratona, ma Asl Napoli 1 non è stata investita del problema», fa notare de Luca. «Non va bene. Per le manifestazioni di massa, bisogna avere l'autorizzazione della Asl, parlare, verificare le prescrizioni. Io credo ovviamente che si possano fare manifestazioni, ma avendo l'obbligo del green pass. Mi auguro che questo fine settimana le forze di polizia vogliano intervenire con decisione nei confronti di chi viola le regole, perché davvero non se ne può più».

Questa volta De Luca interviene anche in merito all'inchiesta su appalti e cooperative che lo vede coinvolto. «Non manca qualche campagna di aggressione mediatica pseudo giornalistica. Anche in questo caso nessun commento soltanto, come è capitato per la campagna di aggressione di un anno fa sul tema Covid, silenziose querele per diffamazione ma nessun commento», afferma. 

Poi una riflessione sulla attuale situazione politica: è un «via di mezzo» visto come tutte le forze sono concentrate sulla elezione del Capo dello Stato. E in merito dice: «Che Dio ce la mandi buona». «Mattarella ha compiuto un atto di grandissima responsabilità, ha detto che il suo mandato è terminato quale è il problema se diventa un'abitudine quella di avere un secondo mandato, si rischia di limitare l'indipendenza e la serenità del Presidente delle Repubblica». Una fase, quella attuale, nel corso della quale «ci stiamo dimenticando che dobbiamo fare le riforme altrimenti i 209 miliardi non arrivano».

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