Crisi Anm Napoli, i sindacati fanno quadrato «Società allargata, ma resti pubblica»

Crisi Anm Napoli, i sindacati fanno quadrato «Società allargata, ma resti pubblica»
di Pierluigi Frattasi
Giovedì 26 Luglio 2018, 10:43
2 Minuti di Lettura
All'indomani della vibrata conferenza stampa sullo stato comatoso del trasporto pubblico a Napoli, Cgil, Cisl e Uil tornano alla carica sul piano di salvataggio Anm e puntano il dito: «La situazione che ha determinato l'attuale crisi di Anm è frutto di diversi e stratificati errori della proprietà e del management che, alla fine, hanno determinato la necessità di un intervento straordinario ed in extremis per salvare l'azienda e la sua proprietà pubblica. Lavoratori e sindacati confederali si sono assunti la responsabilità di sottoscrivere piani di risanamento anche gravosi, come quello del 20 ottobre. Ma l'amministrazione comunale e le aziende non hanno saputo definire azioni coerenti. Il piano concordatario, seppur necessario - sottolineano è stato tardivo». E invocano una svolta.
 
«Visto che la condizione finanziaria del Comune in predissesto non dà certezze dopo il 2019 sulla disponibilità dei 54 milioni finora stanziati annualmente chiariscono i sindacati - Occorre considerare la possibilità di modificare assetto proprietario di Anm e Ctp e conseguente governance, mediante l'ingresso di nuovi soci istituzionali con l'obiettivo di incrementare la liquidità». Centrale, insomma, nella proposta dei sindacati l'ipotesi di un ingresso di Regione e Città Metropolitana. Dalla triplice arriva anche un sostegno per «un intervento legislativo specifico a favore dei comuni in predissesto - come Napoli - capace di aumentarne i margini», nonché una richiesta alla Regione ad aumentare la quota del fondo regionale trasporti per Napoli. Mentre sui nuovi esuberi precisano: «Riqualificazione e ricollocazione del personale vanno resi coerenti con un più generale ridisegno del sistema delle partecipate e dei servizi comunali. Basta conflitti istituzionali concludono - È indispensabile aprire un tavolo di confronto fra Regione, Città Metropolitana e Comune».

Ma le posizioni nella galassia dei rappresentanti dei lavoratori dell'Anm restano variegate. A creare tensione con i sindacati di base, la riflessione su un intervento privato anche in Anm, toccata durante la conferenza stampa di Cgil, Cisl e Uil di martedì. Fermo restando l'assoluta priorità per i sindacati confederali di mantenere l'azienda pubblica, si è affrontato un discorso nell'ambito di un ragionamento sulle gare regionali per la gomma, che prevedono la liberalizzazione dal 2019, ma escludono proprio Napoli città. Ipotesi, peraltro, previste tra gli scenari dello stesso piano di rilancio Anm per il dopo 2019 e che prevedono, ad ogni modo, il controllo pubblico della gestione. Critica l'Usb. «La mobilità deve rimanere pubblica scrive Marco Sansone, coordinatore regionale Ci opporremo a spacchettamenti e privatizzazioni». «Accolgo con favore scrive Nino Simeone, presidente commissione comunale Trasporti - la proposta di Cgil, Cisl e Uil per un intervento diretto di Regione e Città Metropolitana nella gestione delle aziende di trasporto pubblico, in particolare Anm».
© RIPRODUZIONE RISERVATA