Crisi di governo, il totorimpasto dei campani: alla finestra De Luca jr e Amendola

Crisi di governo, il totorimpasto dei campani: alla finestra De Luca jr e Amendola
di Luigi Roano
Martedì 22 Dicembre 2020, 12:12 - Ultimo agg. 16:06
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«Non è aria», «Non ci sono i presupposti», «Se ci saranno movimenti saranno solo ai piani alti del Governo non a quelli intermedi». La liturgia della politica quando c'è sentore di poltrone girevoli - le voci sono tutte di parlamentari, senatori e frequentatori molto engagè dei Palazzi romani - è sempre la stessa: negare il rimpasto di Governo che sembra sì più lontano, ma solo di qualche giorno, al massimo settimane. Come stanno davvero le cose? Forse la verità sta nel mezzo perché effettivamente a stretto giro è difficile scompaginare un Governo che per Pd e M5S va più o meno bene mentre solo per Iv no, con i renziani che sgomitano e minacciano. Tuttavia Napoli è al centro della politica come e più di sempre. Perché proprio da Napoli potrebbe partire una scossa tale da smuovere l'architettura del Governo e anche quella Istituzionale. Che vede coinvolti due ministri: Vincenzo Amendola e Gaetano Manfredi, un figlio d'arte come Piero De Luca, Gennaro Migliore renziano già ex sottosegretario alla Giustizia e anche Nicola Oddati uomo forte di De Luca nella segreteria di Zingaretti e da qualche giorno anche nelle sede romana della Regione. 

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Un posto per tutti non c'è - almeno a oggi - sulla carta non si vedono prospettive in tal senso. Una volta che l'ex premier Renzi dovesse entrare nella cabina di regia del Governo davvero non si muoverebbe più nulla? Può darsi, ma tutto cambierebbe se al rimpasto di Governo seguisse un cambio nelle Istituzioni come la Presidenza della Camera retta da Roberto Fico un altro napoletano.

Fico è giovane ha 46 anni e ambisce a fare il sindaco della sua città, tre anni alla Camera se li è fatti. Dopo che ruolo potrebbe avere? Se gli riesce di indossare la fascia tricolore nella sua Partenope per un decennio sarebbe tranquillo e a 56 anni, ancora relativamente giovane, potrebbe tornare in Parlamento. A quel punto si muoverebbero altre poltrone di serie A, ma anche quelle cosiddette intermedie. Un risiko dove ballano i due ministri napoletani Amendola in quota Pd e Manfredi in quota Conte. Il primo, Amendola, nell'esecutivo ha un ruolo chiave: come ministro per i rapporti con la Ue sta gestendo in prima persona la questione del Recovery fund per l'Italia, non un giochino per uomini senza cuore e coraggio. Però Amendola come Fico è attratto dall'idea di competere per la carica di sindaco di Napoli quindi tutto può succedere. Schivo e lavoratore, chi lo conosce sa bene che se una cosa non gli piace generalmente la scansa in maniera che si veda qual è la sua manovra. Negli ultimi giorni invece si è visto spesso nella sua città. Certo può essere un caso, ma anche no. Oggettivamente che Conte lo molli è difficile, però in politica l'unica cosa che vale è questa: mai dire mai. Sembra più a rischio, malgrado l'ottimo lavoro che sta facendo da ministro per l'Università, Manfredi. Perchè non ha alle spalle un partito che lo sostiene ma solo il premier che lo ha chiamato. L'ex rettore della Federico II non ha lo stesso entusiasmo di Fico e Amendola quando li si mettono in pole per fare il candidato sindaco di Napoli. E questo aspetto può avere molti riverberi Manfredi - giusto per essere più chiari - è nella stessa situazione politica della titolare del dicastero degli Interni Luciana Lamorgese che con lui condivide il fatto di non essere espressione di nessun partito. Veniamo a De Luca junior che ambisce a entrare nel Governo su di una poltrona intermedia. Il papà - come è noto - attacca l'esecutivo spesso e volentieri e molte volte anche a ragion veduta. Tuttavia, con il figliolo indirizzato verso una poltrona di sottosegretario potrebbe ammorbidirsi un po' anche lui. E alleggerire la pressione sul Pd - il suo partito - che a Napoli vuole avere le mani libere nella scelta del candidato sindaco. E De Luca su questo non è per nulla d'accordo. Se Amendola o Fico si muovono si aprono spazi non solo per Piero De Luca ma anche per Migliore. La sostanza è che si riparte da dove abbiamo iniziato cioè da Napoli. Muovi la capitale del sud e si muove tutto intorno. Ricapitolando c'è un derby Fico-Amendola per indossare la fascia tricolore. Retroscena nel retroscena i dem potrebbero lasciare a un altro pentastellato la Terza carica dello Stato così come la corsa a sindaco di Napoli in cambio di un paio di ministeri e un sottosegretariato per far diventare più rosso il colore del Governo. Con Oddati che potrebbe trovare il suo spazio in attesa delle politiche del 2023. Insomma il mondo gira e il motore per farlo girare si chiama Napoli.

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