Caos Napoliservizi, conti in rosso e buste paga dimezzate

Caos Napoliservizi, conti in rosso e buste paga dimezzate
di Luigi Roano
Lunedì 11 Marzo 2019, 07:30 - Ultimo agg. 12:14
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La sincerità dell'amministratore unico di NapoliServizi Andrea De Giacomo - che ritiene necessario aderire alla legge Madia e aprire lo stato di crisi per NapoliServizi in quanto azienda «senza liquidità e senza prospettive di continuità» - sta scatenando un putiferio. A livello politico, sindacale e soprattutto all'interno dell'azienda: i lavoratori temono - a ragione - di non avere lo stipendio o di vederselo dimezzato. E tutte le Rsu interne hanno chiesto un incontro con l'azionista entro le prossime 24 ore altrimenti scatterà lo sciopero.

Cosa significa aprire la procedura di crisi aziendale? Mettere in campo - è un obbligo di legge - una serie di misure per la riduzione dei costi tra questi anche e soprattutto quello del personale. Si va dal blocco degli straordinari e delle promozioni, al dimezzamento dell'orario di lavoro. Alla migrazione dei dipendenti su linee di produzione più sostenibili o in altre aziende partecipate.
 
Walter Schiavella, segretario della Camera del lavoro della Cgil non nasconde le sue preoccupazioni: «Una situazione che dura da troppo tempo - racconta - figlia di un taglio complessivo dei trasferimenti ma anche di una incapacità sempre più cronica di recuperare risorse proprie attraverso la riscossione. Per Schiavella ci sono responsabilità politiche chiare: «Chiederemo un confronto con il Comune e lo faremo a livello unitario con tutti i sindacati. Il bilancio di previsione deve essere approvato entro il 31 e noi vogliamo garanzie. Già l'anno scorso dicemmo che c'erano problemi e non fummo ascoltati». Secondo la Cgil manca «una strategia di riforma amministrativa come dimostra la chiusura del corpo dei motociclisti dei vigili dove la Cgil ha subito azioni discriminatorie». Schiavella individua come elemento dirimente della crisi «l'atteggiamento della Regione nei confronti del Comune e della Città metropolitana che andrebbero sostenuti. Invece la Regione sta sempre in campagna elettorale e anche quando riconosce qualcosa al Comune o alla ex Provincia non lo fa come atto dovuto. ma la Regione è unte non di gestione. E questo dato non è esimente dalle forti responsabilità di chi amministra il Comune». Giovanni Sgambati segretario generale della Uil è allo stesso modo critico: «Da troppi mesi - dice - il sindaco ha sempre rassicurato troppo, ma le nostre preoccupazioni in questo ultimo anno e mezzo le abbiamo sempre confermate. La sostanza è che il Comune si è isolato e l'idea di fare tutto da soli non funziona. Di fronte un atteggiamento di questo tipo, non ci riamane che fare pressione anche attraverso i lavoratori».

Diego Venanzoni e David Lebro del Pd vanno all'attacco, anche perché in settimana - come riferiscono loro stessi - ci sono state un paio di commissioni bilancio dove è stato chiesto quale fosse la salute delle aziende comunali. Ora i due consiglieri comunali chiedono «una trasparente operazione verità sui conti della NapoliServizi. Si sono tenute due commissioni bilancio per esaminare lo stato dell'arte e il vicesindaco Enrico Panini non ha manifestato nessuna preoccupazione per la bocciatura del bilancio da parte dei revisori interni. Oggi apprendiamo a mezzo stampa quello che mai ci è stato dichiarato nelle commissioni competenti ovvero l'avvio dello stato di crisi da parte dell'amministratore lasciato vergognosamente da solo».

I due esponenti del Pd rivendicano il ruolo di controllo del Consiglio comunale soprattutto rispetto a una «giunta incapace di costruire un valido progetto industriale per le due grandi partecipate, quelle dei servizi è quella dei trasporti. Se la giunta non avesse disatteso la mozione approvata in Consiglio per dare alla Napoliservizi la riscossione non saremmo precipitati in questa situazione».
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