Cultura a Napoli, il sindaco Manfredi punta sull’ex assessore Daniele

Cultura a Napoli, il sindaco Manfredi punta sull’ex assessore Daniele
di Luigi Roano
Mercoledì 27 Ottobre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 28 Ottobre, 14:02
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Occupare lo spazio della cultura - a livello amministrativo e non solo - al più presto perché è un bene troppo prezioso per lo sviluppo della città per farlo finire nel famelico mondo della politica politicante, quella a caccia di poltrone che lo utilizzerebbe come specchio delle brame e non come motore per far ripartire Napoli. Così il sindaco Gaetano Manfredi, tra i mille dossier a cui sta lavorando con la giunta, tiene sulla sua scrivania ben in evidenza quello della cultura. Una super delega che ha tenuto per sé per sfilarla dal tavolo delle trattative. Il sindaco - nella sostanza - ha annunciato che questa delega continuerà a tenerla ma sarà affiancato «da una struttura fatta di grandi competenze». E visto che è stato lui a indicare la strada in queste ore stanno spuntando i nomi che potrebbero affiancarlo, si tratta solo di indiscrezioni, niente di sicuro, ma si tratta effettivamente di personalità qualificate che potrebbero condividere l’onere della delega alla cultura con l’ex rettore.

Tra i papabili - per quella che si configura come una vera e propria cabina di regia con dentro anche alcuni docenti della Federico II - c’è Nino Daniele, per anni assessore alla Cultura del sindaco Luigi de Magistris, poi sostituito da Eleonora De Majo, cambio che costò molte critiche all’ex pm. Daniele non è iscritto a nessun partito, non lo è stato mai nemmeno a quello di de Magistris così come non ha la tessera del Pd. Il percorso di Daniele nella sostanza potrebbe fare al caso di Manfredi ma tutto è apertissimo a Napoli, se c’è una cosa che non manca è l’ampia dotazione di cervelli di ottima qualità. L’ex rettore però cerca tecnici, specialisti e pesca nella sua amatissima Federico II dove nella squadra per la cultura un posto dovrebbe trovarlo Raffaele Savonardo, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, un profilo che Manfredi sta valutando e che conosce abbastanza bene perché se anche più giovane è un suo collega. Sua l’idea della Sirena virtuale al Mann.

Tra i candidati c’è Agostino Riitano, direttore di “Procida Capitale Italiana della Cultura 2022”.

Ma il suo curriculum è molto fitto: è Cultural Manager, «conoscitore delle tematiche culturali del Sud Italia e dell’area Euro-mediterranea, sperimenta nuovi modelli di rigenerazione urbana mediante la valorizzazione del patrimonio e delle eredità culturali, attivando progetti di innovazione sociale e creolizzazione dei linguaggi espressivi». Non bastasse fa parte dell’Organisation for Economic Co-operation and Development per l’attuazione del progetto “Attrattori culturali per il turismo e l’occupazione nelle Regioni del Sud Italia”. Ed è docente di project management presso il “Corso di Alta Formazione in Management dei Beni culturali e embientali” dell’Università Federico II di Napoli. 

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Quindi tre donne. Rossella Paliotto, imprenditrice, ha il suo core business nella realizzazione di infrastrutture ferroviarie e metropolitane non a caso è l’amministratore delegato di Aet. La Paliotto è presidente della Fondazione Banco Napoli molto vicina ai più bisognosi soprattutto giovani. Ma la mission della Fondazione è la promozione dello sviluppo economico e culturale. Quindi Mirella Barracco l’ideatrice de “Il maggio dei monumenti” ai tempi di Bassolino sindaco. Docente e fondatrice assieme a Maurizio Barracco nel 1984 dà vita alla “Fondazione Napoli Novantanove”. Ente Morale riconosciuto con Decreto del Presidente della Repubblica il 7 giugno 1985. Fiera oppositrice dell’ex sindaco de Magistris è ancora oggi animatrice di un salotto che non lascia indifferenti artisti e la cosiddetta “bella società”. In questo contesto spunta anche Laura Valente, fino a febbraio presidente della Fondazione Donnaregina del Museo Madre. A febbraio il governatore Vincenzo De Luca non le rinnovò dopo tre anni l’incarico. 

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