«Dad? I ragazzi vogliono tornare in classe, sarà complesso ma bisogna farlo»

«Dad? I ragazzi vogliono tornare in classe, sarà complesso ma bisogna farlo»
di Gigi Di Fiore
Sabato 8 Gennaio 2022, 09:58
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Daniela Paparella è la dirigenre scolastica del liceo classico «Adolfo Pansini» di Napoli. È alle prese con l'organizzazione non semplice del ritorno in classe da lunedì prossimo, dopo le vacanze natalizie.

Direttrice Paparella, lunedì al «Pansini» si ritorna con la didattica in presenza?
«Sì, rientriamo regolarmente. Le scuole superiori non rientrano nel provvedimento che impone la Dad. Da più settimane, ormai, subito dopo le vacanze estive, combattiamo con positivi e quarantene da organizzare».

Avete no vax nel personale?
«Uno solo ed è stato sospeso, gli altri nel frattempo si sono ammalati di Covid e quindi hanno automaticamente ottenuto il green pass. Lunedì torneremo con un paio di classi in Dad per l'alto numero di contagiati. Ma prevediamo che i dati sui positivi attuali cambieranno con rapidità nella prossima settimana. E dobbiamo tenerci pronti a rivedere orari e organizzazione complessiva».

È difficile organizzare accessi, fare il conto dei positivi, disporre la Dad e armonizzare i turni dei docenti?
«Non è semplice, questo compito spetta ai dirigenti che hanno la responsabilità organizzativa nelle scuole. Da lunedì prevedo ulteriore confusione».

Altri disagi?
«Credo di sì, anche se i ragazzi positivi, non solo sono asintomatici ma a casa diventano negativi in breve tempo. Non sempre c'è poi collaborazione delle famiglie».

In che senso?
«Alcuni genitori vorrebbero che fosse concessa in ogni caso la Dad ai loro figli, anche se non ne esistono le condizioni. Quando c'è un link di collegamento disponibile per gli alunni in quarantena, chiunque tra i ragazzi può collegarsi e assistere alle lezioni.

Ma ho dovuto dare disposizioni ai docenti, come prevedono le direttive nazionali, che chi partecipa alle lezioni da remoto non rientrando tra quelli che sono obbligati a farlo deve essere considerato assente ingiustificato».

I ragazzi come stanno reagendo a questa confusione?
«I ragazzi vogliono tornare a scuola, lo manifestano di continuo. Hanno voglia di normalità e hanno voluto confermare la settimana dello studente autogestita, anche se verrà fatta da remoto. Assistere alle lezioni con la Dad crea solitudine, senso di frustrazione ed ecco perché sono con loro cercando di affrontare, nonostante le difficoltà, l'organizzazione scolastica in presenza».

Le disposizioni contenute nell'ultimo decreto del governo aumenterà la confusione?
«Sì, ma bisogna continuare con la didattica in presenza, anche se affrontare la gestione scolastica tra positivi nelle singole classi, negativizzati, l'alternanza tra Dad e presenza non è facile. Poi bisogna tener presente chi deve essere messo in quarantena, considerando i possibili contatti di chi è stato scoperto positivo. Speriamo, seguendo le direttive attuali, di non dover disporre ulteriori Dad per intere classi».

Cosa la preoccupa di più, in questo momento?
«Che si possa creare una guerra interna, tra chi vorrebbe comunque lavorare in Dad e chi capisce le necessità della didattica in presenza. Una guerra che potrebbe essere alimentata anche dall'obbligo di considerare assente ingiustificato l'alunno che si collega a distanza, senza esserne obbligato. Un atteggiamento che potrebbe essere favorito dalle famiglie, creando ulteriore confusione».

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