De Luca e il terzo mandato in Campania: sfida Schlein e guarda a Renzi per il Terzo polo del Sud

Sempre più in bilico la posizione di Piero vice-capogruppo alla Camera

Vincenzo De Luca
Vincenzo De Luca
di Mario Ajello
Venerdì 19 Maggio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 17:21
4 Minuti di Lettura

In cima al Nazareno, Elly Schlein - che ha scelto per se stessa il cosiddetto modello di «leadership reputazionale»: ho un profilo di purezza radical e non lo posso intaccare con compromessi di comodo - è intenzionata a non confermare come vice-capogruppo alla Camera il bravo Piero De Luca, ex renziano, uno dei dirigenti di Base riformista assai stimato nel partito e figlio del governatore campano Vincenzo De Luca. Perché non confermarlo? Perché De Luca padre è stato ripudiato da Elly (non vuole consentirgli la ricandidatura a presidente regionale che significherà di fatto allontanarlo dal partito), perché De Luca figlio non è ritenuto in linea con il nuovo Pd, perché la segretaria vuole avere direttamente il controllo delle truppe parlamentari attraverso i suoi fedelissimi o i fedelissimi di chi l'ha aiutata a conquistare la guida del partito.

Il doppio no ai De Luca (sul secondo si sta cercando di convincere Schlein che sarebbe un errore, e comunque un big del Pd come Franceschini deve qualcosa elettoralmente a De Luca essendo stato eletto nel territorio di don Vincenzo) apre una partita interessante che coinvolge anche il terzo polo e uno dei nuovi protagonisti della politica italiana: Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord, la formazione moderata che nasce in Sicilia.

Ha preso l'1 per cento a livello nazionale soltanto con i voti dell'isola e come candidato governatore ha incassato 500mila preferenze. Ieri Cateno De Luca se n'è uscito così, attaccando Calenda: «Non siamo tappabuchi. Leggo che Calenda starebbe alla ricerca di senatori per fare il suo gruppo e starebbe corteggiando la nostra senatrice Dafne Musolino. Noi vogliamo partecipare solo a progetti seri».

Sta forse dicendo Cateno De Luca che, semmai, porterà il suo movimento ad allearsi con Renzi - il neo-nemicissimo di Calenda - prima delle Europee? Non è un'ipotesi dell'irrealtà. Sta di fatto che intanto, il De Luca siciliano lancia segnali al De Luca campano, ripudiato da Elly e amico storico di Renzi. Si tratterebbe di un incastro a sorpresa. E questo tipo di scenario viene ritenuto interessante anche dentro il Pd, da parte dei riformisti. La bocciatura di De Luca junior finirà per far partire una danza post-schleineriana e favorevole alla coppia De Luca più De Luca (ovvero Vincenzo e Cateno)?

Intanto Renzi e Calenda si stanno azzuffando duramente. Lunedì la riunione dei senatori del terzo polo sancirà il divorzio tra i due e la nascita del gruppo autonomo di Italia Viva. Con Azione ridotta a diventare componente del Misto e vedere una ex ministra - come Gelmini - nel cosiddetto Fritto Misto in mezzo a verdi e comunisti sarà uno spettacolo strano, tanto è vero che in Forza Italia non si fa che ripetere: «Torna a casa Maria Stella». Il che - con Licia Ronzulli un tempo sua avversaria nel partito azzurro ma ormai indebolita molto, non sarebbe un'ipotesi da escludere. Mentre l'altra ministra di Azione, Mara Carfagna, è corteggiatissima (i due si sono visti l'altra sera alla festa di compleanno di Salvo Nastasi) per ora invano da Renzi, il quale è pronto a offrile il posto di capogruppo alla Camera o la leadership della costola italiana di Renew Europe già promessa a Gentiloni. 

Il commissario Ue però non è interessato all'operazione. Lo ha ammesso anche Renzi ieri: «Paolo non fa parte del terzo polo, è un amico ma sta nel Pd. A Gentiloni spalancherei le porte ma non credo che sia disposto ad entrare». A sua volta Calenda, per rendere più forte Azione in Parlamento, ha provato a strappare al Pd l'ex ministra Beatrice Lorenzin ma lei vuole restare dove sta. 

Video

Il bisticcio tra Calenda e Renzi è la vera certezza in corso. Esempio: «Carlo? Mi dipinge come un mostro, proprio come fanno i grillini. E non lo fa per questione morale ma umorale». Calenda vorrebbe attenersi alla linea del non attaccare e non rispondere a quella che i suoi chiamano «la dose quotidiana di attacchi da parte di Iv e del Riformista». E sull'intenzione di Renzi di rompere i gruppi parlamentari, dicono in Azione, se ne discuterà la prossima settimana.

Mercoledì ci sarà un passaggio interessante. Calenda e Renzi saranno insieme all'evento per l'unione dei riformisti europeisti nel voto del 2024, anche se ormai è sancito al 100 per cento, lo hanno detto entrambi, che non saranno insieme alle Europee. Dunque il clima sarà paradossale, ma forse anche pulp. Gli organizzatori stanno pianificando di tenere Carlo e Matteo seduti lontani, per questioni di ordine pubblico. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA