De Luca-Fontana, patto sulla sanità: obiettivo efficienza

De Luca-Fontana, patto sulla sanità: obiettivo efficienza
di Ettore Mautone
Venerdì 29 Giugno 2018, 10:22
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Campania e Lombardia unite per la buona sanità. Due Regioni che per la prima volta dialogano a viso aperto avvicinando così il proprio asse politico in vista di possibili intese che incrociano la strada del governo centrale. Due Regioni oggi più vicine e destinate a confrontarsi con spirito collaborativo anche ai difficili tavoli della Conferenza Stato-Regioni.

È questa la prospettiva, più politica che tecnica, che viene in primo piano nella sigla, ieri a Milano, di un accordo di collaborazione tra l'ospedale Cardarelli e il Niguarda, eccellenza sanitaria del capoluogo lombardo. Presenti alla firma oltre ai manager dei due ospedali (Ciro Verdoliva e Marco Trivelli) il governatore De Luca e il suo collega Attilio Fontana (Lega nord). Due leader che si incontrano per la prima volta da presidenti di Regione ma che già si conoscevano da amministratori, quando il primo era sindaco di Salerno e l'altro primo cittadino di Varese. Due politici che parlano lo stesso linguaggio e che s'intendono alla perfezione sul piano della concretezza amministrativa. De Luca apre a un confronto sui costi standard e non indietreggia rispetto alle prospettive di autonomia amministrativa intraprese di recente per referendum, dalla Lombardia (ma anche dal Veneto e poi dall'Emilia). Regioni di punta di un fronte che rischia di sottrarre proprio sulla Sanità risorse drenate dalla fiscalità generale.
 
Dialogo e collaborazione, ma anche una sana competitività sulla sanità. L'obiettivo dell'intesa è instaurare sinergie sul piano scientifico per trasferire tra le due realtà quanto di buono si è realizzato nel tempo e sfruttare il know how altrui per crescere e innovarsi reciprocamente. Un confronto e una collaborazione su aree di attività omogenee tra le due organizzazioni, come l'area di emergenza e accettazione con i processi operativi in Pronto Soccorso, la gestione delle ustioni gravi, le reti tempo-dipendenti (dal politrauma maggiore alla gestione dello Stroke alla rete infarto miocardico acuto), l'area chirurgica, quella medica con il percorso peri-operatorio dei pazienti fragili. Ma anche un focus sui progetti di trapianto di pancreas, sulla gestione delle infezioni ospedaliere, sulle attività del Centro antiveleni, della banca del tessuto muscolo-scheletrico e cute. «Certo non possiamo impedire che i cittadini campani si rechino in Lombardia per ricevere cure ha detto De Luca ma siamo qui anche per raccontare un'altra Campania rispetto a quella narrata dai media quando per un cattivo consiglio a una paziente questa si ritrova in una lista di un ospedale che non fa parte della rete oncologica. Come lo sono invece il Pascale, il Cardarelli e il Ruggi dove quella stessa paziente, può ricevere cure di eccellenza in 15 giorni». De Luca ha poi citato con orgoglio il lavoro fatto in due anni di lavoro, ricordando le premialità incassate all'ultimo tavolo di verifica con i ministeri vigilanti sul piano di rientro. Novecento milioni incagliati (300 per ogni anno dal 2014 al 2016) che non si riusciva ad incassare per la mancata presentazione dei bilanci delle Asl.

La sanità per unire e non per dividere dunque. E dopo le parole pronunciate nei giorni scorsi dal nuovo ministro della Salute Giulia Grillo, ricordando che il suo dicastero non sarà subalterno a quello dell'economia e che lavorerà per riequilibrare l'assegnazione delle risorse, i presupposti di una stagione nuova ci sono tutti.
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