De Luca: «Reddito di cittadinanza
anche ai manovali della camorra»

De Luca: «Reddito di cittadinanza anche ai manovali della camorra»
Lunedì 21 Gennaio 2019, 19:53
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«A Caserta nord c'è la manovalanza della camorra e un giovane che fa il palo della camorra avrà anche lui il reddito di cittadinanza». Lo ha detto il governatore della Campania Vincenzo De Luca nel corso del suo intervento alla presentazione del libro di Marco Leonardi «Le riforme dimezzate», organizzata dall'ex parlamentare Leonardo Impegno. De Luca ha aspramente criticato molte riforme dei governi di centrosinistra Renzi e Gentiloni, ma altrettanto duramente ha criticato i provvedimenti di questi primi mesi del governo Lega-Movimento 5 Stelle. «Questo è un governo di »sfrantummati« - ha detto - ma siamo stati talmente incapaci da mandarli noi al governo dell'Italia. Ora però dobbiamo avere fiducia, visto che l'attuale proposta del Reddito di Cittadinanza sta ripercorrendo la strada dell'algoritmo della buona scuola, che ci ha inimicato tutto il mondo della scuola e quindi si stanno suicidando. Un piccolo segnale è arrivato ieri dalla Sardegna, dove alle elezioni suppletive ha vinto uno del centrosinistra, non so se per sbaglio ma ha vinto».

De Luca ha sottolineato come il Pd possa essere «alternativo se propone un piano per il lavoro per centinaia di migliaia di giovani, non di assistenza. Sul reddito di cittadinanza ci sono i paletti perché non ci sono soldi, se hai una macchina nuova, se hai la barba, se uno in famiglia ha rinunciato al lavoro non hai niente. Intanto siccome siamo creativi nel Sud, gli uffici anagrafe stanno già ricevendo valanghe di domande di separazioni tra coppie per avere il reddito». Parlando delle alternative a questo governo, De Luca ha però sottolineato che «chi si propone deve avere un programma convincente su lavoro, sicurezza, sburocratizzazione, giustizia, chiedere scusa al mondo della scuola. Servono gruppi dirigenti credibili come forza di governo e ho la sensazione che ancora non ci siamo. Se riusciremo ad avere un partito politico con una direzione di venti dirigenti rappresentanti di territori e non una federazione di correnti forse le cose cambieranno. Speriamo che nelle prossime settimane le vicende congressuali ci facciano fare un passo avanti su un piano programmatico e su dirigenti che dovranno avere cultura, capacità di comunicazione e di organizzazione».

 
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