Addizionale Irpef più cara in Campania:
«Ma tasse ridotte per i redditi più bassi»

Addizionale Irpef più cara in Campania: «Ma tasse ridotte per i redditi più bassi»
Martedì 21 Dicembre 2021, 15:37 - Ultimo agg. 25 Marzo, 18:41
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«Non abbiamo aumentato le tasse ma sono state ridotte sotto i 20mila euro». Lo ha detto il presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, nel corso del dibattito sulla legge di stabilità 2022, in risposta alle accuse sull'addizionale Irpef più cara. Unendo la misura nazionale e quella regionale «i cittadini campani non pagheranno nulla di più», ha precisato. Poi, la stoccata indirizzata all'ex primo cittadino di Napoli. «Veramente pensate che stampiamo moneta come pensava di fare un antifascista al Comune, un sincero democratico? Voleva stampare i talleri, insieme con il varo della flotta partenopea, quando nessuno del centrodestra si accorgeva che al Comune di Napoli  venivano presentati bilanci falsi», ha aggiunto De Luca. «Nessuno ha detto niente. Come siete stati buoni, cari amici, caritatevoli».

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A proposito della legge di bilancio De Luca ha precisato: «Non è la raccolta delle richieste di tutti.

E questo lo faremo per il futuro». Quindi, De Luca ha ribadito che saranno accolte con rispetto le proposte «sia della maggioranza che dell'opposizione» ma in quest'aula «nella mattinata di oggi abbiamo sentito anche delle belle poesia. Io sono il primo a chiedere dove tagliare: avanti proponete, ma oggi ho sentito solo alcuni sospiri poetici». Il giudizio non è comunque negativo. «In questi sei anni abbiamo fatto un lavoro importante del risanamento del bilancio e del contenimento del debito», ha concluso ricordando che c'era un debito di 5,5 miliardi. Tuttavia, «permane uno squilibrio nell'erogazione di risorse tra Nord e Sud, e l'ultima battaglia la stiamo facendo adesso», ha fatto notare il governatore.

Ma, nel dibattito in aula, non sono mancati gli attacchi. «L'aumento dell'addizionale Irpef testimonia l'assoluta mancanza di capacità di buon governo dell'amministrazione regionale che vuole fare solo cassa aumentando le tasse ai cittadini campani. Una stangata da 580 euro in più all'anno per il 90% delle famiglie campane già alle prese con la crisi economica e sociale aggravata dalla grave fase di pandemia da Covid che stiamo vivendo», ha detto Michele Schiano di Visconti (FdI) a margine del consiglio regionale di oggi. E ha aggiunto: «Il nostro rammarico è che è stata strozzata la discussione sulla Finanziaria in commissione e non ci è stato consentito di apportare, laddove era possibile, alcuni suggerimenti. Possiamo capire che alcune scelte possono sembrare obbligate, ma non si venga a dire che aumentare le tasse ai cittadini serve a mantenere determinati servizi. È una visione della maggioranza che non ci sentiamo di condividere e per questo oggi in aula abbiamo ribadito il nostro voto contrario alla manovra finanziaria proposta dalla Giunta regionale». 

A intervenire anche Valeria Ciarambino, vicepresidente del Consiglio e capogruppo regionale M5s. «La manovra di bilancio regionale quest’anno ci mette di fronte a misure che avranno un impatto molto forte sulla vita della nostra gente. In un momento in cui sulla vita dei cittadini continua ad abbattersi uno tsunami che ha sovvertito ogni certezza, viene previsto un aumento dell’Irpef che, dietro il pur condivisibile criterio della progressività, cela un aumento pressoché indiscriminato delle tasse e comporta un peggioramento del già triste primato di essere tra le Regioni con l’addizionale più alta. A risultare danneggiata è una fascia di reddito ampia che comprende in buona parte lavoratori dipendenti e pensionati, e comunque categorie già segnate dalle conseguenze dell’emergenza pandemica». Per Ciarambino, si tratta di «una manovra in controtendenza a quanto si sta facendo a livello nazionale, dove si riducono le tasse per dare impulso alla crescita del Paese. Il Movimento 5 Stelle ha lanciato subito un grido di allarme, proponendo azioni di mitigazione».

«L’incremento delle imposte – ha sottolineato Ciarambino - dovrebbe sempre rappresentare l’estrema ratio per recuperare risorse pubbliche, e non invece l’intervento più facile e immediato da adottare. Le prime azioni che abbiamo chiesto di mettere in campo devono riguardare il taglio di tutti gli sprechi. Coi nostri emendamenti abbiamo puntato a un piano triennale di spending review che coinvolgesse anche le società partecipate e gli enti strumentali. Abbiamo proposto di ridurre i fitti passivi regionali, per i quali spendiamo decine milioni di euro l’anno, mentre ci sono centinaia di stabili del patrimonio immobiliare regionale, delle Asl e delle aziende ospedaliere, non utilizzati o dati in fitto a costi irrisori. Tutte le risorse che si riuscirà a recuperare dovranno servire ad abbassare le tasse»

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