«Capisco i contratti televisivi, - ha detto ancora il primo cittadino - però dobbiamo decidere tutti da che parte stare. Se qualcuno pensa che il tema della devianza minorile sia solo di competenza del sindaco, della magistratura e delle forze dell'ordine allora abbiamo già perso. Il mondo della comunicazione è fondamentale». «Abbiamo il dovere di raccontare - ha detto ancora il sindaco - sopratutto per chi l'alternativa non la vede, o la vede con maggiore difficoltà, perché ha i genitori in carcere e vive in certi contesti». de Magistris ha ricordato che a Napoli, «si stanno costruendo alternative che però non si vedono».
Dopo avere lodato «il grande lavoro» che le forze dell'ordine, la magistratura e degli istituti di pena minorile, come quello svolto ad Airola e Nisida, l'ex magistrato ha concluso il suo intervento dicendosi convinto che «un ragazzo uscito da un istituto di pena minorile, che diventa testimone di legalità, vale più di un sindaco, di un magistrato, di un poliziotto e di un carabiniere, perchè racconta ai suoi coetanei qual è il male e il bene».
All'incontro hanno preso parte, tra gli altri, il procuratore presso il Tribunale dei Minori di Napoli, Maria de Luzenberger, il questore, Antonio De Iesu, e il comandante provinciale dei carabinieri Ubaldo del Monaco.