De Magistris candidato spacca la Calabria:
«Non siamo una colonia napoletana»

De Magistris candidato spacca la Calabria: «Non siamo una colonia napoletana»
di Luigi Roano
Giovedì 21 Gennaio 2021, 10:00 - Ultimo agg. 10:20
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«Ringrazio tutte le calabresi e tutti i calabresi che mi hanno scritto nelle ultime ore per esprimermi sostegno e per incoraggiarmi in questa nuova straordinaria avventura. Non vi deluderò». Così su Instagram il sindaco Luigi de Magistris, di buon mattino, dopo l'annuncio della sua candidatura. Ma cosa ha davvero in mano il sindaco? A giudicare dalle reazioni arrivate da mondi a lui vicini come quelli del M5S e delle Sardine - che riemergono dopo un lunghissimo sonno - e da tutti coloro che sono finiti sotto inchiesta all'epoca in cui faceva il pm in Calabria, la sensazione è che la partita se la gioca, ma sarà controcorrente, in salita perché la schiera degli oppositori si ingrossa. Nella sostanza, stanno venendo fuori i veleni calabresi, quelli degli indagati e messi sotto processo nelle inchieste Poseidone e Why Not che si sono visti rovinare la vita - perché le accuse di mafia sono dure da digerire - per poi essere assolti tutti. Riepilogando, a oggi, cioè a poco più di tre mesi dall'apertura delle urne, de Magistris deve costruire una «coalizione civica» come ha ribadito, ma deve tenersi alla larga dai partiti tradizionali; ci sono pezzettini della sinistra che lo appoggiano apertamente, per il resto è tutto un quiz. Procediamo con ordine.

«Sono paradossalmente contento che de Magistris si candidi come governatore della Calabria, perché la Calabria, evidentemente, merita questo. Penso che se uno facesse una proposta del genere a un sardo, a un siciliano o a un pugliese, ne ricaverebbe una pernacchia, ma evidentemente la Calabria è considerata una discarica. Mandare in Calabria un politico fallito, che ha distrutto Napoli e che quindi in Campania non vuole più nessuno, significa che tutto fa brodo». Parole dure quelle di Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle Opere della Calabria e principale indagato dell'inchiesta Why Not. Non l'unico a esporsi di quelli che hanno avuto a che fare con il de Magistris magistrato: «Vedo malissimo la candidatura di de Magistris in Calabria, e non perché è stato il pm che mi ha indagata, ma perché le posizioni che esprime sono populiste e da Mezzogiorno piagnone. Ma soprattutto de Magistris arriva da un fallimento a Napoli. In più, non è neanche calabrese. Che cosa bisogna aggiungere?». Tranchant Enza Bruno Bossio, deputata calabrese del Pd che finì nell'inchiesta Why Not? e assolta sia in primo grado che in appello perché il fatto non sussiste. La deputata teme che «de Magistris possa rompere il tavolo del centrosinistra». In verità un tavolo che è aperto solo formalmente ma non ha prodotto nulla. L'ex presidente della Calabria Ignazio Loiero è sulla stessa lunghezza d'onda, anche lui indagato e assolto: «La Calabria non è una colonia». Insomma su questo fronte l'unica voce fuori dal coro è quella di Gioacchino Genchi, consulente informatico dell'ex pm: «Se de Magistris avrà la capacità di porsi in maniera nuova e innovativa, potrà farcela. Anche perché in Calabria ci sono tante persone perbene, laboriose, di grande intelligenza e di profonda onestà, quindi perché de Magistris non ce la dovrebbe fare?». Sul fronte politico le Sardine la buttano sul tema dell'identità: «La Calabria ha bisogno che a sinistra si recuperi un'identità ed una progettualità intorno a valori riconoscibili, mentre l'autocandidatura di de Magistris mi sembra solo l'affermazione del suo io» dice Jasmine Cristallo. Pizzica il deputato calabrese dei grillini Francesco Sapia, le sue parole sembrano più mirate a compattare il fronte interno visto che la base grillina si è espressa già per de Magistris. Oggi, al massimo domani, il M5S calabrese si riunirà per mettere a punto una strategia. «Legittima la candidatura di de Magistris - dice Sapia - ma ha centrato il suo annuncio molto su se stesso». E ancora: «Il futuro presidente della Regione, chiunque sarà, non avrà compiti da pm, dovrà assicurare un'amministrazione, imparziale e capace di utilizzare i fondi per sostenere lo sviluppo». Per Stefano Graziano, campano, commissario del Pd in Calabria, quella di «de Magistris è una fuga ingloriosa, un capitano che scende mentre la sua barca affonda».

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Detto delle voci contrarie se non ostili, va ribadito che de Magistris in Calabria non è solo, anzi.

Può contare su un popolo di apolidi della politica e su movimenti civici e associazioni che non mancano.

A iniziare dalla sua - demA-Calabria - retta da Michele Conia sindaco di Cinquefrondi, ex terra di mafia: «Da oggi parte un cammino fatto di dialogo con i territori, con le forze sane, con tutti coloro che vogliono il cambiamento, anzi lo pretendono. Senza incertezze né tentennamenti demA Calabria lavorerà per costruire la vera alternativa in questa Regione insieme a Luigi de Magistris e insieme a tutti coloro che crederanno nella rivoluzione, l'unica possibile in questa terra devastata da decenni di malapolitica». Non solo deMa ma c'è un gran pezzo di sinistra, l'associazione La Strada e soprattutto se decollasse l'accordo con Carlo Tansi e le sue tre liste - a giorni se ne saprà di più - per de Magistris si aprirebbero nuovi orizzonti. 

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