De Magistris spacca il Pd: la sfiducia al sindaco (per ora) non decolla

De Magistris spacca il Pd: la sfiducia al sindaco (per ora) non decolla
di Luigi Roano
Martedì 29 Ottobre 2019, 07:30 - Ultimo agg. 13:59
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Si è riunita la conferenza dei capigruppo e sono state calendarizzate anche tre sedute del Consiglio comunale che non si riunisce addirittura dal 7 agosto - la prima il 31 ottobre, una monotematica al Maschio Angioino sul caso Whirlpool che dal primo novembre cesserà le attività - ma sul tavolo della conferenza coordinata dal presidente del Consiglio comunale Alessandro Fucito, la mozione di sfiducia contro il sindaco Luigi de Magistris non è arrivata. «Servono 16 firme per portare in aula la mozione e al momento ci sono solo le 3 di Fi» spiega. Siamo all'impasse perché le altre opposizioni - Fratelli d'Italia, Lega, M5S e Napoli popolare - non hanno formalizzato assolutamente nulla, la sfiducia resta a oggi una mera intenzione. Anche perché è bastata questa ipotesi per spaccare il gruppo consiliare del Pd dove i 5 consiglieri hanno preso strade diverse e senza il Pd le 16 firme necessarie non ci saranno mai. Come stanno le cose in casa dem? Diego Venanzoni e Alessia Quaglietta sono per la sfiducia mentre gli altri 3, il capogruppo Aniello Esposito, Federico Arienzo e Salvatore Madonna dicono no.

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A rompere gli indugi su Fb ci pensa il consigliere regionale Antonio Marciano: «Il punto non è solo la vicenda dell'audio. Il tema di fondo è lo stato di salute della città. Di fronte a questo inarrestabile declino voglio sperare che tutto il Pd sostenga la mozione di sfiducia al sindaco de Magistris» scrive Marciano. «Voglio sperare - insiste - che a nessuno passi per la testa che la responsabilità che domina il patto scellerato in Città Metropolitana possa replicarsi nel governo di Napoli. Nelle prossime settimane il Pd metropolitano sarà chiamato a celebrare il suo congresso, serve chiarezza su chi è alternativo a de Magistris». Quindi Marciano tocca il nervo scoperto di almeno mezzo Pd, le Regionali e la ricandidatura di De Luca: «Si dica chiaramente - conclude - che i prossimi mesi prima delle Regionali saranno decisivi per rafforzare il Pd e la sua lista per la ricandidatura di De Luca. Poche parole nette e chiare, senza tentennamenti e ridicole doppiezze». Il capogruppo Esposito replica così: «Io non firmo una mozione di sfiducia sulla scorta di un audio, è fuori da ogni logica. Bene fa Marciano a porre i temi della città come la qualità della vita e tutto il resto che non funziona a iniziare dai trasporti, è la battaglia del gruppo Pd in Comune da 8 anni. Sarebbe stato però interessante ascoltare la voce dei consiglieri regionali del Pd anche sulle ultime nomine politiche effettuate in Regione». Per Esposito «occorre concentrarsi sui mali della città, dalla crisi Whirlpool, che è uno schiaffo a Napoli, ai lavoratori della Selav, ai 200 Lsu che devono essere assunti. Per questi motivi non sono per la mozione di sfiducia che rafforzerebbe solo de Magistris e non ci porta da nessuna parte perché i numeri non ci sono». Poi una notazione più politica: «A Marciano vorrei fare un discorso sull'Umbria e ricordargli che il partito è diviso e si rischia di lasciare Napoli e l'Italia alla Lega e alle destre. Tutto sommato de Magistris ha vinto due volte le elezioni e tiene dentro la sinistra nel senso che è stato eletto anche da loro, questa è politica, dobbiamo ragionare in questa direzione ovvero allargare e unire le forze, non dividerle».

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La senatrice Valeria Valente - ex consigliera comunale - è per la sfiducia: «Ho il massimo rispetto dell'autonomia del gruppo consiliare che prenderà le sue legittime decisioni, ma di fronte alle condizioni disastrose in cui versa la città, a partire dall'emergenza rifiuti fino al caos mobilità, non votare la mozione di sfiducia da parte di tutto il gruppo del Pd sarebbe un gesto incomprensibile».

Per la Valente del resto «a farlo sarebbe una forza politica che è sempre stata all'opposizione in Consiglio comunale e che ora di fronte allo sfaldarsi di una maggioranza ridotta a distribuire poltrone anziché risolvere i problemi, ha la possibilità di mettere fine all'agonia cui questa giunta ha costretto Napoli». Quindi l'affondo conclusivo: «Personalmente farei davvero fatica a capire il senso di questa scelta e credo come me molti cittadini napoletani, convinti che, nonostante i tanti errori, il Pd rappresenti la sola alternativa seria al malgoverno demagogico». Arienzo invece è su altre posizioni: «Prima delle mozioni il partito mi deve spiegare perché dovrei firmare assieme a Lega e Fratelli d'Italia, quelli che dal Pd vogliono sapere ancora di Bibbiano: io con queste forze politiche non ho nulla a che vedere. Non firmare non significa non essere alternativo a de Magistris, la questione è politica».

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