De Magistris: «M5S ha fallito, organizzerò un partito anti-sistema»

De Magistris: «M5S ha fallito, organizzerò un partito anti-sistema»
di Fulvio Scarlata
Venerdì 16 Febbraio 2018, 10:26
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«I 5 Stelle avranno un ottimo risultato ma senza sfondare neanche con Berlusconi e Renzi invotabili. Loro raccolgono un voto di protesta, ma hanno fallito dove hanno amministrato. E la smettano di ergersi a esclusivi paladini della legalità»: Luigi de Magistris esce dall'isolamento della campagna elettorale, con i suoi uomini impegnati per liste di svariati orientamenti politici, per lanciare il suo movimento. «A maggio faremo un congresso, DemA si inserisce in un progetto di sinistra europea con Diem25 di Varoufakis e altre formazioni».

La scelta di non prendere parte alla campagna elettorale lascia Luigi de Magistris isolato. Il suo movimento, così forte a Napoli, si è disperso per mille rivoli, anche in eclatante contrasto fra loro. Accanto ai candidati schieratisi con Potere al Popolo e LeU, c'è chi sostiene gli esponenti del Pd e qualcuno arriva a sostenere l'elezione di esponenti di Forza Italia. Il rischio di vedere sfumare un progetto politico è evidente. Così il sindaco scende in campo. Clamorosamente. Per mollare, di fatto, il Movimento 5 Stelle. Prima colpendoli sull'aspetto morale: «È squallido chi li attacca per la questione dei rimborsi - dice - ma i 5 Stelle smettano di ergersi a esclusivi paladini della legalità, perché nella vita ci sono le storie delle persone che contano, non la demagogia e mettersi sopra il cerasiello».

Poi con un'intervista a MicroMega in cui va ancora più a fondo: «Vogliamo costruire un progetto politico fondato sulla questione morale, i beni comuni, la lotta alle diseguaglianze. Con la base del Movimento ci sono punti di contatto. Ma anche divergenze, nella virata a destra su Ius Soli e migranti. Per non parlare del silenzio imbarazzante di Di Maio sui fatti di Macerata. È opportunismo elettoralistico. Questa volta il M5S avrà un ottimo risultato ma più di protesta e per assenza di alternativa che di convinzione perché dove hanno amministrato a livello locale non hanno entusiasmato. Non hanno mantenuto le promesse di cambiamento: io, a Napoli, ho ripubblicizzato l'acqua pubblica perché le giunte grilline non l'hanno fatto? Avrebbero un'autostrada davanti: Berlusconi è invotabile, Renzi uguale. Quindi, se prendi il 30% hai ottenuto un buon risultato ma non hai sfondato».
 
L'analisi di de Magistris a MicroMega parte dalla presa di distanza dalle formazione di sinistra attualmente in campo. Certo alcuni candidati di DemA sono in campo in LeU e in Potere al Popolo «ma sono candidature autonome che non rappresentano il progetto DemA - continua il sindaco - Ragioniamo con Sinistra Italiana e Mdp, ma DemA è un'altra cosa, ha un altro progetto che non ha nulla in comune con D'Alema, Bersani e Bassolino. Faremo un congresso a fine maggio per costruire un gruppo dirigente. Le Europee saranno il primo banco di prova su scala nazionale, perché concorreremo con altre esperienze europee sotto un unico simbolo: Diem25, Podemos e Barcelona en Comu della sindaca Ada Colau. Poi ci sono le Regionali nel 2020 dove ci candidiamo a governare la Campania».

La base elettorale, secondo de Magistris, sarà proprio in quel voto di protesta che oggi si rivolge ai grillini. D'altra parte la controprova, per il sindaco, è proprio l'esperienza napoletana in cui con lui candidato, il M5S è finito al 10%: «Quando c'è un'alternativa credibile, il voto di opinione 5 Stelle si sposta. In queste elezioni prevedo un'affermazione importante per il Movimento ma non sufficiente per governare il Paese e quindi sarà una sconfitta. Dopo le elezioni per il M5S inizierà la discesa. A quel punto potrebbe, persino, aprirsi un ragionamento nel mondo del 5 Stelle: se loro fanno cadere il muro del pregiudizio gli unici interlocutori per un dialogo siamo noi. Non mi convince la linea di Di Maio che parla di dialogo con le stesse forze politiche che presenta come il diavolo e a cui annuncia di non aprire sui contenuti. E nessun partito voterebbe un loro governo».

La rabbia del primo cittadino è legata alla questione del Cr8, il debito provocato dal commissariato sul terremoto 30 anni fa, finito sulle casse comunali con una serie di pignoramenti: «Noi governiamo con le mani pulite ma paghiamo i debiti di 40, 30 e 20 anni fa, di stagioni politiche scellerate e che hanno distrutto la città. «Napoli finora ce l'ha fatta da sola nonostante le discriminazioni, i tagli ingiusti, i tanti governi nazionali che non hanno sostenuto i territori, i Comuni del Mezzogiorno, nonostante i governi regionali. Ce l'ha fatta perché abbiamo grande forza, passione e competenza, come popolo e come amministrazione».
 
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