Napoli, de Magistris è sempre più solo: nuovo duello con i cinquestelle

Napoli, de Magistris è sempre più solo: nuovo duello con i cinquestelle
di Carlo Porcaro
Lunedì 10 Giugno 2019, 08:39 - Ultimo agg. 15:36
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De Magistris sempre più solo. Alle prese con le fibrillazioni nella maggioranza, ora il sindaco deve fare i conti con le opposizioni che si sono compattate attorno alla richiesta di commissariamento del Comune avanzata da M5S. La strada per l’ex pm appare dunque in salita quando alle Regionali manca ancora un anno. Nel frattempo le fibrillazioni aumentano: ieri l’ennesimo scontro tra de Magistris e i Cinquestelle. 

De Magistris è rimasto solo, o meglio coccolato esclusivamente da uno scarno gruppo di fedelissimi coordinato dal capo di gabinetto Attilio Auricchio e che ruota intorno al centro sociale Insurgencia. Nella maggioranza che lo sostiene in Consiglio comunale, i distinguo sono aumentati a dismisura: si va dalla posizione autonoma del consigliere di Agorà Nino Simeone, che alle Europee ha votato il dem Franco Roberti, al malcontento in demA espresso dai consiglieri Laura Bismuto e Claudio Cecere passando per il voto espresso solo in extremis da Sinistra in Comune sul rendiconto. Fuori dai confini di una maggioranza precaria, numerose porte in faccia ad ogni appello lanciato. Le opposizioni si sono compattate d’un colpo, seppur per motivi diversi: i grillini hanno presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per verificare le condizioni di un intervento di Prefettura e Corte dei Conti; il Pd, sopito da una parte e dialogante con il sindaco dall’altra, si è dichiarato pronto ad associarsi alla richiesta di commissariamento; nel centrodestra, non contrario alla richiesta dei grillini, Forza Italia auspica il ritorno alle urne mentre la Lega attende che il leader Salvini dia indicazioni sui salvataggi dei Comuni in dissesto in generale. 
 
Con queste premesse, il sogno dell’ex pm di sfidare il governatore uscente Vincenzo De Luca alle Regionali appare difficilmente tramutabile in realtà. «Posso mettere insieme la sinistra con la destra moderata», la strategia del sindaco per le Regionali. In molti gli hanno fatto notare però che non considera la tenuta dei Cinquestelle, primo partito in città e in Campania, e il 12 per cento ottenuto dalla Lega a Napoli nonostante le vecchie diffidenze e i cortei di protesta. «Dema, la creatura del sindaco, è un soggetto debole, privo di una concreta e seria prospettiva di crescita e di radicamento: ha destato molte perplessità la girandola di possibili candidati di demA alla carica di sindaco. Non tutti sarebbero in grado di raccogliere un significativo consenso e non tutti avrebbero le capacità per poter essere un primo cittadino dotato di forza e carisma», è lo sfogo di Antonio Frattasi, segretario regionale del Pci, uno degli alleati presente in Aula con il consigliere Rosa Galiero. «Si è lasciato condizionare da alcuni suggeritori del cerchio magico - aggiunge - Per uscire dell’isolamento il sindaco dovrebbe affermare con nettezza il suo profilo di sinistra, rivolgendosi però più al mondo dei lavoratori che ai centri sociali, ma servono maggiore umiltà e senso della politica». Non è piaciuto tra gli arancioni, infatti, il passaggio dell’intervista al Mattino del vicesindaco Enrico Panini in merito all’erede da individuare. «Aspettiamo che decida de Magistris», ha detto come se vi dovesse essere un’investitura con la spada sul capo del prescelto. Il primo cittadino si trova in un vicolo cieco, insomma, e solo chi sta messo peggio di lui politicamente potrebbe lanciargli una ciambella di salvataggio. Gli altri, e sono tanti, lavoreranno per affossarlo. 

Nonostante ciò, il sindaco continua a tendere la mano al presidente della Camera Roberto Fico, considerato il grillino “buono” con cui stringere un accordo rispetto al “cattivo” Luigi Di Maio schiacciato dal contratto di governo con Salvini. «Il nostro rapporto? Istituzionale. Diventerà politico? Chi vivrà, vedrà. Per me è un bene per Napoli: me lo chiedono molti concittadini che hanno votato me e M5S», ha detto. Quanto all’interrogazione contro di lui, «forse manco Mussolini pensò mai di commissariare un Comune. Siamo di fronte ad un delirio di incompetenza: Salvini li scavalcherà a sinistra perché dirà che i Comuni non si possono commissariare se non perché non approvano il bilancio o per infiltrazioni mafiose». Da Fico, invece, nuovo stop al sindaco: «Non parlo delle interrogazioni dei parlamentari, fanno le loro interrogazioni, i ministeri rispondono, ce ne sono centinaia di interrogazioni. A me interessa esclusivamente il bene di questa città, nient’altro». Fico, del resto, deve prima conoscere il suo destino interno al Movimento.
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