Dema cambia di nuovo: stop a Panini, è Piscopo il nuovo segretario e torna de Magistris jr

Dema cambia di nuovo: stop a Panini, è Piscopo il nuovo segretario e torna de Magistris jr
di Luigi Roano
Venerdì 8 Maggio 2020, 09:00
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Ancora una piroetta del sindaco Luigi de Magistris, non l'ultima perché non è da escludersi un rimpastino di giunta per dare soddisfazione ai Verdi. Tanto, visto che di assessori in nove anni ne sono passati a Palazzo San Giacomo diverse decine, un posto nell'esecutivo della terza città d'Italia non si nega a nessuno. La notizia di giornata è che l'ex pm licenzia da segretario nazionale di demA il fedelissimo vicesindaco e assessore al Bilancio Enrico Panini. Al suo posto due ritorni in prima linea arancione: l'assessore all'Urbanistica Carmine Piscopo e il fratello Claudio. E l'assessora alla Scuola, ma più defilata, Annamaria Palmieri. Cosa significa? Che de Magistris scarica sull'impalpabile Panini il suo fallimento politico con demA che ha perso pezzi anche in Consiglio comunale. L'emiliano Panini - con un passato nella Cgil e nel Pd - con i suoi modi affabili e da intrattenitore consumato doveva dare a demA un tocco meno provinciale.

Ma con lui il Movimento non si è affacciato mai in nessuna competizione elettorale di livello tranne che alle suppletive al Senato come partner del Pd: votanti poco più di 20mila su oltre mezzo milione di napoletani. In secondo luogo la mossa del sindaco significa che alle regionali ci sarà e questa volta in prima persona. È l'unica chance che gli resta per galleggiare in politica. Il sindaco realisticamente sta riportando il movimento dalla dimensione onirica di nazionale a quella reale, ovvero domestica. 
 


L'amico del cuore Carmine Piscopo, un docente universitario molto stimato, e il fratello Claudio, manager di livello nel mondo artistico, hanno una vita a prescindere dal sindaco. E non avendo aspirazioni di guidare l'Italia - come de Magistris - sono le persone giuste a cui affidarsi. L'ex pm con loro torna a puntare esclusivamente su se stesso per conquistarsi almeno uno spazietto. Tagliato fuori dall'alleanza di centrosinistra con il Pd che punta fortissimo al De Luca bis grazie alla buona gestione dell'emergenza sanitaria - fronte sul quale si aspetta ancora che il Comune si presenti sulla scena - a de Magistris non restano che due strade. Presentarsi come candidato presidente con una lista demA: un harakiri che gli consentirebbe di uscire di scena con l'onore di un samurai. Oppure cercare un accordo con il M5S e candidarsi non come presidente ma, per esempio, capolista di demA e partner dei grillini. Piscopo e de Magistris junior da sempre sono interlocutori dei Cinquestelle. Se si votasse a luglio sarebbe anche meglio per de Magistris, potrebbe giocarsi una sorta di fattore sorpresa e fungere da outsider guastatore. Non il massimo per uno che ha avuto l'onore di guidare Napoli per 10 anni, ma salvo terremoti o altri virus che allungherebbero oltre il 2021 il suo mandato, la dimensione del sindaco questa è. E in queste ore chissà se de Magistris starà maledicendo la botta d'orgoglio che ha costretto Attilio Auricchio alle dimissioni, reo solamente di avere tentato di piazzarlo al Senato, alle suppletive, al posto di Ruotolo che oggi siede comodamente a Palazzo Madama.

Difficilissimo avere i numeri degli iscritti a demA. Nasce nel 2012, ma a fine 2019 gli iscritti erano 1300, la punta massima. Da allora ci sono state molte defaillance. Come quella di Carmine Sgambati passato a Iv che da solo ha portato 200 iscritti. Poi l'addio della ex assessora Roberta Gaeta che con la sua delega al Welfare aveva fatto proseliti arancioni. L'altro ben più doloroso addio di Marco Cocifoglia, poi del presidente della Municipalità del Vomero Paolo De Luca e il suo assessore Antonio Iozzi.
Tutte persone che non hanno rinnovato la tessera. Oggi gli iscritti dovrebbero aggirarsi tra i 500 e i 700, dato che arriva da fonti interne - ancora per poco - del movimento. 

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