Deputato Ms5 a Luigi Cesaro: «Non cercare scorciatoie, collabora»

Deputato Ms5 a Luigi Cesaro: «Non cercare scorciatoie, collabora»
di Giuseppe Crimaldi
Martedì 14 Settembre 2021, 18:08 - Ultimo agg. 19:01
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«Senatore Luigi Cesaro, dimostri di essere innocente e non cerchi scorciatoie: collabori, anziché invocare privilegi. La legge è uguale per tutti». L'invito rivolto al parlamentare di Forza Italia al centro di un'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, per la quale i pm chiedono a Palazzo Madama gli arresti domiciliari, arriva dal deputato del Movimento Cinque Stelle, Antonio Del Monaco.

Del Monaco ha scritto a Cesaro una lettera aperta nella quale si rivolge al senatore indagato per concorso esterno in associazione camorristica: secondo l'accusa, avrebbe avuto un ruolo diretto nella formazione di un presunto «patto di reciproca convenienza» sancito tra il clan camorristico Puca e la famiglia Cesaro.

«Caro Senatore - scrive Del Monaco - immagino che non sia mai cosa gradita ricevere una notifica di custodia cautelare sapendo di rischiare gli arresti domiciliari. Immagino non sia bello dover dare spiegazioni, vedere il proprio nome spiattellato in prima pagina e certo non per azioni degne di nota e lode. Se si è arrivati a questo punto è perché, certo fino a prova contraria, qualcosa non torna ed è sacrosanto che la giustizia faccia il suo corso per arrivare alla verità. Lei è accusato di reati gravi: compravendita di voti, legami e accordi con la camorra. Le intercettazioni al vaglio degli inquirenti sembrano palesare un lungo lavoro "dietro le quinte" presso gli uffici tecnici del comune di Sant'Antimo.

Un lavoro occulto di anni, che ha sancito un certo potere alla sua famiglia, parte della quale già dietro le sbarre».

«Lei - prosegue il parlamentare pentastellato - è un senatore che siede tra le fila della compagine governativa. Lei ha un privilegio: quello di essere a servizio della Repubblica italiana. A servizio. Mi duole però constatare che gli unici privilegi a cui lei sembra appellarsi sono di altra natura, prettamente egoistica ed elitaria: lei non può avvalersi di alcun diritto, se ha sbagliato. Nessuno le nega il beneficio del dubbio, ma il suo comportamento, mi perdoni, non lascia intuire si tratti di coscienza pulita».

Di qui l'appello: «Lei ha il dovere, prima ancora di ogni qualsivoglia diritto, di dare delle spiegazioni. Si ritiene estraneo ai fatti, ebbene lo dimostri e soprattutto non cerchi scorciatoie. Lei è al momento a piede libero. Se davvero non ha nulla da nascondere e le accuse a lei rivolte sono solo illazioni, fraintendimenti, errori giudiziari e quant'altro, non permetta al Senato, di cui lei fa parte, di trascinare ancora ulteriormente questa brutta situazione; non permetta di prendere (e perdere) altro tempo per evitare l'arresto. Il Tribunale, come prassi vuole, attende infatti l'autorizzazione dal Senato a procedere con l'arresto. Sia collaborativo, come ci si aspetterebbe da un uomo che ha scelto un lavoro che ha più oneri che onori, sebbene spesso il dettaglio sfugge a molti". "Cosa farei io al suo posto? - si chiede Del Monaco concludendo la missiva - Metterei da parte i presunti privilegi e lascerei fare alla giustizia, senza intralci, adottando il comportamento che con estrema facilità si pretende dal semplice cittadino: la legge è uguale per tutti, caro Senatore Cesaro, e ora tocca a lei dimostrarlo».

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