Luigi Di Maio, i fedelissimi cercano casa in bilico tra pentastellati e democratici

Luigi Di Maio, i fedelissimi cercano casa in bilico tra pentastellati e democratici
di Luigi Roano
Mercoledì 28 Settembre 2022, 11:00 - Ultimo agg. 18:30
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Sono corteggiatissimi in Consiglio comunale da più partiti per allargare altri gruppi politici in modo poi da poter chiedere al sindaco Gaetano Manfredi un assessore. Corteggiati, molto corteggiati per un cambio di casacca anche perché un loro passaggio nel primo amore o nel Pd cambierebbe e molto l'equilibrio politico nella vecchia Sala dei Baroni. Chi sono? Quelli di Impegno civico, gli ex 5 Stelle che con la scissione sono passati con la formazione politica del ministro Luigi Di Maio, che però non ce l'ha fatta a essere eletto in Parlamento. La sostanza è che sono senza casa politica, l'unico eletto di Impegno civico è Bruno Tabacci, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel Governo Draghi. Settantasei anni, lombardo, difficilmente troverà il tempo di occuparsi del Consiglio comunale di Napoli e di stare vicino ai tre desaparecidos Flavia Sorrentino, il capogruppo, Gennaro Demetrio Paipais avvocato con la passione per l'arte contemporanea e Dario De Falco, i tre dimaiani. Orfani del ministro in Parlamento essendo in tre, possono continuare a vivere come gruppo politico a prescindere dalla presenza di Tabacci a Roma. Vale a dire che possono mantenere il simbolo, gli uffici in Consiglio comunale e anche i servizi dei funzionari. Tuttavia la politica - si sa - soprattutto quando si occupano ruoli nelle assemblee elettive si fa anche con i numeri. E su questo si sta giocando e si continuerà a farlo anche a Napoli fino a quando i tre non daranno segnali concreti sul loro futuro. 

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Per ora si sa che sono corteggiati e che almeno due di loro non fanno mistero che tornare alla casa madre, che a Napoli è tornata essere dopo le elezioni il primo partito con oltre il 40% dei consensi, non sarebbe disdicevole, anzi. I pentastellati sotto traccia ci ragionano e fanno appunto i conti. Il loro è un autentico paradosso. Un anno fa erano cinque i consiglieri comunali eletti dal M5S, uno in meno del Pd. Poi si dimezzano con la scissione e restano in tre, per il rotto della cuffia, perché rimpolpano la loro formazione con Claudio Cecere che molla l'ex assessora arancione Alessandra Clemente e si trasferisce nel partito di Giuseppe Conte. Altrimenti oggi i dimaiani con lo 0,1 per cento avrebbero tre consiglieri e il Movimento 2. In questa cornice si stanno sviluppando le trattative, i pentastellati di accogliere gli ex compagni di avventura ne farebbero volentieri a meno nonostante l'impagabile sfizio che ne deriverebbe: l'ammissione dell'errore da parte loro che la scissione non ha pagato. Tant'è, poi c'è la Realpolitik che anche in una assemblea cittadina richiede pragmaticità. Oggi il Pd, che a livello nazionale è avversario del M5S, mentre a Napoli sono in alleanza, conta su ben 6 consiglieri comunali, sono gli eletti del 2021 non ci sono stati cambi di casacca. Cioè il doppio degli ex grillini. Da questo punto di vista il Movimento, in qualsiasi trattativa politica perderebbe perché in una condizione di svantaggio non solo con il Pd, ma anche verso altri gruppi a iniziare da quello che fa capo al sindaco. La sensazione a oggi è quella che almeno due dimaiani potrebbero tornare a indossare il mantello giallo con le stelle. Non ci sarebbe il pareggio numerico con i dem ma un riequilibrio di fatto in Aula e in giunta dove invece il M5S è sovrastimato perché ha due assessori come i dem pur avendo solo 3 consiglieri. Lo stesso Pd guarda il tormento di Impegno civico anche perché uno dei tre potrebbe passare proprio con loro. Questo lo scenario a oggi. Di più se ne saprà nelle prossime 48 ore, il tempo che si è preso Di Maio per dare le sue indicazioni. Del resto, la stessa situazione c'è in Regione dove però il Pd ha scarso interesse a inglobare gli ex 5 Stelle anche perché alla guida dell'ente di Santa Lucia c'è Vincenzo De Luca che non hai mostrato simpatia per loro. 

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