Luigi Di Maio, solo mille voti nella sua Pomigliano: «Non lo vedevamo più»

Luigi Di Maio, solo mille voti nella sua Pomigliano: «Non lo vedevamo più»
di Pino Neri
Martedì 27 Settembre 2022, 09:33 - Ultimo agg. 10:37
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«Le elezioni politiche? Non avranno alcuna conseguenza qui da noi: non ci sarà nessun riflesso sugli attuali assetti di maggioranza. L'amministrazione comunale continuerà a lavorare per la città». Il sindaco di Pomigliano, Gianluca Del Mastro, risponde così alla domanda sul destino della sua giunta e della maggioranza che lo sostiene dopo la débacle elettorale di Luigi Di Maio, pomiglianese doc che è stato per quasi un decennio il punto di riferimento politico nazionale della città delle grandi fabbriche metalmeccaniche. Per Del Mastro la sconfitta bruciante del concittadino e ormai ex ministro degli Esteri non peserà sul futuro prossimo dell'esecutivo, nato due anni fa grazie a uno sbandierato laboratorio, tra i primi in Italia a mettere insieme 5 Stelle e Pd dopo il rapido divorzio Salvini-Conte. Basta però leggere i numeri per capire che Pomigliano ha voltato le spalle sia a Di Maio che agli alleati democrat. Nel suo collegio sono state ammainate due bandiere dem, quelle di Leonardo Impegno e Paolo Siani, quest'ultimo fratello di un simbolo dell'antimafia, il giornalista del Mattino Giancarlo Siani ucciso negli anni Ottanta dalla camorra. I due parlamentari uscenti, rispettivamente candidati al Senato e alla Camera, si sono dovuti arrendere a Carmela Auriemma, giovane avvocato e consigliere comunale della vicina Acerra, portavoce di un Movimento 5 Stelle che pure a Pomigliano ha fatto il pieno con 5994 voti, pari a più del 35% dei consensi, confermandosi primo partito. Tra Di Maio e Conte, insomma, la città di Di Maio ha scelto il secondo. Ma il Movimento - che alle Politiche di quattro anni fa di voti ne incassò 14mila, più del doppio di oggi - non ha una rappresentanza consiliare dopo il passaggio a Insieme per il futuro dei cinque consiglieri eletti nel 2020. 

Al secondo posto, con la metà dei voti conferiti ai pentastellati (2888, il 17,3%) si è attestato il Pd. Impegno Civico, la creatura di Luigi Di Maio, con 1167 voti si è fermata al 7%: è la quinta forza cittadina dopo Fratelli d'Italia, al terzo posto, che ha ottenuto il 9,5%, 1589 voti, e il Terzo Polo, quarto con 1538 voti, pari al 9,2%. Sesta, sotto Impegno Civico, c'è Forza Italia, con 1147 voti, il 6,7%. Numeri complessivamente piccoli a causa di un astensionismo dalla percentuale impressionante: l'affluenza ai seggi è stata del 55% mentre alle Politiche del 2018 era stata del 74%. «Di Maio negli ultimi mesi non è stato coerente con quello che lo aveva reso popolare - spiega così la debacle Francesco Viscione, lavoratore dell'Avio Aero - questo è uno dei principali motivi per cui Pomigliano ha risposto confermando il Movimento 5 Stelle come prima forza della città». «È mancata la sua presenza in città aggiunge Alfonso De Falco, che si definisce suo ex elettore deluso noi qui non lo abbiamo quasi più visto man mano che aveva più successo e potere. Ho visto tante persone riporre in lui aspettative che sono state disattese». Da più parti è trapelata una ricostruzione delle ultime settimane di campagna elettorale. Sarebbero stati soltanto due esponenti locali di Insieme per il futuro, il presidente del Consiglio comunale Salvatore Cioffi e l'assessore alle Politiche sociali Salvatore Esposito, a impegnarsi seriamente nel tentativo di recuperare il consenso perduto.

Gli altri si sarebbero defilati. 

In questo quadro, a metà ottobre il Consiglio comunale sarà chiamato a votare il bilancio consolidato. Se il voto non passerà il Comune verrà commissariato. C'è fibrillazione. «A breve convocheremo un'assemblea degli iscritti - fanno sapere dal Pd - faremo un'analisi del voto». La situazione è delicata, anche perché i consiglieri di Insieme per il Futuro devono cambiare per la seconda volta casacca: lo Statuto comunale infatti impone l'appartenenza a un gruppo o partito rappresentato in Parlamento. 

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In questo quadro incerto, le opposizioni gongolano. «Credo che a questo punto a Pomigliano si possa creare uno scenario alternativo a quello esistente commenta Alfonso Gifuni, dirigente provinciale di Fratelli d'Italia - chiaramente il sindaco in carica ha ancora i numeri per continuare a governare ma dal punto di vista politico ormai lo scenario è diverso». Sempre dal centrodestra il capogruppo dell'Udc, Maurizio Caiazzo, è pungente. «Non penso tanto alla questione Di Maio commenta - bisogna guardare invece alla mancata elezione di Paolo Siani. Qui era il candidato del Pd, questo era considerato uno dei collegi blindati per i democratici: c'è una voragine enorme sotto il governo locale». 

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